Il prof. Pacelli: “Caravaggio morì assassinato dai Cavalieri di Malta”
3 Aprile 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #ARTE
Caravaggio venne ucciso dai Cavalieri di Malta: ne è convinto Vincenzo Pacelli, professore dell’Università di Napoli e studioso del pittore lombardo.
In un libro Pacelli contraddice la versione ufficiale secondo cui Michelangelo Merisi sarebbe morto a Porto Ercole, in provincia di Grosseto, ma a Palo, vicino a Civitavecchia, dov’era sbarcato nel luglio del 1610 per chiedere la remissione della condanna a morte sentenziata nello Stato Pontificio.
La novità ipotizzata da Pacelli è però soprattutto un’altra: secondo lo studioso il pittore non sarebbe morto per malattia, in particolare per una grave infezione intestinale, ma ucciso per mano dei Cavalieri di Malta. L’omicidio sarebbe stato organizzato con il sostegno di alcuni ambienti della Curia pontificia, secondo Pacelli perché “poteva far comodo eliminare un personaggio che metteva in discussione i principi della fede dogmatica della Chiesa”.
Da tempo interessato all’ultimo periodo del Caravaggio, a proposito del quale anni fa ha pubblicato un’inedita corrispondenza fra il Nunzio apostolico nel Regno di Napoli Deodato Gentile ed il cardinale Scipione Borghese, potentissimo segretario di Stato Vaticano e nipote di Papa Paolo V, lo storico napoletano è ora in procinto di pubblicare i risultati di un nuovo lavoro condotto con un team di 18 studiosi, fra storici, restauratori, medici, radiologi, diagnosti (”Michelangelo Merisi detto Caravaggio tra arte e scienza”, PaparoEditore) . Un capitolo importante, anticipa all’ANSA, sarà dedicato agli ultimi giorni di vita del grande pittore con nuove ricerche condotte da Francesca Curti e Orietta Verdi, esperte dell’Archivio di Stato.
Partito da Napoli, dove tra l’altro era stato vittima tempo prima di una misteriosa e violentissima aggressione, Caravaggio era diretto a Roma, dove sperava di ottenere la grazia per la condanna a morte che da anni pendeva sul suo capo. Era il luglio del 1610 quando si imbarcò dal porto di Chiaia su una feluca. Con sé aveva tre tele destinate al cardinal Scipione, che avrebbe dovuto aiutarlo ad ottenere il perdono papale. Invece a Roma non arrivò mai.
La storiografia ufficiale lo dice morto di malattia a Porto Ercole. Ma in quella storia, secondo Pacelli, c’è qualcosa che non quadra. Tanto più che tra Palo, dove sicuramente Caravaggio è approdato (ci sono documenti che attestano un suo arresto nella localita’ feudo degli Orsini) e Porto Ercole, dove il pittore sarebbe giunto ‘a piedi’, ci sono cento chilometri, ”allora disseminati di paludi”. Insomma, le fonti ufficiali, sostiene il professore, ”rivelano contraddizioni a ogni pie’ sospinto”.
Pacelli ne cita a profusione e punta il dito anche sulla corrispondenza fra il Nunzio e il segretario di Stato dove ”curiosamente si smentisce la notizia che Caravaggio sia morto a Procida, un posto con il quale Caravaggio non ha mai avuto niente a che fare, per poi indicare la località di Porto Ercole”. Al contrario, fa notare, Giulio Mancini, medico di Caravaggio, scrive che il pittore è morto a Civitavecchia, ”ma su quel documento il termine e’ cancellato e poi da altri corretto in Porto Ercole”.
Mancini parla anche di morte ”violenta”, cosi’ come Francesco Bolvito bibliotecario dei Teatini, che nel 1630 scrive che ”il pittore e’ morto assassinato”. Non solo: sarebbe un falso, secondo Pacelli, anche il documento ritrovato nel 2001, che attesta la morte di Caravaggio a Porto Ercole arretrandola di un anno (al 18 luglio 1609). Tante bugie per coprire un delitto, ordito dai Cavalieri di Malta e avallato dalla Curia ”a cui poteva far comodo eliminare un personaggio che metteva in discussione i principi della fede dogmatica della Chiesa e trattava le sacre verità senza nessun ”decoro”. Non manca qualche sospetto di complicità, per chi alla fine entrò in possesso di quelle tre ultime tele: il viceré di Napoli, il cardinale Scipione, e Costanza Sforza Colonna, l’ultima ad ospitare l’acclamato e maledetto Caravaggio.
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