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Blog  di Caranas

A metà strada - Un mio vecchio articolo del 2010

21 Maggio 2024 , Scritto da CARANAS Con tag #Agosto 2010

A metà strada

31 Agosto 2010      

                                                  Fuscaldo - panorama

   Ennesimo ritorno estivo dalla mia  Macondo. Quest’anno il paese l’ho trovato ancora più invecchiato; come le cellule che negli anni riproducendosi perdono pezzi di DNA e come le fotocopie da fotocopia. Brutte riflessioni davanti a tale realtà.

   Ci siamo mossi nel liquido di mare merdoso ora si ora no,  ma quello ormai è un problema irrisolvibile nella mentalità di chi ci governa in regione. Il mare è visto non come fonte di risorse e di sviluppo ma come ricettacolo di tutti i mali che questa terra produce.

   Noi “milanesi” stiamo in una posizione di privilegio. Siamo al nord e neanche tanto neutri. Nel sud non troviamo più neanche gli uomini vicino ai ruminanti, neanche la ricotta arriva più sotto casa al mattino. Resta solo il pescivendolo puntuale alle 8.30 che urla :   “alici, alici paisani frischi “ facendoti incazzare di primo mattino non tanto per il prezzo abbastanza alto ma perché ti ricorda che hai speso a Milano 89 € inutilmente dato che  la chiavetta Alice Onda non funziona.

   Per il resto silenzio assoluto. Una volta,  di giorno c’era il gracchiare delle ciaule , ora neanche quello.

   Né civiltà agricola, né civiltà meccanica. Tutto sommato dovrebbe essere un vantaggio. E invece no. Solo depressione senza futuro; che si aggrava quando non puoi salutare più i vecchi amici che hanno seguito la strada in discesa, quella verso il cimitero.

   E’ veramente strano dover fare ora i conti con questa  realtà . Non pensavo che superati i 50 le vecchie generazioni paesane mi sarebbero mancate. Ma poi passa. Basta tenere aperti gli occhi verso la nostra montagna o guardare dal passo il nostro  presepe e poi chiudere le finestre  navigando con la mente e tutto passa. Ti passa? A me non è passato nulla. Anzi è stato necessario riaprire subito le windows per non diventare più nero con altre immaginazioni.

  Fuscaldo, culla della nostra gente, disegno caldo di una sapientissima mano, ci stai allontanando. Quanti di noi dopo questi incubi ripetuti come l’acqua potabile che cessa di scorrere all’improvviso senza avviso alcuno (una volta avvisava il banditore del paese con largo anticipo in ogni quartiere) avranno ancora voglia di tornare? Quale spietato Dio potrà farti risorgere ora che sei a metà di quella strada in discesa?

 

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