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Blog  di Caranas
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La strage degli innocenti

17 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

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                                                        Giannino Losardo


                                                     di Carmelo Anastasio 

Riporto in questa pagina solo alcune brevi note di storia/cronaca  abbastanza recente accompagnate da nomi per non dimenticare, per cercare per quanto possibile di far capire ai Fuscaldesi (CS) miei compaesani, ai calabresi e con un pizzico di presunzione agli italiani tutti , che le vittime, sono parte integrante delle nostre vite integre, le loro invece si sono spezzate ingiustamente e in parte già cadute nell’oblio. Spero che questo mio piccolissimo gesto di cronaca, serva a far riflettere cercando di tradurre in testimonianza il testamento morale che ne deriva.

 

Giannino Losardo

 

Politicamente il mio Maestro, un “mite rivoluzionario comunista “ , lo ricordo ancora commentare i risultati delle Amministrative di Fuscaldo vicino al braciere ( con Raffaele suo figlio,  ero candidato nelle liste del PCI ) in quel lontano 1978.

Era la sera del 21 giugno del 1980 quando la criminalità organizzata cetrarese decise di uccidere il suo peggior nemico. Molte verità nascoste dietro la tragica fine dell’assessore comunista di Cetraro e segretario capo della Procura di Paola. Al suo funerale nella chiesa di San Giovanni a Fuscaldo, partecipò anche il grande Enrico Berlinguer .

 

Gennaro Musella

 

Ingegnere salernitano, aveva trasferito in Calabria la sua azienda per lavori di opere marittime; era un professionista stimato, un uomo semplice e buono che per tutti aveva un sorriso.

Muore a Reggio Calabria il 3 maggio 1982, dilaniato dall'esplosione della sua autovettura.

L'ombra della Sicilia "senza sole" si affaccia anche sul delitto Musella che fu inquadrato nell'assegnazione dell'appalto per il porto di Bagnara Calabra, le cui gare furono vinte prima e dopo, dai famosi "cavalieri del lavoro" di Catania, Costanzo e Graci.

I carabinieri del nucleo operativo di Reggio Calabria, in un rapporto all'autorità giudiziaria, denunciarono per quell'appalto un'associazione tra la 'ndrangheta calabrese e la mafia catanese, rispettivamente guidate dai boss Paolo de Stefano e Nitto Santapaola; nell'elenco comparivano anche nomi di imprenditori, politici e funzionari del genio civile di Reggio Calabria. Al delitto Musella lo Stato non ha mai data una risposta. Il caso fu archiviato nel 1988 contro ignoti per essere riaperto poi dalla DDA nel 1993. L'inchiesta malgrado portata a termine dal procuratore aggiunto Salvatore Boemi unitamente alla criminalpol, non ha avuto alcun seguito, non essendo mai stato celebrato un processo. La giustizia rimane sepolta da strati di polvere tra le carte ingiallite di un vecchio fascicolo, mentre le imprese mafiose continuano a giudicarsi gli appalti, le tangenti sono sempre in vigore così come l'alleanza tra mafia e 'ndrangheta.

                                                                                              

Scorte... scudi umani

 

Ragazzi che sacrificano affetti, mortificano aspirazioni, per altri normali abitudini di vita; sono ragazzi come tanti con la loro voglia di vivere, i loro sentimenti, i loro sogni, costretti in una continua tensione di giorno e di notte, tra sussulti ed incubi di sonni agitati; ragazzi in trincea troppo spesso dimenticati, in vita come in morte.

Sono le scorte, nomi e cognomi rimossi dalla memoria ma anche dalla coscienza di un paese civile, carne venduta allo Stato per poco più di mille euro al mese. Scorte: nome comune di eroi sconosciuti.

Quando si parla delle stragi di Capaci e via D'Amelio quanti ricordano i nomi degli agenti di scorta morti nell'esercizio del proprio lavoro?

 

Vito Schifani

Rocco Di Cillo

Antonino Montinari

Capaci, 23 maggio 1992

 

e tra loro anche una donna
Manuela Loi

Vincenzo Li Muli

Walter Cusina

Claudio Traina

Agostino Catalano

Palermo, 19 luglio 1992

 

 

Carlo Alberto Dalla Chiesa

 

Il 3 settembre 1982 il prefetto generale Carlo Alberto Dalla Chiesa viene assassinato con la moglie Emanuela Setti Carraro, in un agguato nel centro della città di Palermo; colpito a morte anche l'agente di scorta Domenico Russo.

Carlo Alberto Dalla Chiesa, era stato il secondo generale dei carabinieri a diventare prefetto.

Il suo nome è legato soprattutto alla lotta contro il terrorismo, dove si distinse per la sua efficienza operativa.

Dopo l'omicidio La Torre, fu chiamato a Palermo per combattere la mafia, ma, questa volta a "mani nude", senza poteri come confesserà lo stesso generale dopo poche settimane ch'era giunto sull'isola, lamentandosi di non poter coordinare gli uomini delle istituzioni dello Stato.

 

"Da quando sono qui nessuno mi telefona. Tutti scantonano. Mi hanno lasciato solo!"

 

 

Giuseppe Fava

 

Lega indissolubilmente la sua firma alle coraggiose denunce contro la mafia e i comitati d'affare, politici ed economici, che dominavano la Sicilia degli anni 70, nonché alla battaglia pacifica e pacifista contro l'installazione dei missili nucleari nella base di Comiso .

Fautore ed ispiratore di un giornalismo irriverente, attento ai fatti, per nulla ossequioso o reticente, di forte carica morale, Fava, e con lui la sua redazione, portano Catania, la peculiarità delle sue lobbies (nel dettaglio l'enorme grumo di potere dei quattro Cavalieri del lavoro Costanzo, Finocchiaro, Graci e Rendo), la violenza (allora colpevolmente sottovalutata) della sua criminalità, sulla ribalta nazionale.

Le inchieste della sua rivista, "I siciliani", diventano un caso politico e giornalistico.

Viene freddamente assassinato, con più colpi di pistola, a Catania la sera del 5 gennaio 1984 a pochi passi dal Teatro Stabile, nella via che oggi porta il suo nome.

 

Peppino Impastato

 

La storia di Peppino è una svolta nell’evoluzione della lotta alla Mafia in Sicilia. Un giovane figlio della sua Cinisi che decide, con coraggio, di rompere gli schemi, di respingere la regola ferrea dell’omertà e del tacito silenzio. Un giovane realmente rivoluzionario che sognava di cambiare il mondo, il suo mondo. Un giornalista di fatto che ha pagato con la vita il prezzo, sempre altissimo, del coraggio della verità. Un botto e tutto dimenticato. Questo hanno pensato i mafiosi del clan Badalamenti quando gli legarono attorno al collo la gelatina per ucciderlo. Ma sbagliavano. La memoria esiste Peppino è una luce per tutti coloro i quali credono ancora che l’impegno contro la mafia sia atto rivoluzionario e consacrazione nell’eterna lotta fra il bene ed il male che caratterizza la vita terrena. La memoria parla di un ragazzo che rompe con la sacralità della sua famiglia, che fonda un giornalino “L’idea socialista” e apre “Radio Out” e scrive che “la mafia è una montagna di merda” (ricordate Tam Tam ?). Nelle sue trasmissioni radiofoniche Don Gaetano Badalamenti era Don Tano Seduto. Con l’ironia e la voglia di vivere di un giovane ragazzo degli anni settanta che voleva cambiare il mondo, Peppino Impastato ha donato la sua vita per un mondo migliore. Quella montagna di merda da lui denunciata è ancora viva nella Lega che al nord gli nega una via!

 

I coniugi Aversa

 

Salvatore Aversa e la moglie Lucia Provenzano vennero uccisi il 4 gennaio 1992 nella centralissima Via dei Campioni di Lamezia Terme.

In un primo tempo, le indagini si indirizzarono sui giovani Renato Molinaro e Giuseppe Rizzardo, accusati di essere gli autori materiali del delitto da una presunta testimone oculare del delitto, Rosetta Cerminara.

 

Antonio Esposito Ferraioli

 

è stato ucciso la sera del 30 agosto 1978, a soli 27 anni, in via Zito a Pagani. Tornava a casa dopo essere stato, come tutte le sere, a casa della sua ragazza, Angela (si sarebbero dovuti sposare dopo pochi mesi).

Tonino, come lo chiamavano gli amici,era cuoco alla mensa della FATME - Ericson, fabbrica di componenti elettronici di Pagani, affidata in appalto esterno ad alcuni imprenditori locali legati alla DC.

Più volte si era ribellato contro i proprietari perchè acquistavano prodotti avariati da somministrare agli operai, minacciando la denuncia; inoltre aveva costretto i titolari dell'impresa a pagare la tredicesima ai tutti i lavoratori della mensa dopo che gli era stato "consigliato" di non dare fastidio. In particolare, relativamente all'acquisto delle carni Tonino aveva intuito che esse avevano un provenienza illecita (un mercato parallelo di macellazione non regolare).

Non chiedeva altro che il rispetto dei diritti dei lavoratori della mensa e la possibilità che il suo lavoro di cuoco non fosse danneggiato dall'utilizzo di carni malsane, oltre alle conseguenze che tali alimenti avrebbero potuto provocare negli operai della FATME - Ericson che utilizzavano il servizio mensa.

Subito dopo l'omicidio furono incriminati i titolari della mensa che vennero immediatamente prosciolti per insufficienza di prove.

Le indagini sono state riaperte nel 2003 dopo le dichiarazioni di alcuni pentiti. Ad oggi l'omicidio di Tonino ancora non ha ricevuto giustizia.

 

Vincenzo Grasso

 

Piccolo imprenditore nato, vissuto ed ucciso a Locri il 20 Marzo 1989.

Un uomo onesto e gioviale che credeva nello Stato.

Per anni ha denunciato le richieste di estorsione ed ha subito intimidazioni ed attentati alla sua attività, viene ucciso sul portone di casa alla fine di una giornata di lavoro.

La famiglia si costituì parte civile nel processo contro ignoti il caso è stato archiviato.

Nel Marzo 1997, alla sua memoria, il Capo dello Stato ha riconosciuto la medaglia d'Oro al Valor Civile.

 

Renata Fonte

 

assessore repubblicano assassinata nell'84 sotto casa a Nardò, provincia di Lecce. Aveva deciso di spendere la propria vita in un appassionato, intenso e instancabile impegno nella vita politica per la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale salentino .

È stata uccisa perché si opponeva alla speculazione edilizia del parco naturale di Porto selvaggio.

È stato il primo delitto politico di mafia nel Salento.

 

Silvia Ruotolo

 

Era l’undici giugno 1997.

Silvia Ruotolo, 39 anni, tornava a casa alla salita Arenella, quartiere Vomero (Napoli), dove aver preso a scuola suo figlio Francesco, di cinque anni.

Alessandra, la sua bimba di dieci anni, la guardava dal balcone, come ogni mattina.

In un momento l’inferno: qualcuno sparò all’impazzata.

L’obiettivo era Salvatore Raimondi, affiliato al clan Cimmino, avversario del clan Alfieri. Quaranta proiettili volarono dappertutto, ferendo un ragazzo e uccidendo sul colpo Silvia: una madre modello, di un “quartiere bene”, cadeva vittima di una guerra di Camorra.

 

 

Sergio Cosmai

 

Lo uccisero il 12 marzo 1985. Andava a riprendere la sua bambina all'asilo per riportarla a casa, la casa demaniale del carcere di Cosenza,  di cui era direttore, quando i sicari colpirono. Non morì subito, spirò in ambulanza il giorno dopo, proprio all'ingresso di Bisceglie, suo paese natale.

 

Si imboccò subito la strada giusta: fu ritrovata la macchina usata per l'agguato, una Colt Mitsubishi. Si cercarono testimoni. Lo fece un attento e scrupoloso funzionario della squadra mobile di Cosenza.

 

Anni fa, quel funzionario non lo conosceva nessuno, oggi lo piange l'Italia intera: si chiamava Nicola Calipari. Molti non parlarono, alcuni furono vaghi, tutti dissero che non potevano riconoscere nessuno.

 

Tutti, tranne un bambino di dodici anni, Giampiero Guido. Grazie alla sua deposizione, la polizia arrivò a Stefano Bartolomeo ed ai fratelli Dario e Nicola Notargiacomo, mai ai loro mandanti.

 

I tre, furono assolti in appello ed in cassazione dopo essere stati condannati all'ergastolo in primo grado. Dieci anni dopo, i fratelli Notargiacomo, divenuti "collaboratori di giustizia", confesseranno. Solo ventuno anni dopo, il 28 ottobre 2006, la DDA di Catanzaro, individuerà il nome del mandante, già detenuto per altri omicidi, non per questo.

Di Sergio Cosmai, restano oggi i nomi delle strade - a Bisceglie, in Calabria - quello di una Scuola elementare e di un torneo di tennis a lui intitolato.

 

Resta anche altro: il rigore morale di quella figlia che quel giorno maledetto stava andando a prendere all'asilo e che oggi studia Giurisprudenza. Resta un figlio che non lo ha mai conosciuto e che porta il suo nome e ne avrebbe preferito un altro.

 

Resta la capacità potente di parlare, malgrado l'assenza. Resta la memoria della sua storia, tragicamente simile a quella di molte.

 

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La caduta di DI PIETRO (vignetta)

17 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #SATIRA UMORISMO COLTO

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Comunione e lesbiche

17 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #ATTUALITA'

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La figlia della donna morta di cui si sta celebrando il funerale non può prendere la comunione se è lesbica: lo ha deciso padre Marcel Guarnizo, che celebrava presso la parrocchia Saint John Neumann di Gaithersburg, poco a nord di Washington, Usa. Barbara Johnson, omosessuale, al momento della comunione, incolonnatasi con tutti gli altri, si è vista negare il sacramento dal sacerdote.

Vai a capirli  questi preti. I pedofili vanno bene, gli omosessuali no.

E poi non sai come la prendono: Lucio Dalla era rispettato, andava a messa. Mai un problema.

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Al varo la riforma del lavoro

17 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

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La riforma del Lavoro è vicina al varo. Ma piace solo a (parte) della maggioranza. I sindacati la bocciano, ma c'era d'aspettarselo, Confindustria auspica «una buona riforma», sottintendendo che quella confezionata dal governo Monti non lo è, mentre nella stessa maggioranza, se Pdl e Terzo Polo sono favorevoli, il Pd tace sul merito della questione. Un silenzio significativo.


 

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VASTO : nuova alleanza, nuova foto

16 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

0 Vasto.

I due cardini dell’alleanza di Vasto (Idv e Sel) si trovano costantemente su un fronte  opposto a quello che ha scelto di presidiare il Pd in questa fase della legislatura. Contro Monti, nei fatti. Contro le riforme del governo. Contro la riforma del mercato del lavoro. Contro la riforma delle pensioni. Persino contro la Tav.

Ora il futuro del PD non sembra più  orientato sul perimetro delle vecchie alleanze. I due di Vasto (Vendola e Di Pietro) sono ormai un ricordo .

Il mondo è cambiato, ovviamente. Il Pd non è più quello di prima. E continuare a far finta che non sia accaduto nulla in questi mesi è semplicemente suicida.


 

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Ma quale paccata ! E' il gesto dell'ombrello ch'è trend !

16 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #SATIRA UMORISMO COLTO

La foto di Casini su twitter entra subito nella satiraamici-miei-1.

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Fuscaldo foto

16 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #FUSCALDO

[ da facebook profilo di James Oracoli  e altri]

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da facebook

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Fosforo bianco Israele - lo sai che ... ?

16 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

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Lo sai che quelle NON sono stelle filanti? E’ fosforo bianco, che Israele spende e spande durante le sue incursioni aeree sulla striscia di Gaza. Provoca tremende ustioni e menomazioni.

« Il fosforo bianco a contatto con l'ossigeno presente nell'aria produce anidride fosforica generando calore. L'anidride fosforica reagisce violentemente con composti contenenti acqua e li disidrata producendo acido fosforico. Il calore sviluppato da questa reazione brucia la parte restante del tessuto molle. Il risultato è la distruzione completa del tessuto organico. » - Wikipedia

Il fosforo bianco è un'arma micidiale, ma Israele dice che non la usa per attaccare, bensì per "creare fumo" e proteggere i loro militari.

Ma lì c'è un'ambulanza, case, un ospedale, quelle persone sono DISARMATE e di fumo se ne vede ben poco.

Queste immagini, difficilmente le vedrete sui media ufficiali. Fatele girare, e chiedete a gran voce che Israele FERMI i suoi attacchi. Grazie.

(Fonte: http://on.fb.me/wF7Akn)

Nota :  la foto non è probabilmente stata scattata i questi giorni, ma verosimilmente risale ai tempi dell'operazione "piombo fuso".

di: Informare Per Resistere

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Belén e video hard (vignetta)

15 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #SATIRA UMORISMO COLTO

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Paccate di Elsa - ma i soldi sono tuoi ? (vignetta)

15 Marzo 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

Ricatto sulla pelle dei lavoratori ma anche una volgare arroganza senza freni, “la paccata di miliardi” come carota e bastone per chi si oppone alla barbarie definitiva nel mondo del lavoro.

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E poi non solo il linguaggio, ma anche la concezione sottesa: “perché dovremmo metterci una paccata di miliardi”. Mi scusi signora ministra, ma i miliardi son i suoi, li mette lei? Pensa, lei, che il governo sia di proprietà di un manipolo di ricchi oligarchi privi di legittimazione popolare? Pensa, lei, che la trattativa del governo possa essere affrontata alla stessa stregua di una questione privata? Con il medesimo approccio con cui, lei, tratterebbe una questione condominiale?

 

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