Da qui Allah
2 Settembre 2010 , Scritto da CARANAS Con tag #FUSCALDO
Settembre , andiamo...
di Caranas
In questo inizio settembrino, dopo una lettura laica della bibbia, eccola puntuale una nuova mezza crisi mistica. Mi mancava. Sarà l’effetto Gheddafi. Continuo a pensare che se Dio può uccidere l’uomo, non può cancellare il fatto dei fatti : che l’uomo ( e la donna) avendo violato il suo divieto e mangiato il frutto dell’albero della conoscenza , sono irrimediabilmente simili a lui. E da qui tutto il male della terra, soprattutto quello di Fuscaldo. La mia è forse una visione distorta delle cose, ancorata ad una ideologia troppo sinistrosa (o sinistra?) che non esiste più. L’approccio ad altre visioni è però vano nel circoscrivere la realtà. Assai più reali risultano gli infiniti e multiformi segni che si sprigionano da ogni parte in cui di malavoglia mi sono calato. Fuscaldo per me sta diventando un tarlo. Ognuno di questi segni con tanto nero intorno a rabbia tipicamente calabrese, ambisce a trasformarsi in discorso con scopo di rivelazione liberatrice che nel contesto fuscaldese assume declinazioni quasi antropologiche. Mi è però chiaro il fine : la parte non chiusa del passato vista con una lente necessariamente diversa da quella comune e tipicamente fuscaldese , riaffiora con voglia seminascosta di riscoprire una storia inedita proiettata in un futuro brillante per la “culla” denunciando svantaggi dell’isolamento e dell’indifferenza, come condizione unica per assicurarmi la sopravvivenza di quella gran parte di spirito che ha le sue radici in quella culla , in questa visione disincantata del presente. Facile a dirsi ora che ho vinto quasi per caso solo 91 € al superenalotto. E se avessi fatto 6? Starei ancora qua a scrivere queste cose? Non so.
Non sono passati molti giorni dal rientro ed ancora non riesco a cancellare quelle facce che mettevano a nudo la loro realtà sottocutanea. Facce che hanno rotto l’uniforme , protette però da un campo magnetico che non fa filtrare fuori, come da un buco nero, la vergogna. Facce entrate in quel per loro vario che vario non è, trincerandosi senza apparenti canali di congiunzione se non quello del servilismo schivo della solidarietà altrui. Da Fuscaldo a Salimati , ripercorrendo quella strada tante volte itinerata da adolescente in groppa ad un galletto Guzzi, nella canicola di agosto, tra campagne addomesticate , colture a tappetino, alberi a quadriglie e strade incanalate tra siepi e muretti, ogni anno mi lascio ricatturare da questi luoghi non sconosciuti dove il fuscarisi sta dentro le cose gravemente. E non c’è danza nel suo passo, assente nella sua origine greca (più o meno). Ora osservi e vedi che non rimane neanche quell’identità pastorizia generosa che tanto mi rallegrava a 10 anni con panari pieni delle migliori cose della terra lavorata. Che pace ora alla Serricella non più trafficata come allora. Positivo o negativo? Segno dei tempi. Ombre, uomini, soltanto uomini soli. Occorrerebbe un passo più lungo da qui Allah …
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“ Non c’è verso ” è una silloge di poesie intensa, sincera, pura, in cui non c’è spazio per momenti che vogliono essere celati o tenuti per sé. Nel libro si avvertono frequentemente momenti di buio, ma quasi sempre seguiti da una piccola luce in fondo al tunnel. Una poesia non va spiegata diceva Pablo Neruda: "Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l'esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla." , ai lettori resta l’interpretazione. ( Nicoletta Mandaradoni )
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