poesia
Ghirigori - poesia
Ghirigori
Esiliato dal tempo
non posso viverti
e pallidamente aspetto
di qua e di là
come morto
non ancor risorto
senza gloria.
Loschi bagliori.
Eppure questo corpo sguscerà
per vivere la serpe
in questo nulla che ci separa.
Clandestina novità
che si arrampica,
che sale
che scende
e s’aggrappa spingendoti
ora in alto,
ora in basso.
Potremmo alzarci urlando
mano nella mano
schiena contro schiena
investendo i colori
ora il rosso, ora l’azzurro
oltre la spiaggia
sempre più piccola sino al punto.
Non possiamo cadere.
Noi non ci siamo.
E ancora più su
rapiti dal vento
zavorrati solo dai genitali.
Poi, a poco a poco,
riportandoti giù
assaporare ancora
quell’attimo magico
l’uno nell’altra
cullati nell’arco di luce.
E infine silenzio
nella vertigine
leggero come l’aria.
Caranas
Ed anche oggi è passato
25 ottobre 2017
Tu forse sei già in salvo
ed io condannato a vivere
dove tu non sei più.
Un inferno.
La speranza non mi è stata amica.
Così, uniti e divisi,
tu là , io qui,
dovremmo tenere la porta socchiusa,
come due oceani.
Soli con la preghiera,
alimento insipido-disperazione.
VIVERE
Tutti noi sappiamo che non sempre splende il sole sulle nostre vicende, ma non per questo dobbiamo pensare sempre in negativo, anzi... è importante imparare a cogliere i segnali di speranza e a coltivarli nel nostro cuore. E per fare tutto questo non servono titoli altisonanti, capacità sovrumane o doti straordinarie, che quindi sarebbero di pochi: tutti possiamo amare, che, in definitiva, è il segreto per vivere...è la ragione della nostra esperienza umana.
Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.
Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.
Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.
Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.
[Angelo Maria Ripellino, Poesie. 1952-1978, Torino, Einaudi 1990, p. 21]
Buonanotte con due mie poesie (Caranas)
Connessioni
Qualcuno vive,
qualcuno vive già morto.
Eternamente,
senza separarsi dal passato.
Camminando a rovescio
rimpianti e speranze
emergono precocemente,
sostituiti da altre speranze
specchio virtuale di taglio.
Felicità dimenticata
e profondamente rimossa
dal sacco inconscio,
continua ad alimentare
anelito di vita …
giusta, dura,
che affiora diversa,
ridando provvido sorriso.
Ritorno in apatia
Ora vedo la pianura con filari d’alberi a confine
e vi affondo gli occhi catturandola
aderente alle pareti dello stomaco
come un guanto di trasparente lattice.
Stiamo arrivando, tra poco saremo in Centrale.
Incomincia a piovere e quel verde si offusca .
Ci sta proprio bene una lavata al cuore,
ed anche alla mente.
Tutu- tum, tutu-tum, mi è rimasto nelle orecchie
per tutta la notte, ora non lo sento più,
siamo in Lombardia.
Tutto scivola col niente da spiegare.
Allento piano la presa d’appoggio
e cerco vie d’uscita.
No, non si può fumare !
Il crampo torna con la realtà
oltre la lucida fibra dei sensi
col cielo grigio in aria che palpita di brezza.
Solo venti minuti ancora,
poi quel buco scuro ci ammanterà
e ricomincerà il trantran.
E’ passata la notte , ma non la stretta.
POESIE NOTTURNE
Ansia - una mia poesia vecchia di almeno 15 anni, inserita nella raccolta "Non c'è verso" Edizioni Book Sprint ---------http://www.booksprintedizioni.it/libro/poesia/non-c-e-verso
Sottofondo musicale :
Fuscaldo mare d'ottobre
Devo assolutamente partire
e il mare è di nuovo cupo.
Ultima notte per ora.
Chi chiamo ?
Nessuno. E’ meglio il mio eco.
Onde che mi schizzano in rumore che rimbomba.
Solo Roberto a far compagnia.
Anche lui nero come il mare
urta stupito un sasso nel suo andare
claudicante e noioso in una campana di schizzi
d’acque infedeli.
Devo partire. Parto, invecchio,
che importa, anche il mare mi sbatte la porta.
C.A.