Un taglio delle tasse impossibile e promesso per quasi venti anni
4 Febbraio 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA
Quella della riduzione delle tasse è una carta stupefacente e vecchia giocata per 19 anni dal bugiardo Berlusconi. Ecco la sua storia :
3 gennaio 1994: «Serve un tetto fiscale da inserire in Costituzione».
8 marzo 1994 : «Se davvero vogliamo combattere l’elusione e l’evasione dobbiamo renderle meno convenienti, il che impone la rinunzia ad aliquote eccessivamente punitive. Noi abbiamo indicato nel 30 per cento il valore accettabile».
5 marzo 1996, Tax Day a Milano: «Ci vuole un’aliquota media del 30 per cento. Ognuno di noi è disposto a pagare il 33 per cento di ciò che guadagna. È una regola che definirei quasi naturale». Propone l’«abolizione dello scontrino fiscale». Perde le elezioni.
maggio del 1999 secondo Tax Day per rilanciare «la riforma copernicana del fisco». 26 febbraio 2000 Professional Day : «Un’area di esenzione totale per le famiglie più povere, con redditi fino a 20 milioni, una aliquota del 23 per cento per i redditi fino a 200 milioni ed un’altra, unica, per i redditi superiori ai 200 milioni».
2001 precisa il «traguardo: un prelievo pari al 33-34-35 per cento».
Vince coi manifesti «Meno tasse per tutti». A giugno conferma la riduzione ma «con gradualità». A settembre segnala che «la pressione fiscale cala dal 42.2 al 41.9 per cento». Nel maggio del 2002 annuncia che «dal 2003 andranno giù sia Irpef che Irpeg». Il 30 settembre, presentando la Finanziaria, è più generico: «La pressione fiscale sarà ridotta di un punto», però «entro il 2006» ci saranno «due sole aliquote, al 23 e 33 per cento».
febbraio 2004 sulle tasse specifica : «ci vorranno una o due legislature». I sondaggi vanno giù. Ad aprile rilancia: «La maggior parte dei cittadini ricadrà sotto l’aliquota del 23 per cento». Il 5 maggio assicura che la riduzione delle aliquote sarà varata «nei prossimi giorni in consiglio dei ministri».
22 di ottobre 2004 : «Come sapete le aliquote fiscali si ridurranno a tre: 23, 33 e 39 oppure 42 per cento». Si fa tutto a gennaio, garantisce. Il 10 novembre rinvia la riforma al 2006 perché «non ho il 51 per cento della coalizione». Si sono opposti Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini. Il giorno dopo la «colpa è del debito».
22 novembre 2004 : «la copertura per la riduzione fiscale c’è», scrive sul Foglio. Il 25 conferma che le aliquote saranno tre, «al 23, 33 e 39 per cento». Si faranno ritocchi minimi.
dicembre 2005, Berlusconi è sconsolato: «La riduzione delle tasse c’è stata ma non quanto era nelle nostre speranze».
Nel 2008 sfida Walter Veltroni. Il 15 marzo spiega che servirebbe «una rivoluzione totale del nostro sistema fiscale». Il 28 marzo dice di «un traguardo che vorremmo raggiungere: l’aliquota massima al 33 per cento». Il 31 marzo il traguardo «è possibilissimo».
6 aprile 2008 riconsidera l’obiettivo: «Vogliamo far scendere la pressione fiscale sotto il 40 per cento e poi di portare l’aliquota massima al 33». Vince. Il 1° ottobre fissa nel 2011 l’anno in cui ci sarà «un 10 per cento di tasse in meno».
Non se ne parla più fino al gennaio 2010: la riforma fiscale «si può fare entro l’anno». Il 13 gennaio aggiusta: «Spero possa essere sufficiente un anno, ma è un lavoro improbo». Il 12 marzo 2011 «ci stiamo lavorando». Il 12 maggio la crisi «impedisce la riduzione».
Il 19 dello stesso mese è sicuro di «abbattere le aliquote fiscali, come era nel nostro programma del ’94». Il 21 giugno esulta: «Ridisegneremo l’impianto delle aliquote, saranno solo tre rispetto alle attuali cinque, e più basse». È un’estate difficile, di ritocchi ai conti, manovre correttive una dietro l’altra. A novembre, Berlusconi lascia a Mario Monti.
2 gennaio 2013, a SkyTg24: «Abbassare la pressione fiscale al 33 per cento? Non l’ho mai promesso, assolutamente. Anche perché è impossibile».
Estratto da :La Stampa.it
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