Angela Maria Aieta madre coraggio fuscaldese, desaparecida da non dimenticare
14 Gennaio 2010 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA
Quei bastardi dicevano: "ti porto su un aereo e ti butto giù. L’unica difficoltà che incontrerai è che dovrai continuare il volo con mezzi propri … "
di Carmelo Anastasio
Angela Maria Aieta era nata a Fuscaldo nel 1921 ed era una donna che non poteva accontentarsi dell’unica ricchezza che offriva il
mare calabrese , l’emigrazione in Argentina era quasi un obbligo in quell’anno. A Livorno era appena nato il Partito Comunista d’Italia (soppresso 5 anni dopo dal regime fascista) e gli interessi dei lavoratori non erano difesi. Partì col padre come tanti altri figli di Fuscaldo ( 18.674 dal 1870 al 1971) in cerca di lavoro in una terra lontana. Nessuno avrebbe mai immaginato che
un’altra violenta dittatura l’avrebbe poi uccisa nel nuovo mondo. Nata in una casa rosa davanti al mare , in mare morì e il suo corpo non fu mai
restituito.
Donna coraggiosa e dal carattere forte , col suo silenzio salvò tantissime persone. Il coraggio è nel DNA di questa famiglia; a Fuscaldo , il 6 giugno 1942 , un suo parente , sfidando i fucili degli occupanti la casa rosa, salvò 42 persone della nave Cagliari ( il relitto?) silurata dagli inglesi . Angela Maria fu arrestata a Buenos Aires il 5 agosto 1976. Doňa Maria era una mamma coraggio che si mobilitò per creare un movimento di pressione per la liberazione dei detenuti politici. Prelevata dalla sua casa nella calle Cachimayo da un commando di 15 militari ( di più non ce ne erano per una donna indifesa) fu imprigionata , torturata per mesi e assassinata. Dalla sala delle torture ( con la picana elettrica e manganello) tornava in posizione orizzontale legata e bendata , non lamentandosi diceva alle altre : “coraggio, siamo ancora vive”.Il figlio Dante, nel padiglione della morte del carcere di Serra Chica, apprese la notizia da una guardia carceraria. Non seppe più nulla, non c’era nessun contatto con altri carcerati. Solo dopo 19 anni ( anche se innocente, il giudice lo lasciò in carcere per salvargli la vita- fuori lo avrebbero ucciso) , nel 1995, attraverso testimonianze di ex detenuti (Norma Mediaz e Marta Alvares), venne a conoscenza del tragico epilogo. Un altro figlio di Angela , Jorge ( militante dei Montoneros e assomigliante molto a Che Guevara) si salvò rifugiandosi nel 1978 nella casa rosa a Fuscaldo dallo zio Peppino Pollola insieme alla sua compagna Nenè per circa tre mesi. Poi cercò l’aiuto di Pertini a Roma ma tutto fu inutile e decise di rientrare in Argentina. Nell’aprile del 1979 fu sequestrato per strada e da allora scomparso. Durante la prigionia , Angela fu spesso torturata, picchiata , denudata, pistola puntata alla tempia, in bocca… con un medico pronto a dire ai carnefici quando potevano riprendere con la picana elettrica sul lettino di ferro. Incatenata ai piedi ed ammanettata anche quando doveva mangiare , riusciva a portare conforto alle altre detenute anche se non si reggeva in piedi.
E nei primi giorni di ottobre del 1976, arrivò il fatidico mercoledì (giorno dei trasferimenti , non in altro carcere ma all’altro mondo), come da testimonianza di Marta Alvarez che voleva seguirla (alla stessa più tardi una guardia disse : “spero che tu mai e poi mai venga trasferita nel posto dove lei si trova in questo momento”). Il trasferimento consisteva in un volo della morte, portavano i prigionieri su un aereo e in volo li buttavano nell’oceano per un altro volo, quello con i propri mezzi.
Dante Gullo, figlio di Angela Maria è deputato del Parlamento argentino dal 10.12.2007.
copyright© carmelo anastasio
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