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Blog  di Caranas

Vimodrone, sito Ericsson trasferito agli indiani

14 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS Con tag #politica

 Vimodrone, sito Ericsson trasferito agli indiani

La sede passa ad Hcl Italy Srl. Sciopero e proteste dei dipendenti.

Un ramo d'azienda ceduto agli indiani, e i lavoratori sul piede di guerra. Lo stabilimento Ericsson di Vimodrone è in fermento dopo l'annuncio della società, che il 6 maggio ha spiegato di aver venduto la sede dedicata alla ricerca e sviluppo di prodotti a microonde alla Hcl Italy Srl con effetto dal 10 luglio 2014.

Una notizia che non è piaciuta affatto ai 140 ingegneri e tecnici altamente specializzati impiegati del sito.

«CHIARIMENTI NEGATI». «Noi Rsu del sito di Vimodrone, più e più volte nel corso dell’ultimo anno, assieme agli altri rappresentanti sindacali sia nazionali sia delle diverse sedi italiane Ericsson, avevamo sollevato la richiesta di un incontro tra azienda e sindacati per ragionare sul futuro della Ricerca e Sviluppo in Italia», è scritto in un comunicato sindacale.

«Inutile dire che l’azienda ha rifiutato ogni richiesta di incontro, l’ennesima poche settimane fa, in quanto a suo dire le nostre preoccupazioni erano prive di ogni fondamento, non dovevamo rincorrere le chiacchiere da pausa caffè e rincuorarci perché su Vimodrone non si stava addensando alcuna nube».

«SUCCHIANO TALENTI E SOLDI ITALIANI». La realtà, però, ha dimostrato che le ansie dei lavoratori, convinti di trovarsi davanti a una strategia di riduzione del personale, erano giustificate.

«Ciò che sta avvenendo ci sembra rispecchiare tante vicende di aziende multinazionali che, come Ericsson, arrivano in Italia succhiano talenti e soldi pubblici per poi abbandonare il territorio».

Così è partita la manifestazione, «affinchè, a cominciare dall’incontro del 19 Maggio in AssoLombarda, vengano chiariti ed esplicitati tutti i punti dubbi di questa operazione, ratificando tutte le garanzie occupazionali richieste a gran voce dall’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori».

Mercoledì, 14 Maggio 2014

(f. Lettera43.it)

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Funzionari Ue chiesero agli Usa di far cadere Berlusconi

14 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

 Funzionari Ue chiesero agli Usa di far cadere Berlusconi

"Nell'autunno del 2011 funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi [gli Stati Uniti, ndr] rifiutassimo di sostenere i prestiti del Fmi all'Italia, fino a quando non se ne fosse andato". È quanto sostiene nel suo saggio Stress Test Timothy Geithner, ex ministro del Tesoro americano. Come riporta oggi La Stampa, nel suo saggio Geithner racconta di un vero e proprio piano proposto da alti funzionari europei per far cadere il governo Berlusconi durante il momento più drammatico della crisi dell'euro.

Gli Stati Uniti - spiega Geithner - si rifiutarono di appoggiare un piano del genere, visto come "un complotto" a tutti gli effetti. "Parlammo al presidente Obama di questo invito sorprendente, ma per quanto sarebbe stato utile avere una leadership migliore in Europa, non potevamo coinvolgerci in un complotto come quello. 'Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani', dissi io". Per arginare la crisi dell'euro - ricorda Geithner - gli Stati Uniti puntarono sull'asse con il presidente della Bce Mario Draghi, che grazie al programma per sostenere i bond europei riuscì a evitare il collasso.

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Fare selfie a volte rende milionari

13 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS Con tag #Affari

Fare selfie a volte rende milionari

Colpito mentre si fa un selfie, pioggia di dollari grazie a YouTube

Milioni di clic per il video del teenager colpito da un calcio del macchinista mentre si stava facendo una foto davanti a un treno in corsa

Come diventare ricchi con un selfie? Facendosi colpire in faccia dal macchinista di un treno in corsa. Venticinque milioni sono finora i clic al video pubblicato a metà aprile su YouTube dal giovane Jared Frank di Regina (in Canada). Ora, lo sfortunato protagonista di quell’autoscatto potrebbe ricavare una fortuna da quella disavventura.

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Di Fazio e della volgarità della Littizetto non ne posso più

13 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS Con tag #ATTUALITA'

Di Fazio e della volgarità della Littizetto non ne posso più

Insalata di falso buonismo e volgarità

di Caranas

Ebbene sì, bisogna ammetterlo, anche se buca lo schermo la nota coppia Fazio-Littizzetto ormai è fuori misura. Non sembra, ma è tutto studiato a tavolino, e alla lunga infastidisce il falso buonismo di Fazio ed il suo ancor più falso finto reagire.

Ogni domenica sulla rete pubblica da noi pagata, dobbiamo subirci il moralismo ipocrita di Fazio che finge di scandalizzarsi ma dentro si compiace.

Cos si applaudono tante, tantissime parolacce e battute della Lucianina che hanno un'unica direzione, quella degli organi riproduttivi maschili e femminili, ma non solo, ora anche il deretano.

E sì, la testa ed il cuore nella trasmissione dei due sembrano un optional, il cattivo gusto impera, sembra di trovarci nell'Assommoire di Zola o in una vecchia taverna o ancora in una caserma anni cinquanta.

Le puntate sono sempre più stucchevoli ed anche i comizi della comare mordace di Fazio sono sempre più prevedibili.

Il punto ora è : perché continuiamo a guardare “Che tempo che fa “ visto che anche gli ospiti ritornano puntuali come i panettoni di Natale ad ogni titolo che fanno?

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Dell’Utri sicuro di sé: sono sereno, decide il Libano

12 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

Dell’Utri sicuro di sé: sono sereno, decide il Libano

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“Il mio avvocato darà filo da torcere per l’estradizione”

Marcello Dell’Utri la prende con filosofia. Nonostante la condanna della Cassazione, la sua unica preoccupazione è tranquillizzare chi lo assiste all’ospedale Al Hayat di Beirut. «Sono sereno - dice l’ex braccio destro di Silvio Berlusconi - . Tanto la partita si gioca tutta qui in Libano. Il mio avvocato Akram Azoury darà filo da torcere per l’estradizione. Sono in buone mani». Ed è in buona compagnia possiamo aggiungere. Il Libano ormai sta diventando la nostra colonia penale !

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Luis Sepúlveda: «Grillo, devi leggere Gramsci» -Il comunismo? Non ha funzionato. Il cambiamento? Inizia da noi stessi.

12 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

Luis Sepúlveda: «Grillo, devi leggere Gramsci» -Il comunismo? Non ha funzionato. Il cambiamento? Inizia da noi stessi.

INTERVISTA

di Gea Scancarello

Ha 64 anni - 12 dei quali trascorsi in esilio e due e mezzo in carcere - e quindi ha imparato a resistere a cose molto peggiori. Aveva 24 anni quando organizzò la resistenza cilena dopo il golpe di Augusto Pinochet contro il presidente Salvador Allende, di cui era stato sostenitore e intimo, membro del Grupo de amigos personales, il cenacolo che ne proteggeva l’incolumità. E che nulla poté l’11 settembre 1973, quando i generali circondarono la Moneda cambiando la storia del Paese.”

Interessante questa intervista rilasciata da Sepúlveda a Lettera43.it . Sembra che sia l'ultimo scrittore rivoluzionario che combatte ancora in questo marasma globale della casta che rende quasi tutti sudditi dipendenti di una economia di mercato che non c'è.

«In Italia, per esempio, mi ero interessato molto a Grillo», racconta Sepúlveda in questa chiacchierata con Lettera43.it. «Ma penso che Grillo debba ancora leggere quello che Gramsci scriveva sull’indifferenza e sul perché la odiava».

Eccovi l'interessante intervista:

DOMANDA. «Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. […]. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare»: questo ha scritto Gramsci.

Risposta. Esatto.

D. Grillo è un indifferente? Lui prova a presentarsi come il primo dei cittadini.

R. Grillo dovrebbe leggere Gramsci: ha un atteggiamento di indifferenza nei confronti dei veri problemi della società italiana.

D. Che sono?

R. Prima di tutto la grande crisi morale della società, frutto dei due decenni di Berlusconi.

D. E poi?

R. E poi manca una discussione democratica, vera e aperta, per decidere qual è il modello politico, sociale e di sviluppo che si vuole seguire, in Italia e in Europa.

D. Torniamo a Grillo. Molti pensano che la sua vera indifferenza si manifesti nei confronti del pensiero altrui e lo accusano di autoritarismo.

R. Io non vedo in lui autoritarismo, ma mi sembra - questo sì - un po' populista. Ed è vero che per i populisti l'unica maniera di governare è l'autoritarismo.

D. Dunque è autoritario.

R. A suo modo.

D. E secondo lei c’è più libertà a sinistra?

R. Quale sinistra?

D. Non vede sinistra in Italia?

R. Sì, certo, esiste. La vedo nelle strade, quando scendo a parlare con la gente, con gli insegnanti, con i lavoratori. Ma sa qual è il punto? Queste persone hanno un modo di pensare diverso da quello dell'élite politica.

D. Da noi l’élite politica si chiama Casta.

R. Io penso che la sinistra italiana, quasi senza eccezioni, sia finita in questo strano spazio che si chiama 'classe politica'. Un paradosso in termini: la gente che fa politica non può diventare una classe.

D. Però succede in tutto il mondo, non solo in Italia.

R. Sì, ma in Italia e in Europa più che in altri posti produce effetti disastrosi. La sinistra ha ancora senso solo se fa una politica veramente diversa.

D. Quale?

R. Non si può darne una versione unica e generale. Conosco un sacco di politici anonimi, magari consiglieri in comuni minuscoli, che fanno una politica di vera sinistra che non c'entra nulla con l'idea generale del partito.

D. Siamo di nuovo allo slogan “Un’altra sinistra è possibile”?

R. Credo che l'unica possibilità di sopravvivenza per la sinistra sia svilupparsi in un'idea non egemonica, fatta di molteplicità: non un solo blocco, ma tanti aggregati intorno a idee diverse.

D. La frammentazione e la scissione sono sempre state le maledizioni della sinistra italiana. Anche l’ultimo esperimento, la lista Tsipras, ha iniziato a litigare prima ancora delle candidature.

R. La politica è l'arte del possibile. Il punto è che prima si devono discutere le cose e i programmi, poi ci si mette insieme. Il dramma dell'Italia è che non siete stati in grado di farlo: non si va prima al potere per poi provare a decidere cosa fare.

«Dobbiamo scegliere tra essere cittadini ed essere consumatori»

D. Allora per che cosa si deve lottare oggi?

R. Per tutto! Tutto! Siamo a rischio di perdere tutto: la libertà civile, la libertà di espressione, il diritto a essere informati, il diritto di decidere come deve essere la nostra alimentazione... Oggi non c’è un solo fronte aperto, ce ne sono mille.

D. Ma come si combatte quando i fronti sono tanti? Nel ‘900 ci si aggrappava alle ideologie, ora?

R. Dal ‘900 sono cambiate molte cose, ma non è cambiato il vecchio desiderio umano di avere una vita piena e felice. Credo che ognuno, individualmente o collettivamente, oggi trovi il proprio modo di confrontarsi con il mondo e con quello che non gli va bene.

D. Le ideologie sono dunque davvero finite?

R. Dipende da cosa si intende: io credo che oggi la società sia ideologizzata al 100%. C’è un’ideologia che ha vinto ed è il neoliberismo economico. Non si tratta soltanto di una teoria economica ma di un'ideologia politica fortissima: per questo abbiamo bisogno di espressioni alternative.

D. Per esempio?

R. Si devono ancora pensare, ma al momento ne vedo una: dobbiamo iniziare a chiederci se vogliamo diventare cittadini o consumatori.

D. Siamo già diventati consumatori.

R. Quasi tutti. Quasi. Quasi tutti nel Primo mondo: in Africa, in Asia, in grandi regioni dell'America latina la gente non ha nessuna idea del consumo. E non solo: anche qui, nell’Europa del Sud, le persone che raccolgono da mangiare nella spazzatura non sono certo consumatori.

D. Ma lo sono stati, prima che la crisi economica li espellesse dal sistema. Raccogliere la spazzatura per mangiare difficilmente è una scelta ideologica.

R. L'idea che la crisi possa espellerti dal consumo è perversa: il sistema denigra la tua condizione umana. Sa che cosa è oggi resistenza?

D. Cosa?

R. Un'attitudine di vita, è una forma di concepire l'esistenza e di conservare e preservare i diritti, incluso quello al lavoro.

D. Come si fa a difendere il diritto al lavoro quando il lavoro non c'è?

R. Resta il diritto di cercarlo, o di fare pressione sulla dirigenza del Paese perché metta in campo politiche che lo creino.

D. Tra le rivendicazioni e la realtà c'è di mezzo l'economia che non cresce.

R. Questo è un concetto astratto. Come si misura oggi la crescita dell'economia? Chi la determina? Le banche, le borse, i consessi internazionali?

D. Indicatori universalmente riconosciuti e accettati.

R. La vera misura della crescita dell'economia è la possibilità della gente di accedere a buoni posti di lavoro. Un'economia non cresce se la popolazione non è pienamente occupata.

D. E la popolazione non può essere occupata se l’economia non cresce.

R. No, il discorso è mal posto. In Paesi con un tasso di disoccupazione al 10, al 20 o addirittura al 27% come la Spagna non c'è alcuna possibilità di sviluppo dell'economia nel suo complesso. Magari crescono alcuni industriali, quelli che hanno spostato la produzione in Cina: cresce la loro personale economia ed entra a far parte degli indicatori di ricchezza, ma non cresce quella del Paese nella totalità.

D. Qualcuno sostiene che il problema sia a monte: bisognerebbe smetterla di puntare sulla crescita e pensare a un nuovo sistema.

R. Il compito delle forze politiche è trovare il nuovo sistema: quello attuale è fallito, crollato. Per quanto tempo si permetterà la sua sopravvivenza ai danni del cittadino?

D. Rivoluzionare un sistema economico non è una questione unicamente politica...

R. Si potrà fare non appena si sarà presa consapevolezza di quanto l’attuale sistema fa male. C'è bisogno di spiegare alla collettività perché non funziona e quali sono le alternative possibili. Ma questo è il compito di una discussione collettiva enorme.

D. La rivoluzione del terzo millennio?

R. Si tratta di una rivoluzione sì, ma di una rivoluzione dell'immaginario. Ognuno deve chiedersi: qual è il mio ruolo nella società e in questo mondo?

D. Quanto tempo ci vorrà perché succeda?

R. Molto: credo almeno altre due generazioni.

D. Che libro consiglierebbe per avviare la riflessione?

R. Gramsci: bisogna leggere i Quaderni di Gramsci.

«Il comunismo e la libertà non sono compatibili»

D. Il comunismo però ha fallito.

R. Il punto è che l'ideologia non è una cosa concreta. Quando oggi rileggo Marx sento che ha ancora ragione, penso che il capitalismo sia intrinsecamente perverso perché si sostenta nell'accumulazione della ricchezza nelle mani di pochi. Marx era un economista e un filosofo, non aveva una scienza esatta: lui formulava teorie che andavano messe in pratica.

D. Dove sono state messe in pratica non hanno funzionato.

R. In Cina non credo che si sia sviluppata alcuna forma di comunismo come lo sognavano, chessò, Marx o Engels. La Cina è passata da una società feudale a un'altra forma di feudalesimo nelle mani non più dei mandarini ma dei dirigenti del Partito comunista.

D. Si tratta di un regime?

R. Sì, un regime che sta praticando una forma perversa di neocolonialismo con conseguenze devastanti. Pensiamo alla Nigeria: in questi giorni siamo tutti scandalizzati per queste ragazze sequestrate dai fondamentalisti. Nessuno dice però che il 30% del territorio della Nigeria è occupato dai cinesi in un’autentica forma di colonializzazione: portano i loro capitali e anche la manodopera, sottraendo al Paese qualsiasi possibilità di sviluppo. In Nigeria il petrolio e le risorse agricole vengono sottratte alla popolazione in cambio di niente.

D. Alla faccia del comunismo...

R. Non solo. La situazione crea contraddizioni fortissime e quando una società deve confrontarsi con tali contraddizioni arrivano sempre le soluzioni facili: il fondamentalismo e l'integralismo. Ogni soluzione estrema è prodotta dalla mancanza di un'analisi e dalla ricerca di soluzioni facili.

D. Torniamo al comunismo. Anche in Russia non ha funzionato.

R. In Russia è finita male perché avevano dimenticato la cosa più importante: il fattore umano. L'essere umano è contraddittorio e il suo destino finale è la libertà, questo è chiaro.

D. Insomma, sta dicendo che il comunismo e la libertà non sono compatibili?

R. Non si conosce nessuna esperienza in cui il comunismo sia stato compatibile con la libertà, come noi la sogniamo. Ha sempre limitato la libertà, con una giustificazione o con l'altra.

D. Meglio il capitalismo allora.

R. Il capitalismo limita la libertà in un'altra maniera, una maniera più eufemistica e meno evidente.

D. Il comunismo non consente la libertà e il capitalismo la limita. Quindi?

R. Io credo che negli Anni 70 si stesse creando un socialismo con un volto umano: parlo delle esperienze di Allende, naturalmente, ma anche di Olof Palme in Svezia e di Willy Brandt in Germania. Il loro è stato un percorso verso un modo di conciliare il cammino della libertà e il rispetto del fattore umano con uno sviluppo diverso della società.

D. Cosa resta di quell’insegnamento?

R. Il seme. Anche oggi si sviluppano costantemente tentativi di cambiamento. Come ha detto Galileo: «Eppur si muove», la società si muove sempre.

«Non credo nel cambiamento globale: il mondo si cambia a partire dalle singolarità»

D. In Sud America, e forse nel mondo intero, il socialismo nell’ultimo ventennio è stato Chavez.

R. Io non penso che Chavez sia stato un esempio socialista: è stato piuttosto un esempio populista. Quando un Paese vive con una mancanza di vera espressione democratica, quando diventa subito ricco come è successo al Venezuela col petrolio negli Anni 70 e quando questa ricchezza serve soltanto a creare una corruzione inimmaginabile, la gente certamente accetta il populismo come espressione politica.

D. Definire Chavez populista non è ben visto in Sud America.

R. Non sono contro il chavismo: rispetto il diritto dei venezuelani di decidere democraticamente il loro futuro. Chavez è stato eletto a stragrande maggioranza in più elezioni, così come il suo successore Maduro: questo è innegabile.

D. Eppure il primo ha lasciato un Paese molto povero nonostante le enormi ricchezze e il suo successore ne ha perso il controllo.

R. Non è vero che il Paese è poverissimo, non bisogna farsi confondere. L'opposizione, che è un'opposizione golpista perché vorrebbe violentare la decisione elettorale della maggioranza dei venezuelani, ha creato un grande scandalo mediatico: i giornali sono pieni del fatto che manca la carta igienica, ma un Paese non vive di questo.

D. Di pane sì però: e le code per il pane esistono.

R. Nessuno può dire che in Venezuela oggi la gente ha fame, glielo garantisco: il Paese è ricco. Certamente è una nazione piena di problemi, con un’enorme carenza di cultura. E bisogna vedere come si concluderà quest'ondata di populismo, perché il populismo finisce sempre male. Basta guardare alla storia: l'espressione più perversa del populismo è stata il fascismo e sappiamo come è andata.

D. L’ultimo idolo del Sud America è Antonio Mujica, il 'presidente povero' uruguayano.

R. Mi piace molto Mujica perché è un uomo coerente, con un modo di governare che funziona per un Paese piccolo e dotato di una profonda cultura politica. Ma il suo esempio magari non va bene per la Bolivia o il Paraguay: oggi non si può più parlare di modelli o prototipi che funzionano per tutti.

D. Perché no? Non siamo sempre alla ricerca di formule da replicare?

R. Il mondo si cambia a partire dalle particolarità delle singole realtà. Non credo in un cambiamento globale: i posti sono troppo diversi. Si può dare una visione generale della società dei consumi, ma non della società che preferisce un’alternativa, perché quest’alternativa si sviluppa in luoghi e modi diversi.

D. Avranno qualcosa in comune, però.

R. Certo: il modello imperante cerca di convincerci che c'è una sola possibilità di vita, questa. Ma le esperienze in molti altri posti dimostrano che si può vivere diversamente, in modo più umano e ragionato.

Lunedì, 12 Maggio 2014

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Vigne della domenica

11 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS Con tag #SATIRA UMORISMO COLTO

Vigne della domenica
Vigne della domenica
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Caro Silvio, ti ricordi quando dicesti che le comuniste erano tutte brutte?

11 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS Con tag #PoliticaMENTE

Con quei balconi l'elegante e bella ministra può conquistare l'Europa.

 

Berlusconi non è niente di buono. Anzi no, è un politico, ma fa uso della politica, non è un imprenditore ma fa uso del potere economico, istituzionale e di tutti i privilegi del caso, per soddisfare le perversioni del suo Ego malato e posseduto.

Ad Elena Boschi, mister B disse che era troppo bella per essere comunista, e La Russa aggiunse che non aveva mai visto scorfani e aborti umani come le donne comuniste. Detto da lui poi...

 

All'inaugurazione del nuovo teatro dell'Opera di Firenze, la bellissima Elena ministro per le riforme, ha rubato la scena con un abito lungo color rosso fuoco, ampio décolleté, capelli raccolti in uno chignon, leggero trucco e tacco altissimo. Miss Parlamento ha incantato tutti con la sua eleganza e la sua bellezza. E non è solo bella : "è una grande occasione per la città di Firenze, ma è anche la dimostrazione, la prova che in Italia si continuano a realizzare grandi opere, che i cantieri vanno avanti, e quindi è una speranza per tutte le altre opere che si devono realizzare". Lo ha detto a margine del Gala inaugurale del nuovo teatro dell'Opera di Firenze.

 

A La Russa direi : “ ah Ignazio, ma ci vedi ?”

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Ripartiamo con qualche vignetta

10 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS

Ripartiamo con qualche vignetta

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GRILLO AVANZA E IL PD AL 33%

6 Maggio 2014 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

GRILLO AVANZA  E IL PD AL 33%

Quanti seggi dell’europarlamento conquisterebbero i partiti italiani se si votasse oggi? Per rispondere a questo interrogativo è possibile effettuare una proiezione basata sui dati degli istituti di ricerca che da diverse settimane stanno costantemente monitorando le intenzioni di voto in vista delle elezioni del 25 maggio prossimo. Ebbene, stando ai numeri diffusi nel periodo che va dal 22 aprile al 5 maggio solo 5 formazioni politiche sembrano in grado di superare oggi lo sbarramento del 4% previsto come soglia per piazzare deputati a Strasburgo.

sondaggi seggi europarlamento

MOVIMENTO 5 STELLE AL 25% – Nel dettaglio, la media delle cifre fornite nelle ultime due settimane da Euromedia Research (sondaggio realizzato per Porta a Porta), Emg (TgLa7), Piepoli (Ansa), Demopolis (Otto e Mezzo), Ipsos (Ballarò), Tecnè (TgCom24), Datamedia (Il Tempo), Swg (SwgLab), Ipr Marketing (Tg3) ed Ixè (Agorà), indica il Partito Democratico come primo partito del paese al 32/33% di preferenze potenziali, in crescita di circa 7 punti rispetto a quanto ottenuto alle Politiche dello scorso anno e alle precedenti Europee del 2009. Alle spalle del principale partito del centrosinistra, intanto, il Movimento 5 Stelle, con il 25% dei voti stimati, dato in linea con l’exploit dello scorso anno, riesce ad ottenere mediamente più consensi di Forza Italia ed Ncd ed Udc messi insieme. Il partito del Cavaliere sembra infatti piantato oggi intorno al 19% dei voti, mentre il nuovo simbolo dei centristi oscilla tra il 4,6 e il 6%. Segnali positivi nei sondaggi giungono anche per la Lega Nord, che si aggira intorno al 5% e non viene mai segnalata al di sotto della soglia di sbarramento. Restano per ora al di sotto del limite del 4%, infine, sia il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia-An, che Scelta Europea, formazione sostenuta da Scelta Civica, Centro democratico e Fermare il declino, e L’Altra Europa, la cosiddetta lista Tsipras, che a fine febbraio aveva comunque ottenuto riscontri positivi.

I SEGGI – In uno scenario simile, dunque, il Pd conquisterebbe ben 27 dei 73 seggi che compongono la pattuglia italiana. Il Movimento 5 Stelle riuscirebbe a far eleggere 21 dei propri candidati. Forza Italia si fermerebbe a quota 16. Ncd-Udc a 5. La Lega Nord a 4.

(Fonte :Giornalettismo)

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