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Blog  di Caranas

La bufala di quota 100: in realtà solo una finestra per il 2019

27 Ottobre 2018 , Scritto da CARANAS

Focus

Salvini aveva promesso fuoco e fiamme, ma non è vero che la Fornero verrà smantellata

 

In campagna elettorale si parlava di stravolgimento della Fornero, di un aiuto concreto per centinaia di migliaia di cittadini prossimi alla pensione. Come un disco rotto, Matteo Salvini sventolava con orgoglio la proposta di abolire quella legge tanto odiata, la proponeva in ogni studio televisivo e in ogni circostanza, dandola praticamente per fatta.

Oggi, nella migliore delle ipotesi, quella promessa si è trasformata in una misura sperimentale per il 2019, una semplice finestra. Stando infatti alle cifre riportate nel documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, il carattere della misura sarà quello di una tantum. In quel documento, infatti, non si tiene conto dell’aumento di spesa generato dalle future pensioni a partire dal 2020 (che si sommerebbero a quelle del 2019).
Dunque nulla di strutturale e nessuno stravolgimento della Fornero, a differenza di quanto sbandierato per settimane. Quelle dichiarazioni lunari fatte in campagna elettorale si sono col tempo ammorbidite, allontanadosi anni luce da ciò che è stato messo sul piatto oggi. Il leader leghista nel tempo ha cambiato percorso, parlando prima di quota 100 senza paletti, per poi approdare a una semplice finestra (oltretutto con contributo minimo di 38 anni). Con un punto di arrivo che rappresenta una palese incoerenza politica.

Parlando di contenuti, invece, sono due i punti critici da mettere in evidenza. In primo luogo l’iniquità della misura, che rende tutti uguali: chi ha disponibilità economiche diverse riceverà lo stesso trattamento. La misura peraltro non tiene conto dei lavori cosiddetti usuranti, che in una società civile dovrebbero avere un trattamento pensionistico diverso.
Il secondo aspetto critico, a dir poco bizzarro, è la poca convenienza che si ha andando in pensione con quella misura. Secondo alcune analisi utilizzando quota 100 si percepirà una pensione di circa il 20% più bassa. Questo perché ovviamente mancherebbero alcuni anni di contributi versati, visto che l’età pensionabile non è stata affatto modificata (a differenza di quanto promesso).

Piuttosto, sarebbe stato molto meno traumatico se si fosse riconosciuto lo stato di crisi finanziaria in cui è stata scritta la riforma fornero nel 2012 (in soli 20 giorni). E invece di prometterne l’abolizione, si sarebbe potuto parlare di una correzione, come avevano fatto gli ultimi due governi tramite l’ape social, una misura a carico della fiscalità generale. A proposito, che fine farà ora l’Ape social?
C’è infine un ultimo aspetto legato ai conti pubblici da tenere in considerazione. Dei 400mila potenziali beneficiari della misura, 160mila sono dipendenti pubblici. Probabilmente non converrà loro (visto che come è stato scritto perderanno circa il 20% dell’assegno). Ma ipotizzando un’adesione di tutti i 160mila statali ci si troverebbe dentro un nuovo buco finanziario.

Una copertura in tal senso non viene infatti considerata in nessuna parte del documento programmatico di bilancio: quei pensionati avrebbero diritto a una quota del Tfr di 50mila euro entro 24 mesi. Che tradotto significa altri 8 miliardi da trovare entro il 2021. Ovvero altri debiti.

 

fonte: www.democratica.com

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