Il gioco del cerino
Bersani a Di Pietro : non è che uno può andare a funghi durante il governo tecnico e poi tornare per la campagna elettorale.
di Andrea Sarubbi deputato PD
Continua a stupirmi l’atteggiamento dell’Italia dei valori di fronte alla possibilità di un governo Monti. Cioè, stupirmi non è la parola giusta, perché l’affidabilità di Tonino Di Pietro è pari a quella di Marco Pannella: diciamo che mi amareggia, perché ho sempre in mente la distinzione di De Gasperi fra i politici che pensano alle prossime elezioni e gli statisti che pensano alle prossime generazioni, e mi illudo ogni volta che nei momenti più difficili gli interessi personali possano essere messi da parte. Invece, ancora una volta, stiamo assistendo al gioco del cerino: siccome con il governo del presidente si rischiano di perdere voti, perché toccherà mettere mano a interessi diffusi, la gara è a sfilarsi in tempo per non prendersi le colpe di provvedimenti impopolari. La Lega ha già preso la rincorsa, dicevo ieri, e l’Idv le sta andando dietro; il Pdl è totalmente dipendente dagli umori di Berlusconi, che potrebbe decidere anche in base agli interessi delle aziende di famiglia; a quel punto, il rischio di queste ore è che comincino a tremare le gambe anche al Pd, che tutto sommato avrebbe l’alternativa per niente malvagia di vincere le elezioni e di andare al governo. Io spero invece che teniamo duro, e che – se anche fossimo sostenuti solo da una parte del Pdl – non dimentichiamo la differenza tra un ribaltone e un governo del presidente. Detto questo, torniamo un attimo all’Idv, perché la discussione è aperta anche tra di loro.
Oggi pomeriggio, nelle caselle di posta dei parlamentari, è arrivata per errore una lettera firmata da Pancho Pardi, senatore dell’Idv: voleva mandarla solo ai suoi colleghi di partito, ma ha sbagliato pulsante e patapùm. Non ve ne avrei mai parlato, per correttezza professionale, ma ormai la notizia è di dominio pubblico, visto che il testo è già arrivato alle agenzie di stampa. A questo punto, vale la pena farvene leggere il passaggio più nobile, trascurando le riflessioni più opportunistiche sugli interessi specifici del partito.
“Noi potremo ripetere fino a un minuto prima della presentazione del governo la nostra preferenza per il voto anticipato. Ma ci rendiamo conto che è una prospettiva irrealistica. Siamo in una situazione in cui non solo i giorni ma perfino le ore contano nel fronteggiare il rischio di bancarotta. Due mesi di campagna elettorale possono seppellire il paese sotto la speculazione più sfrenata. Il paragone con le elezioni spagnole e greche non regge. Il nostro caso purtroppo è più grosso e più grave. La nostra proposta di referendum sulla legge elettorale, sostenuta da una quantità imprevista di cittadini, gioca contro il voto anticipato: andare a votare con una legge che merita l’abrogazione? Per di più soffriamo l’identità con la richiesta della Lega. Ciò ci condanna al ruolo speculare degli esclusi sui due lati opposti della scena politica. Di fronte a ogni decisione da prendere nel prossimo periodo noi dobbiamo sempre rivendicare e rappresentare con efficacia il nostro ruolo decisivo nella demolizione del regime. Noi siamo quelli che hanno sostenuto la lotta con la maggiore coerenza ed energia, senza sbandamenti. Noi siamo tra i vincitori una componente essenziale. Affermarlo con orgoglio comporta una coerenza di comportamenti: dobbiamo essere presenti nei luoghi e nei momenti essenziali per portare a definitivo compimento la ricostruzione dalle macerie economiche, sociali e istituzionali prodotte dal regime. Il voto contrario, ma anche l’astensione, nella fiducia all’eventuale governo Monti avrebbe il significato di un Aventino sterile e improduttivo. Ci attirerebbe la facile accusa di operare solo per lucrare voti e interessi di bottega (sono subissato da mail in questo senso inviate da chi ci ha votato). A nulla vale ribattere che anche gli altri sono mossi dagli stessi moventi. Noi saremmo fuori dalla possibilità di influire sulle decisioni e d’altro canto il nostro partito non è neanche attrezzato per assumere le bandiere dei molteplici ribellismi prodotti dalla società. Non avevamo detto che si deve passare dalla protesta alla proposta?”
Di Pietro – e come lui il senatore Stefano Pedica, che potete leggere nei commenti al mio post di ieri – mette le mani avanti con la scusa di non poter votare un esecutivo con alcuni ministri provenienti dall’esperienza di governo precedente: sa che i suoi elettori non glielo perdonerebbero. Pardi gli trova pure una via d’uscita:
“L’obiezione che molti nostri sostenitori potrebbero avanzare (come possiamo stare in una maggioranza che comprende alcuni figuri del mondo berlusconiano?) può essere superata facendo loro osservare che proprio quei figuri hanno il compito più scomodo: resti sgangherati di una invincibile armata ora in disarmo, costretti a stare nella compagnia inevitabile e necessaria a liquidare la loro esperienza di governo.”
Infine, dopo una lunga riflessione, Pardi conclude la sua lettera con una frase che vorrei sentire da tutti i miei colleghi, di qualsiasi schieramento:
“Di fronte al concreto rischio di bancarotta del paese, i cittadini capirebbero senza difficoltà alcuna il principio di responsabilità che ci ha indotto ad assumere con fermezza il ruolo più scomodo”.
Spero davvero che Di Pietro legga queste parole dieci volte, prima di dire una parola definitiva. Perché a Vasto tu puoi scattare tutte le foto che vuoi, ma poi – come ha detto oggi Bersani, con una battuta da mille punti – non è che uno può andare a funghi durante il governo tecnico e poi tornare per la campagna elettorale.
Consigli 2 -Lo sapevi che ... - Come disattivare il cellulare che ti hanno rubato
Come disattivare un telefono cellulare RUBATO?
Per controllare il numero di serie (Imei) del tuo cellulare, digita i caratteri *#06#
Un codice di 15 cifre apparirà sullo schermo. Questo numero è solo del tuo portatile. Annotalo e conservarlo in un luogo sicuro. Quando il telefono venisse rubato, è possibile telefonare al provider della rete e dare questo codice. Saranno quindi in grado di bloccare il tuo telefono e quindi, anche se il ladro cambia la scheda SIM, il telefono sarà totalmente inutile. Probabilmente non recupererai il tuo telefono, ma almeno si sa che chi ha rubato non può né usarlo né venderlo. Se tutti lo faranno, non ci sarà motivo di rubare telefoni cellulari.
Scarcerato - Perché non dovrebbe farlo ancora ?
ROMA - E' stato scarcerato Fabrizio Filippi, detto "er pelliccia", il giovane di 24 anni di Bassano Romano, in provincia di Viterbo, arrestato il 17 ottobre scorso dopo gli scontri avvenuti a Roma durante la manifestazione degli indignati. Filippi, studente universitario, fu immortalato in alcune fotografie mentre, a torso nudo, tirava un estintore contro le forze dell'ordine. Fu identificato per un tatuaggio che ha sul fianco sinistro. Il gip, dopo oltre un mese di detenzione, ha accolto la richiesta di scarcerazione presentata dai suoi legali.
SIAMO RIMASTI IN TRE...
Siamo rimasti in tre, tre briganti e tre somari sulla strada longa longa di Girgenti...
"Si', ma se stasera, se incontriamo la corriera, uno balza sull'arcione, uno acciuffa il postiglione, due sorvegliano di fouri, uno spoglia i viaggiatori e ce ne andiam...!"
...Ma se siamo tre, tre somari e tre briganti solo tre...!
AHI AHI AHI.....
"E non ti preoccupare Dragonera, noi tre siamo, ma cose mirabolandoli possiamo fare: siamo i padroni del Mondo!!!"
...Siamo sempre in tre, tre briganti e tre pistole, sulla strada da Girgenti a Monreale...
"Si', ma c'e' il castello del Marchese di Mondello: uno passa dal portone, uno salta dal bastione, uno uccide i servitori, due si pigliano i tesori e ce ne andiam...!"
...Siamo sempre tre, tre somari e tre briganti, solo tre...
AHI AHI AHI......
CONSIGLI -1- HAI CHIUSO LE CHIAVI IN MACCHINA ? GUARDA COME SI APRE SENZA DANNI
Hai chiuso le chiavi in macchina? La soluzione di Caranas
La tua auto ha l’apertura/chiusura con telecomando? Questa funzionalità può risultare utile un giorno. Una buona ragione per avere un telefono cellulare: se chiudi le chiavi in auto e quelle di
ricambio sono a casa, chiama qualcuno a casa sul cellulare dal tuo cellulare. Tenendo il tuo cellulare a circa 30 cm. dalla portiera, dì alla persona a casa di premere il pulsante di sblocco,
tenendolo vicino al suo cellulare. La tua auto si aprirà. Così si evita che qualcuno debba portarti le chiavi. La distanza è ininfluente. Potresti essere a centinaia di km. e se è possibile
raggiungere qualcuno che ha l'altro telecomando per la tua auto, è possibile sbloccare le porte (o il baule).
PS: funziona benissimo! L’ho provato e ho aperto l’auto con un cellulare!
PRODI LASCIÒ A BERLUSCONI UNO SPREAD A QUOTA 37
Palazzo Chigi: 8 maggio 2008. E’ in corso una cerimonia ufficiale: da una parte c’è Romano Prodi che lascia, dall’altra c’è Silvio Berlusconi che arriva. E’ il passaggio di consegne del governo, dopo la vittoria elettorale del centrodestra.
In quel momento lo spread tra Btp e Bund è un parametro che conoscon0 solo gli addetti ai lavori. Soprattutto è un parametro che non fa paura: quando Prodi lascia e Berlusconi arriva il differenziale è a 37 punti.
Palazzo Chigi: 8 novembre 2011. Berlusconi è appena tornato dal Quirinale dove ha spiegato al capo dello Stato Giorgio Napolitano che si dimetterà solo a legge di stabilità approvata. Lo spread, dopo giorni di pressione, si appresta a sfondare quota 500. Lo farà la mattina successiva, quella del 9 novembre, il giorno in cui, per la prima volta, il rendimento supera anche la soglia del 7%.
Mentre il Titanic affonda, Alfano pensa alle “canzoni del cuore” e al suo libro su facebook
Sconcerto tra i militanti del Pdl per l'iniziativa on line del segretario.
Che nel pieno della crisi, chiede ai "fan" di suggerire brani per la sua playlist e si preoccupa di promuovere il suo saggio sulla mafia, appena pubblicato da MondadoriSilvio Berlusconi annuncia le dimissioni dopo l’approvazione della legge di stabilità e lancia Angelino Alfano come prossimo candidato premier. Eppure, mentre il centrodestra non ha più i numeri e assiste alla deriva dei suoi parlamentari, dal passaggio di Gabriella Carlucci all’Udc alla lettera dei ribelli firmata dall’ex fedelissimo Stracquadanio, il segretario del Pdl pare essere impegnato su altri fronti. Più precisamente sulla messa a punto di una compilation fatta “solo con le canzoni del cuore dei miei amici” e sulla promozione del suo nuovo libro. Almeno da quanto emerge su Facebook.
Sulla sua pagina pubblica l’ex Guardasigilli Angelino Alfano fino a domenica ha scritto status relativi alle sue attività politiche (“Buongiorno e buona domenica! Tra poco parteciperò alla convention degli amici di Popolo e Territorio, hotel Parco Tirreno a Roma. Come sempre potrete trovare i lanci stampa in real time su questa pagina e sul mio sito personale. A dopo!”) e link che proponevano riflessioni sulla crisi economica, invitavano l’opposizione a votare le misure presentate alla Ue e scartavano l’ipotesi di un governo tecnico. Poi ha deciso di segnalare altri contenuti che nulla hanno a che vedere con il suo ruolo nel Popolo della Libertà.
“Voglio comporre la mia nuova playlist musicale solo con le canzoni del cuore dei miei amici… la chiamerò “fbfriends”! Mi suggerisci la tua canzone?” chiede agli iscritti della pagina che con oltre 600 commenti decidono di prendere sul serio il contest dell’ex ministro e rispondono. C’è chi propone “Where the Steets have no name” degli U2, “l’ultima dei Coldplay” e “Un giudice” di De Andrè ed Eleonora addirittura ringrazia “per questa bellissima iniziativa”. “Mi preoccuperei più a dare una stabilità al Governo – nota Norbert -visto la situazione economia che abbiamo e aiutare i nostri pensionati che vivono con dei miseri soldi e dei giovani”, ma la sua rimane un’obiezione isolata tra centinaia di suggerimenti musicali. In rete però, altri utenti condividono il post, sbalorditi dalla richiesta di Alfano. “E questo qui è il segretario del tuo partito nei momenti di crisi?”, si domanda Gabriele. “Mentre il Titanic affondava l’orchestra suonava. Questo fa le playlist!”, rilancia Corina e per Mattia la sua pagina “sembra uno scherzo”. Non ad Alfano, però, che ora ha sospeso gli status musicali per occuparsi della promozione del suo nuovo libro “La mafia uccide d’estate”, pubblicato da Mondadori. Sorvolando sul fallimento della maggioranza.
“Domani pronti per una nuova battaglia parlamentare alla Camera”, ha scritto lunedì, alla vigilia del voto sul rendiconto finanziario. Poi ha aggiunto: “A proposito di domani…esce il mio libro, di cui vi ho già parlato: ‘La mafia uccide d’estate’. Spero davvero vi possa piacere e sarò felice di leggere le vostre recensioni!”. E posta la copertina, a cui seguono decine di commenti entusiasti dei suoi fan. “Lo comprerò”, “sei un grande”, “sicuramente mi piacerà”, anche se c’è chi, con toni pacati, gli ricordava l’esecutivo in bilico. “Segretario, un libro per me, e due come regalo di Natale! Ma il problema, è domani”, notava Carla, tra i pochi a sollevare perplessità sul voto alla Camera e Alessandro invitava l’ex ministro a concentrarsi sulla politica e non sulle sue fatiche editoriali (“Angelino, va a fare il Primo Ministro che ne abbiamo bisogno, e lascia che del libro se ne occupino altri… Forza Italia – pardon Pdl”). Ma Alfano lunedì prosegue con la promozione del libro e dopo avere ricordato che è disponibile anche in versione elettronica (“dimenticavo… lo troverete pure in formato ebook!”), si dedica alla relativa rassegna stampa. “Ecco la prima recensione del mio libro ‘La mafia uccide d’estate’ a cura di Francesco Verderami, uno degli editorialisti di punta del Corriere della Sera!”. Seguivano solo commenti di complimenti e congratulazioni fino a ieri. Poi, dopo l’annuncio di Berlusconi, gli utenti hanno iniziato a chiedere ragguagli sulla sua candidatura e la crisi: “Mi perdoni la franchezza – scrive Marinella – ma in questo momento vorrei sentire da lei delle parole che ci diano speranza. Va bene la pubblicità al libro, ma in questo delicato momento abbiamo bisogno delle sue parole”. Perché il “popolo del Pdl”, scrive Mauro, “ha bisogno di parole di conforto dopo i fatti di ieri. Grazie”
Fonte : Il Fatto