SUL 22 GIUGNO FORSE AVEVA RAGIONE LA ZANICCHI. QUESTA E' LA PROVA!- Berlusconi a colloquio fitto fitto alla Camera
Di cosa hanno parlato Di Pietro e Berlusconi nel colloquio a sorpresa alla Camera? Un ringraziamento per non aver chiesto la fiducia?
Gli ha pure inviato un bigliettino di complimenti. Silvio Berlusconi nei momenti di difficoltà cerca Antonio Di Pietro. Lo ha fatto nel 1995, dopo la caduta del suo primo governo, lo ha fatto oggi alla Camera. Il pretesto è stato l’intervento del leader dell’Idv rivolto a Pierluigi Bersani: “Dobbiamo creare l’alternativa, il Pd ci convochi e diamo vita a una opposizione”, ha detto. Il premier si è prima seduto nell’emiciclo accanto a Di Pietro, i due hanno parlato per diversi minuti, poi gli ha inviato un biglietto. Che l’ex pm ha poi negato di aver ricevuto. Ma certo si sono parlati. A lungo. Cosa si sono detti? Berlusconi non ha voluto rispondere e ai cronisti che glielo hanno chiesto ha mostrato un sorriso, mentre Di Pietro ha riferito di avergli detto “che farebbe davvero il bene del Paese se se ne andasse al più presto”.
I due non si parlavano faccia a faccia dal 18 febbraio del 1995. Da quando Berlusconi, dopo aver assistito alla caduta del suo primo Governo, invitò Di Pietro ad Arcore. E gli offrì mari e monti: la direzione dei servizi segreti, la nomina a capo del Sis (servizio ispettivo governativo contro la corruzione negli enti pubblici), la nomina a capo della Polizia o, in caso di un suo ingresso in politica, la poltrona numero due di Forza Italia. Di Pietro rifiutò tutte le offerte. Poi disse pubblicamente: “Con riferimento alle notizie su eventuali incarichi ministeriali che potrei essere chiamato a ricoprire, pur onorato per l’accostamento del mio nome ad altissime cariche, ribadisco che non intendo assumerne alcun impegno politico”. E’ il 14 gennaio del 1995. Qualche mese dopo, al processo contro il generale della Guardia di Finanza Giuseppe Cerciello, l’avvocato Carlo Taormina apre la seconda grande offensiva giudiziaria contro l’ormai ex magistrato Di Pietro.
Oggi si sono riparlati. Il premier si è avvicinato a Di Pietro con il pretesto dell’intervento che l’ex pm aveva appena terminato in aula. Un intervento che doveva essere contro il governo, in piena verifica di maggioranza, e invece è stato totalmente rivolto ai partiti di opposizione e, in particolare, a Bersani. Il Pd “ha il dovere di convocarci per vedere quello che vuole fare. Ci è stato chiesto di fare le primarie: su che cosa, per quale programma e con chi?”, ha detto. ”Bisogna cominciare subito a costruire l’alternativa”, ha esortato il leader dell’Idv, in diretta televisiva, “comincia tu, amico Luigi, perché spetta a te il dovere, l’onore e l’onere di convocarci”. Questa mattina il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha ricordato, “ha detto una cosa che deve farci riflettere. E noi che facciamo? Ha detto che ci sono 3-4 opposizioni”. Bene, ha aggiunto, “io credo che dobbiamo sfidarlo su questo campo proprio perché altrimenti ci limiteremmo a chiedere il voto ai cittadini come plebiscito positivo o negativo sull’attività di governo di Berlusconi”.
I cittadini, ha aggiunto Di Pietro, “hanno già detto alle amministrative e ai referendum che c’è una delusione, una divaricazione tra la maggioranza numerica di questo Parlamento e quella reale del paese. Siccome difficilmente questo governo si schioderà, abbiamo due anni per costruire l’alternativa ma dobbiamo cominciare subito”. Dunque, ha incalzato, “qual è il nostro programma, la nostra coalizione, il nostro modo di scegliere la leadership? Non lo so cosa offriamo come alternativa, perché non ho ancora avuto una riunione con gli altri leader dell’opposizione”. E ancora. “Su che cosa faremo le primarie? Con quale programma e per chi?”, ha chiesto. “Su questo punto serve chiarezza per evitare salti nel buio”, ha ammonito.
“Non me la sento di dire ai cittadini di votare un leader senza dire dove mi porta, magari un oscuro premier che parla bene e affabula tanto, ma non so se ha in capo un mondo liberale, di economia basata sulla libera concorrenza, sulla meritocrazia, sull’efficienza del servizio pubblico”, ha sottolineato. “Io non ci sto più a sentirmi dire ogni volta che si parla di opposizione la sinistra, l’opposizione è fatta da forze politiche che mettono insieme con grande capacità la solidarietà della sinistra, la difesa delle fasce più deboli della sinistra, la legalità della destra sociale, bisogna mettere insieme solidarietà e libero mercato”, ha spiegato ancora Di Pietro. “Io sento una responsabilità dopo avere dimostrato di sapere fare opposizione. Se oggi discutiamo di tre referendum è per l’Italia dei valori”. Oggi, ha concluso, “siamo qui e vogliamo discutere di un programma e vogliamo sapere in che cosa consiste questo programma. Chiediamo a gran voce di dare una risposta concreta. Facciamola vedere l’alternativa a questo governo”
Altro su un quotidiano della Sardegna
Antonio Di Pietro è rimasto, insolitamente, a parlare qualche minuto con il Premier Silvio Berlusconi e ha incassato il sarcastico commento di Bersani: “Non sono geloso, beato lui”.
Inatteso colloquio nell'Aula della Camera tra Silvio Berlusconi e il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. Non appena è stata sospesa la seduta in attesa del dibattito in diretta tv, Berlusconi si è alzato dal banco del governo per avvicinarsi a Di Pietro: i due hanno preso posto al banco della commissione, al centro dell'emiciclo e si sono intrattenuti in conversazione per diversi minuti.
IL DISCORSO – Dopo la pausa il leader dell'Idv ha attaccato il governo sfidando Berlusconi a smetterla con le leggi ad personam “che la gente non vuole più” e a fare provvedimenti “seri che interessano alla gente”. Ma l’ex magistrato non ha risparmiato critiche al segretario del Pd Pierluigi Bersani e lo ha invitato a convocare al più presto una riunione di coalizione per dar vita ad una vera alternativa: “Incontriamoci oggi stesso per parlare di leadership e di alternativa. O siamo in grado di fare questo oppure non siamo neppure degni di criminalizzare Berlusconi. Dobbiamo farci vedere uniti”.
BOTTA E RISPOSTA - Il leader del Pd Pierluigi Bersani dopo qualche ora ha rilanciato: “È ora di liberare le energie nuove di questo paese, e ce ne sono tante come abbiamo visto alle amministrative. L'alternativa sta lì. E di riunioni ne faremo quante ne vorremo”. Di Pietro non ha perso tempo: “Allora passiamo dalle parole ai fatti”.