BENEDETTO LO SCIOPERO GENERALE DEL 12 DICEMBRE
di Caranas
Tanti anni fa , quando nel lontano 12 dicembre 1969 giovane studente calabrese del primo anno di ingegneria al Poli incominciavo a conoscere Milano dal tram che mi portava a Baranzate di Bollate , erano passati pochi minuti dal passaggio in zona Paolo Sarpi e già tutti i passeggeri che salivano commentavano la bomba scoppiata nella Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana. Ricordo bene quel giorno, mi chiedevo da studentello dopo appena 15 giorni a Milano, dove fossi capitato così lontano dal mio pacifico paesello della Calabria tirrenica. lo sciopero generale di domani coincide con l’anniversario della strage della Banca dell’Agricoltura, a Milano nel 1969. Quella bomba aveva iniziato la strategia della tensione e sovvertito la coscienza di una nazione. Ai tempi non conoscevo bene ancora la differenza politica tra destra e sinistra ma nelle assemblee che si tennero subito al Politecnico capii che era nato pericolosamente un potere parallelo, in grado di infiltrarsi in ogni ganglio della società.
A distanza di tanti anni, pur essendomi sempre mantenuto politicamente vicino al P.C.I. ( e purtroppo alle sue trasformazioni), mi rendo conto oggi che nulla è cambiato e gli ultimi eventi di Roma lo dimostrano.
Pensando ora a viaggi che continuai a fare in tram all’epoca, mi vengono in mente i militari che guidavano i tram a causa degli scioperi un giorno sì ed uno no. Certamente il contesto sociale e politico è cambiato rispetto al 1969, tuttavia la strategia della tensione rimane viva e l’Italia buona, onesta, quella che riesce a sbarcare il lunario ormai priva di ulteriori speranze dopo anni di crisi, si sfalda ogni giorno sotto i nostri occhi mettendo a dura prova anche i rapporti sociali e famigliari.
Non mi pare che quell’Italia che domani scenderà in piazza abbia i muscoli e la forza di quella di allora. Spero tanto di sbagliarmi. Attenderò i TG di domani sera per averne conferma. Non c’è più secondo me quella volontà muscolare e psicologica di quella Italia del 1969 dopo la strage di Piazza Fontana. E questo lo dico con rammarico perché penso che lo sciopero di domani non avrà gran successo con i sindacati divisi ora come allora e comandati da persone che fanno un po’ di carriera per poi occupare un posto nel parlamento nostrano o in quello europeo. Spero non tutti, FORZA LANDINI !
MAMME CHE UCCIDONO I PROPRI FIGLI
Troppe mamme infanticide, la storia si ripete e ci viene spontaneo chiedersi cosa può spingere alcune mamme ad uccidere il proprio piccolo pur coscienti che l’amore materno dovrebbe essere innato. La nascita di un bimbo dovrebbe essere l’evento più straordinario, sia per la madre che per il padre, un evento comunque complesso per la donna sia sul piano fisico, psichico che sociale.
Durante la gravidanza inizia la trasformazione psichica che avvia la relazione tra madre e figlio fatta di sogni e di fantasia che cambiano psichicamente l’immagine della mamma in una nuova condizione consapevole che tutto non sarà come prima e questo spesso provoca la nascita di fobie e paure drammatiche (penso ad esempio ai casi di depressione post-partum), spesso nelle neo mamme si avvertono disturbi dell’umore scatenati dallo stress subito durante la gravidanza. Psicologicamente il parto rappresenta il momento di passaggio definitivo dal ruolo di figlia a quello di madre e il momento in cui per la prima volta la madre vede il proprio figlio vivere fuori ed indipendentemente da lei.
Quando il bambino nasce il riconoscimento non è sempre forte ed immediato. A volte non c’è proprio, ed il bimbo è visto come un estraneo col quale non si vuole comunicare anche per senso di inadeguatezza, senso che sfocia in ansie depressive.
Purtroppo non sempre l’ambiente è in grado di cogliere i segnali del disagio. Quando una madre arriva ad uccidere il proprio figlio , dietro c’è sempre una infinita solitudine. Per l’adolescente che si libera del neonato partorito di nascosto , il piccolo è solo un corpo estraneo da eliminare ; per la madre che comunque ama il figlio neonato , l’omicidio, lo sbarazzarsi della creatura, viene progettato quasi come una protezione ai fini di una liberazione dal dolore che il piccolo dovrebbe sopportare a causa della depressione dell’adulta.
Il fenomeno è certamente complesso ed inquietante ed i riferimenti alla criminologia, alla psichiatria o alla psicoanalisi che ho letto, li ho trovati interessanti nelle indicazioni ma sicuramente non esaustivi nelle risposte.
Alcuni casi : http://www.panorama.it/news/marco-ventura-profeta-di-ventura/omicidi-madre-figlio-infanticidio-casi/
Stamane morto anche il fratello di Mango
LAGONEGRO (POTENZA), 9 DIC - Giovanni Mango - fratello di Pino, il cantante morto a Policoro nella notte fra domenica e ieri - è morto stamani a Lagonegro, forse anche lui per un infarto. Giovanni Mango, che era il fratello maggiore del cantautore ed era un muratore, ha avuto un malore ed è stato trasportato nell'ospedale di Lagonegro, dove è morto. I funerali del cantante sono già fissati per domattina, a Lagonegro, dove oggi è aperta la camera ardente, nella villa dell'artista.
LO SPREAD SCENDE MA L’ECONOMIA NON MIGLIORA NEL SETTIMO ANNO DI CRISI
Ma quale spread !
di Caranas
Nel 2011 ci hanno fatto credere che la colpa di tutti i mali dell’Italia era dello spread che aveva raggiunto quota 553. Ora che ha raggiunto quota 122 le cose stanno peggio, basta guardare il cartello qui sopra.
Sarà una variabile economica impazzita? No, non lo è, anzi è un indicatore utile ma non fotografa lo stato di salute di un’economia nazionale, rappresentando soltanto le intenzioni e le manovre della finanza globale, ossia di quei pochi attori che «detengono la ricchezza» del mondo.
Ma allora i soldi dove stanno ?
Secondo un professore bocconiano (Pezzani) stanno nelle isole Cayman dove sono depositati 30 mila miliardi di dollari, che insieme eguagliano il Pil degli Stati Uniti, della Cina e di un pezzo del Giappone messi insieme. Il 95% dei derivati, alla vigilia della crisi finanziaria , era posseduto da sole cinque banche: Goldman Sachs, J.P. Morgan, Morgan Stanley, Bank of America e Citi Bank . In un mercato che si muove secondo regole diverse da quelle dell’economia reale, il nostro spread si abbasserà ancora, ma non ci saranno benefici per la reale economia del nostro paese. Soprattutto se Renzi continuerà a porre le mani per le solite bacchettate della Merkel .
L’Italia, come testimonia l’andamento del suo spread, è solo una piccola pedina di un immenso scacchiere interamente gestito da un oligopolio di potenti. Ma questo, Brunetta che ha pubblicato il cartello sopra, non lo dice.
Tutto questo mi fa pensare alla caduta dell’Impero Romano, ci vorranno molti anni di purgatorio prima di ritornare allo splendore del Rinascimento.
Marino e la bicicletta
Dopo la burrasca dell’intreccio mafia-politica nella capitale e dopo la richiesta del Movimento 5 Stelle dello scioglimento dell’Amministrazione capitolina per mafia, il prefetto ha incontrato il sindaco Marino
"C’e un problema di protezione del sindaco, e in un momento così complesso e difficile bisogna garantire la sua sicurezza", ha dichiarato il prefetto. Che poi ha aggiunto: "Ci sono intercettazioni con insulti che confermano che un’esposizione del sindaco c’è e va valutata con le altre forze dell’ordine. Il sindaco è un’istituzione e va protetto". E a chi gli chiedeva se Marino avesse accettato l’idea di una scorta, Pecoraro ha risposto: "Il sindaco ci sta pensando. Gli ho detto "Lei in bicicletta non deve andare più sennò è inutile parlarne".
Finestrini dell'auto appannati? Ecco un semplice ed efficace rimedio
Che rottura di scatole al mattino trovare i vetri della macchina appannati. Ora però il rimedio che ti farà risparmiare un sacco di tempo è stato trovato.
Su YouTube spopola la video-guida per risolvere definitivamente il problema: basta un vecchio paio di calzini e una confezione di cristalli a base di silicio, comunemente usati per la lettiera per gatti. Provare per credere: niente più umidità, il risultato è assicurato.
Quando l’Aviosuperficie di Scalea diventerà un vero aeroporto ?
L'aeroporto che non c'è
di Caranas
Navigando in rete oggi mi è capitato di leggere questo commento in un forum di chi vola per divertimento : “Atterrato oggi come tappa intermedia per rifornimento, la pista è lunga (1850mt) QFU 09/27 leggermente in salita se si atterra per 09, bisogna fare attenzione alle raffiche di vento provenienti dai monti circostanti, anche se l'ingresso sulla 09 è praticamente sulla spiaggia, ma oggi ho beccato belle raffiche in corto finale ma avendo 1850 metri di striscia d'asfalto davanti a me ho avuto piu' problemi nel controllare l'aereo mentre rullavo verso il parcheggio che nella fase finale dell'atterraggio! Hanno benzina verde, avgas e jetA1, aperti tutti i giorni, fate attenzione alla frequenza radio, non 130 come riportato sul Avioportolano ma 128.45...io non lo sapevo e mi sono beccato un gentile rimprovero da parte della persona presente in loco...certo che quando ha detto "Sa ci poteva essere del traffico in atterraggio" mi stavo quasi a mettere a ridere. Comunque ottimo posto x spezzare un volo lungo da nord a sud”.
A mio avviso un vero aeroporto per l’alto Tirreno cosentino occorrerebbe. Aeroporto, non una cattedrale nel deserto come spesso viene definito questo serpentone di cemento sul quale “a vista” , e cioè senza radar, dovrebbero atterrare piccoli aerei da turismo trasportanti un massimo di 8-9 persone per volta.
Pare infatti che l’aviosuperficie non possa trasformarsi in aeroporto perché la pista è troppo corta (1850 mt per una larghezza di 30 mt), ma non è vero se consideriamo in seguenti dati : gli aeroporti siciliani di Lampedusa e Pantelleria, hanno entrambi le piste lunghe 1.800 metri, proprio come Scalea. Nel primo scalo arrivano 200mila passeggeri ogni anno, nel secondo 170mila. Se lo stesso numero di viaggiatori arrivasse in Calabria sarebbe davvero la svolta, basta pensare anche ai nuovi posti di lavoro e quelli per il conseguente indotto. Come al solito quindi, manca la volontà politica di far crescere l’opera.
Leggo che il progetto venne approvato attraverso i Patti territoriali dell’Alto tirreno cosentino e fu presentato come utile agli aerei della protezione civile, al trasporto di merci di natura agricola, oltre che per lo sbarco di ben 74 mila passeggeri / anno . La struttura però non è contemplata nel “Piano Nazionale dei Trasporti” ed è appena accennata nel “Piano Regionale” il quale così riporta: “…Analogamente è prevista la realizzazione di un aeroporto d’interesse locale nell’area dell’Alto Tirreno Cosentino,in prossimità del Comune di Scalea”.
Mi chiedo cosa occorrerebbe fare per consentire la trasformazione da aviosuperficie ad aeroporto di terza categoria. Spazio per una seconda pista e per i servizi ce n’è a sufficienza ( nella foto sotto mi sono divertito ad immaginare come potrebbe trasformarsi l’area con una seconda pista di 2300 mt) . Certamente non è solo una questione esclusivamente di tipo tecnico o strutturale , è vero manca l’illuminazione notturna, una torre di controllo e il radar (possibile che privati ricchissimi non investano nel progetto?).
Rischi ce ne sono e non mi riferisco alle raffiche di vento, non bisogna dimenticare che siamo nella terra della ‘ndrangheta. Il mangia-mangia e la corruzione sono alle porte. Però in questo progetto ci credo e non tanto per una utilità personale [penso che impiegherei di più partendo da Scalea invece che da Lametia], il nuovo aeroporto potrebbe convincere soprattutto i giovani aiutandoli ad avere speranze di futuro e di sviluppo.
Il 72 % degli italiani disprezza la UE
IL CENSIS DIVULGA DATI ESPLOSIVI: LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI DISPREZZA LA UE, LA BCE E LA COMMISSIONE!
[fonte : www.ilnord.it]
venerdì 5 dicembre 2014
Gli italiani si fidano pochissimo - meglio sarebbe dire "per niente" - dei poteri europei. E' quanto emerge dal 48° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese relativa al 2014, che viene presentato oggi a Roma. Il 33% ha fiducia nel Parlamento europeo (37% media Ue), il 28% nella Commissione europea (32% media Ue), il 22% nella Banca centrale europea (31% media Ue). Il 64% degli italiani percepisce l'Unione come burocratica, il 57% la considera lontana, solo il 33% pensa sia efficiente e il 29% (contro il 45% medio europeo) vede nell'Unione un fattore di protezione rispetto a condizioni di crisi e disagio.
E mentre il 42% degli europei pensa che la propria voce conti in Europa, la percentuale scende al 19% tra gli italiani.
Il nostro Paese pesa per il 12% in termini di popolazione sul totale dell'Unione a 28 Stati, ma nella mappa delle principali istituzioni europee gli italiani che oggi occupano posizioni di vertice sono 178 su 2.242 (l'8% del totale). Su 700 lobby attive in ambito finanziario a Bruxelles, più di 140 sono riconducibili al Regno Unito, seguono Germania, Francia e Stati Uniti, mentre solo 30 organizzazioni sono italiane, a dimostrazione della nostra scarsa capacità di incidere nelle sedi strategiche di decisione, sempre ammesso sia corretto fare "lobbing" anzichè seguire le vie maestre della democrazia.
Il quadro conclusivo che dà il Censis su quanto sia "apprezzata" la Ue dagli italiani descrive una enorme base di massa al consenso per l'uscita dell'Italia dall'Unione europea il più presto possibile. Ancora più forte del disprezzo della Ue, quello degli italiani per la Bce. Anche in questo caso, è del tutto evidente che per l'Italia l'abbandono dell'euro è non solo indispensabile, è anche profondamente condiviso dai cittadini.
Redazione Milano