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Blog  di Caranas

Federalismo, cedolare al 21 % ma con canone bloccato

28 Gennaio 2011 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA


La cedolare secca sugli affitti cambia di nuovo: l'aliquota sui canoni liberi scende al 21 dal 23% e il proprietario non potrà cambiare il canone nemmeno per l'adeguamento all'inflazione.

Lo si legge nel nuovo testo (il terzo) del decreto sul federalismo municipale che il governo ha depositato oggi in Parlamento per superare le critiche di opposizioni e sindaci, in vista del voto in commissione bicamerale del 3 febbraio prossimo.

Nel caso di canoni concordati l'aliquota scende al 19% dal 20 del precedente testo.

Il nuovo decreto prevede anche che la cedolare, a cui si aderisce su base volontaria, non abbia effetto se il proprietario non ha "dato preventiva comunicazione" all'inquilino con una lettera raccomandata.

Scompaiono invece le agevolazioni per le famiglie numerose chieste dal terzo polo (Fli, Udc, Mpa e Api) nel limite di 400 milioni di euro.

I comuni avranno diritto a una quota del gettito raccolto con la cedolare secca pari al 21,7% nel 2011 e al 21,6% dal 2012.

SBLOCCO ADDIZIONALI IRPEF DA SUBITO MA CON LIMITI 

Come atteso, i comuni incassano lo sblocco delle addizionali comunali sull'Irpef anche se con un alcune limitazioni.

Il governo dovrà emanare infatti entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del federalismo municipale un decreto per disciplinare "la graduale cessazione, anche parziale", del blocco 

Tecnicamente, il decreto sarà emanato dal presidente del Consiglio su proposta del ministero dell'Economia e d'intesa con i comuni.

Nel caso in cui il governo non dovesse approvare il decreto, i comuni che non hanno l'addizionale o ce l'hanno in misura inferiore allo 0,4% potranno aumentarla nei "primi due anni" di 0,2 punti percentuali.

Inoltre, lo sblocco può scattare anche retroattivamente per il 2010, se i sindaci emanano le relative delibere "entro il 31 marzo 2011".

I comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti potranno anche stabilire addizionali Irpef differenziate "in relazione agli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti dalla legge statale".

Cambia pure la tassa di soggiorno, che i comuni potranno istituire "in proporzione al prezzo" delle camere di hotel sino a 5 euro per notte. Scompare quindi la soglia minima di 50 centesimi.

Potranno istituire la tassa di soggiorno non solo i comuni capoluoghi di provincia ma anche le unioni di comuni e i comuni che rientrano negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d'arte 

ALIQUOTA IMU ALLO 0,76%

Altra novità del nuovo testo, i comuni potranno istituire imposte di scopo per finanziare opere pubbliche 

Scompare dal 2012 nelle Regioni a statuto ordinario l'addizionale all'accisa sull'energia elettrica e viene corrispondentemente aumentata l'accisa erariale.

I sindaci la spuntano anche su un altro elemento: il decreto fissa da subito allo 0,76% l'aliquota dell'imposta municipale propria, che dal 2014 accorperà per le seconde e terze case Ici e Irpef su redditi immobiliari.

Il governo potrà però modificare l'aliquota con decreto della presidenza del Consiglio "tenendo conto delle analisi effettuate dalla Commissione paritetica sul federalismo fiscale.

Resta la facoltà per i comuni di alzare o ridurre l'aliquota di 0,3 punti percentuali. Nel caso di immobili in affitto, l'aliquota è ridotta della metà e i comuni la potranno modificare di 0,2 punti verso l'alto o verso il basso.

 Non cambia neppure il lungo elenco di esenzioni dall'imposta, a cominciare dagli immobili della Chiesa, degli enti e delle associazioni cattoliche che gestiscono ospedali e cliniche, scuole private e alberghi.

 Fonte : www.reuters.it 

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