ALFANO : "emergenza carceri"
... ovvero : ecco come ti spreco denaro pubblico
di
Caranas
L’emergenza carceri diventa la nuova parola d’ordine nella propaganda del ministro . Ci sono 44.000 posti, ne occorrono altri 24.000. Il
sovraffollamento c’è , ok, non capisco però la necessità del nuovo piano di edilizia carceraria approntato dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, dato che esistono già sul
territorio nazionale ben 40 penitenziari pronti ma vuoti ( diversi già collaudati e arredati nonché dotati di accorgimenti tecnici all’avanguardia) . Ė facile fare il bastian contrario direte voi ; e invece no, non è cosi , ed eccovi un elenco (da ricerca in rete)
delle carceri vuote , costruite con spesa di moltissimi miliardi di lire e mai utilizzate . Perché ? Perché come i detenuti insegnano, queste strutture costano a tenerle aperte e funzionanti. Ma
allora perché spendere altri soldi ? Non è più facile sfruttare l’esistente ?
A me sembra che questo governo si autoalimenti grazie alla propaganda, come per la riduzione dell'irpef. Non aumentano le tasse? Balle! Provate a fare la spesa ! Ormai i mercatini del sabato fanno affari d'oro.
L’elenco ( incompleto )
- Gela (Caltanisetta)
- Busachi ( Oristano)
- Licata (Agrigento)
- Bovino (Foggia)
- Miceto (Vibo Valentia)
- Squillace (Catanzaro)
- Orsara (Foggia)
- Volturara Appula (Foggia)
- Monopoli (Bari)
- Altamura (Bari)
- San Valentino (Pescara)
- Arghilla (Reggio Calabria)
- Revere (Mantova)
- Gragnano (Napoli)
- Minervino (Bari)
- ecc. ecc.
Da : "Il Manifesto" di sabato 16.1.2010 riporto l'articolo
di
Eleonora Martini - ROMA
Carceri troppo piene, Alfano allarga le celle
Dibattito alla Camera sul sistema carcerario. Il Guardasigilli annuncia il suo piano di edilizia giudiziaria e propone «lo stato d'emergenza» per ottenere da Tremonti almeno
i 500 milioni di euro stanziati nell'ultima finanziaria. Per Antigone «è un bluff». Le associazioni chiedono misure alternative e la revisione delle leggi sull'immigrazione e le droghe Alfano
allarga le celle Il ministro della Giustizia dichiara lo stato d'emergenza e presenta il suo piano: nuovi penitenziari e più agenti
Nelle carceri italiane è lo Stato ad essere illegale. Ma non è certo per contrastare questo tipo di illegalità che il guardasigilli Angelino Alfano ha annunciato ieri un nuovo Piano carceri che presenterà oggi in Consiglio dei ministri «assieme alla richiesta di stato d'emergenza». La «risposta organica» del governo al sovraffollamento carcerario ruota attorno ad un unico obiettivo: costruire nuove carceri o ampliare i 206 istituti di pena esistenti per incrementare «fino a 80 mila posti» la capienza detentiva stimata oggi attorno alle 43 mila unità (66 mila le presenze reali a fronte di una tollerabilità massima di 64 mila). Un Piano che il ministro della Giustizia ha descritto sommariamente intervenendo nell'Aula di Montecitorio durante il dibattito che ha preceduto l'approvazione senza batticuori di cinque mozioni (quattro dell'opposizione e una del Pdl) che «impegnano» il governo a cercare soluzioni ad un problema ormai oltre la soglia della decenza.
Per riuscire a far calendarizzare il dibattito e portare al voto le cinque mozioni, la deputata Rita Bernardini è stata in sciopero della fame per 16 giorni. Ma propriomentre la Camera si apprestava ad approvare dodici dei venti punti proposti nel suo documento sottoscritto da circa 90 parlamentari «per far rientrare le carceri nella legalità», e fuori dal palazzo, in piazza Montecitorio, i suoi compagni radicali insieme a Rifondazione comunista e alcuni sindacati di polizia penitenziaria davano vita a un sit-in di protesta, il ministro Alfano annunciava i «tre pilastri» del nuovo Piano, forse più realistico dell'ultimo proposto dal commissario straordinario Franco Ionta (coinvolgimento dei privati nella gestione carceraria)madi sicuro mosso dallo stesso anelito, secondo il giudizio di molte associazioni che ieri hanno partecipato alla conferenza stampa indetta da Antigone, Arci e Vic-Caritas volontariato in carcere per proporre soluzioni concrete. Tre pilastri,
dunque, secondo Alfano: «un piano di edilizia giudiziaria che ponga il nostro paese al livello delle sue necessità», portando il «livello di capienza attorno agli 80 mila posti»; «norme di accompagnamento che attenuino il sistema sanzionatorio per chi deve scontare un piccolissimo residuo di pena»; «una politica del personale permigliorare la condizione complessiva delle nostre carceri» che assicuri almeno l'assunzione di «2 mila nuovi agenti di polizia penitenziaria». Non certo le misure richieste dalle mozioni dei radicali, dell'Idv e (in parte) del Pd, o dalle associazioni di volontariato, come l'aumento delle misure alternative, la riduzione dei tempi di custodia cautelare, la revisione delle tre leggi criminogene, quella sulle droghe, sull'immigrazione e sulla recidiva (exCirielli), l'attuazione della legge Muraglia per il lavoro in carcere, lo stanziamento di fondi per l'assunzione di educatori e assistenti sociali, soluzioni alternative per le donne detenute con bambini e per la disastrosa condizione sanitaria.
Nonuna parola su come prevenire davvero la terribile sequela di suicidi che caratterizza la prigioni italiane (ieri dopo Altamura, Cagliari e Sulmona, è stata la volta di Verona: è il
quarto detenuto che si toglie la vita dall'inizio dell'anno). Nulla di tutto ciò. Per ilministro Alfano invece la decretazione dello stato d'emergenza è unmodo come un altro di ottenere
soldi dal ministro Tremonti (almeno la copertura dei 500 milioni di euro stanziati nell'ultima finanziaria) per il Piano di edilizia carceraria, e per soddisfare le richieste di maggiore libertà
e operatività avanzategli dallo stesso Ionta. Sul modello di Bertolaso con il terremoto aquilano, per intenderci. Ma, sostiene Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, i numeri di Alfano «sono
un bluff»: «Con 500 milioni in finanziaria, infatti, non riuscirà mai ad arrivare agli 80 mila posti letto promessi perché se ne dovrebbero aggiungere 37mila,mentre con 500 milioni al massimo si
avranno 5mila nuovi posti letto dato che, secondo stime del Dap, un carcere di 200 posti letto costa inmedia 20milioni». Se si pensa poi che ogni mese la popolazione detenuta si incrementa di
circa 800 unità, è chiaro che senza altri interventi la soluzione governativa è senza senso. «Con la sua politica di carcerazione di massa, il ministro Alfano dimostra solo di essere un
pericoloso sovversivo», attacca Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia e garante dei detenuti di Firenze che propone invece di commissariare il Dap, «divenuto un organo elefantiaco
paralizzato di fronte ad un dramma quotidiano».È infuriato, Corleone, soprattutto perché vede nello stato d'emergenza di Alfano, ilmodo «per secretare, come si cerca da tempo, sia le gare che i
risultati degli appalti per la costruzione dei nuovi penitenziari». Ricordate le carceri d'oro al tempo di tangentopoli? Per questo, secondo Corleone, bisogna «preparare una mozione di sfiducia
individuale per cacciare Alfano, un ministro davvero inadeguato».