NON SOLO ‘NDRANGHETA PER I RIFIUTI TOSSICI IN MARE
18 Settembre 2009 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA
di Carmelo Anastasio
L’inabissamento, da parte delle organizzazioni mafiose delle “navi a perdere” e dei rifiuti nocivi in esse stivati, era ormai noto sin dal 1992. La notizia del ritrovamento , al largo ma non
tanto della costa di Cetraro, di un relitto carico di bidoni schiacciati dalla pressione a 480 metri di profondità, fa riflettere e sulla
lucrosa attività criminale del traffico di rifiuti tossici che la ‘ndrangheta esercita ormai da lungo tempo con protezioni (sembra) di apparati statali, sia sulle conseguenze per le popolazioni e
le attività di quella terra dimenticata da Dio, ma non dagli uomini politici a cui frutta enormi ricchezze. Chi scrive può sperare solo che nel caso in cui i fusti dovessero veramente contenere rifiuti tossici, non vi sia stata
contaminazione e non vi sia pericolo per l’uomo e per la fauna marina tenuto conto che non esiste un
trattamento che consenta di invertire gli effetti delle radiazioni.
Silenzi e collusioni eccellenti sembrano accompagnare questi “affari”. Ma anche morti. E in questo momento penso a Ilaria Alpi uccisa in Somalia nel 1994 (cosa aveva scoperto?) col suo cameramen e a Natale De Grazia funzionario della Repubblica a Reggio Calabria , morto mentre indagava sulla Yolly Rosso.
Le dichiarazioni del pentito Francesco FONTI , ex boss della ‘ndrangheta appaiono sconcertanti e di una gravità eccezionale soprattutto se si pensa che già nel 2005 un dossier (pubblicato da L’Espresso) depositato alla Direzione Nazionale Antimafia, informava l’Organo dello Stato sui fatti dell’affondamento al largo di Cetraro della Cunski e di quello della Yvonne A nel mare di Maratea. Una terza nave, la Voriais Sporadais con 75 bidoni di sostanze tossiche, si sa oggi dal Fonti che è stata affondata al largo di Melito Porto Salvo.
Parla il pentito Fonti e racconta i fatti con dovizie di particolari. E molti politici di destra e di sinistra , incominciano a preoccuparsi. Ora il Fonti viene chiamato anche dal consigliere della Direzione nazionale antimafia Vincenzo Macrì. I nuovi particolari non ancora resi noti, ma che potranno essere letti sull’Espresso di domani sabato 19, faccio fatica a riportarli e sinceramente creano, data la loro pericolosità anche una certa preoccupazione, visto che puntano a colpire molto in alto nel quadro delle istituzioni e in quello della malavita internazionale. Riportarli non è facile, non per me che in quanto a “fare cronaca” sono solo un principiante. Pensate ai nomi dei personaggi implicati nell’affaire : Guido Giannettini, Riccardo Misasi, Ciriaco De Mita, Vladimir Putin – al tempo agente del KGB-, un fantomatico “Pino” agente del SISMI, Gianni De Michelis e Craxi (“La spazzatura deve essere buttata in Somalia”) . Sempreché le “gocce” del pentito Fonti, che vengono fuori attraverso i giornali, siano veramente attendibili visto che oggi (venerdì) non c’è stato tempo sufficiente per una verifica ( i particolari si sapranno domani su L’Espresso).
Storia veramente incredibile e allucinante . E da domani sarà soprattutto imbarazzante per diversi politici, visto che il pentito Fonti, che riceveva il 20% del totale per ogni operazione (si partiva da 4 miliardi di vecchie lire sino a un massimo di 30), per salvarsi la vita si segnò il tipo di macchine “fornite direttamente dal SISMI “ e col tipo anche le matricole di tali autovetture diplomatiche usate per non subire controlli alle frontiere.
A quanto pare, il ritrovamento della Cunski non è la fine della storia ma l’inizio di una scia di conseguenze imprevedibili tra segreti inconfessabili della nostra nazione.
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