Fuscaldo: dissesto finanziario - debiti per 4 milioni di euro
Comune in default con debiti per oltre 4 milioni di euro
Il Sindaco e tutta l'amministrazione comunale, in un' assemblea pubblica, tentatasi ieri ha messo al corrente tutti i cittadini anche mediante l'ausilio di filmati del dissesto finanziario dell'ente. Il Sindaco Ramundo ha spiegato ai propri concittadini come si sia creato un tavolo tecnico per scongiurare il dissesto anche con l'ausilio di consulenti esterni ma nessuna delle strade è stata praticabile anche alla luce del “buco” che supera i 4 milioni di euro. Poi il Sindaco è passato ai numeri enumerando i debiti più congrui primo fra tutti quello erso Enel che vanta un credito di 525 mila euro: l'enel, infatti, ha già provveduto a staccare la fornitura di energia all'auditorium, ad una scuola materna ed a una pompa per il sollevamento delle acque piovane.
La Sorical vanta un credito di 452 mila euro ed anch'essa aveva tentato l'interruzione dell'erogazione poi scongiurata grazie all'intervento dei Carabinieri. Poi le spese interne cioè quelle legate alla gestione della cosa pubblica: 430 mila euro per ordinanze sindacali, oltre 1 milione e 300 mila euro per fatture insolute degli anni che vanno dal 2007 al 2011, altri 523 mila euro per contenziosi e così via fino alla gigantesca somma di 4.617.532,19 euro. Da qui la decisione di chiedere il dissesto economico che sarà annunciato nel prossimo Consiglio Comunale da parte del Sindaco che lo ricordiamo si è insediato a Maggio del 2011.
Cosa succederà adesso? L’art. 244 del testo Unico 267 del 2000 stabilisce che si ha dissesto finanziario quando il Comune non è più in grado di assolvere alle funzioni ed ai servizi definiti indispensabili e quando nei confronti dell’Ente esistono crediti di terzi ai quali non si riesce a far fronte con il mezzo ordinario del ripristino del riequilibrio di bilancio né con lo strumento del debito fuori bilancio.
Il Dissesto Finanziario di un Ente locale non può essere equiparato al fallimento di un’Impresa a carattere privato. L’Ente locale non può cessare di esistere, in caso di dissesto si crea una frattura tra passato e futuro. Tutto ciò che è pregresso compresi i residui attivi e passivi non vincolati, viene estrapolato dal bilancio comunale e passato alla gestione straordinaria. Un apposito Organo di tre membri per Comune con più di 5000 abitanti (nominato con decreto del Presidente della Repubblica) si occupa del passato con riferimento al 31/12 dell’anno precedente redigendo un piano di estinzione con il quale viene azzerata la situazione patologica che ha creato il dissesto mentre L’Ente Locale con il suo consiglio eletto inizia una nuova vita finanziaria sgombra dal peso del passato.
L’Ente Locale, una volta attivata la procedura del dissesto finanziario è obbligato come previsto dall’art. 251 del T.U. Enti Locali ad adeguare le imposte, le tasse locali, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima consentita dalla legge. Relativamente al personale dipendente, l’Ente ha l’obbligo di rideterminare la dotazione organica collocando in disponibilità il personale che dovesse risultare in soprannumero. Come dire che anche in questo caso saranno i cittaditi attuali e quelli futuri a pagare, pagare... pagare...
( fonte : IL CENTRO TIRRENO – NETWORK 10 ottobre 2011)
Il ballo del Martone
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Non essere geloso se non secchio come te
Non essere invidioso se di tempo non ne hai
Sei tu , sei tu
lacrimatoio della Fornero,
sei cotto, un cotto d’un Martone
Dal racconto di un sopravvissuto compagno di prigionia di mio padre
Luciano Battiston DEP n.7 / 2007
Luciano Battiston DEP n.7 / 2007
Un giorno sempre a Stetten in stazione dovevamo portare una rotaia, dall’altra parte c’era un recinto con dei prigionieri militari italiani, catturati l’ 8 settembre, quando c’è stato l’armistizio. Avevano delle loro baracche, si facevano da mangiare, erano trattati meglio di noi. C’era solo una siepe che ci divideva, quando abbiamo potuto parlare assieme, uno di quelli italiani lì che si era portato il mangiare di mezzogiorno, ci ha passato a me e a Vigi un panino dei suoi.(nota Caranas : mio padre mi raccontò più volte questo episodio).Quando l’avevo io in mano il panino ho detto a Vigi: “varda qua che ho un fià de pan”, un altro prigioniero vicino a me mi ha preso il panino e lo ha messo in bocca… io e Vigi lo abbiamo preso per la testa, gli abbiamo tirato fuori il pane dalla bocca, abbiamo fatto una lotta contro uno, insomma lui lo abbiamo lasciato a terra con la bocca aperta perché con la nostra forza lo abbiamo… e abbiamo preso il pane, non so se lo abbiamo… ci interessava solo il pane, eravamo all’estremo dell’appetito, solo parlare di pane avevamo quasi mangiato, solo parlandone ci si riempiva la pancia.
I russi sono i più generosi! Altro che gli ebrei. I russi! Pensa che un giorno intanto che stavamo riempiendo una buca assieme a quattro-cinque russi, uno di questi trova una scatola con dodici formaggini. Sai cos’ha fatto? Li ha divisi! Due a testa! Poteva mangiarseli lui o tra russi. Ne ha dati due anche a me e due a Vigi facendo segno con la bocca di non farci vedere che masticavamo. Un altro giorno a Stetten allora ci dicono: prendete delle pale, eravamo una cinquantina di noi e ci hanno portato in una ferrovia a spalare la neve dalle rotaie perché doveva entrare il treno. Io i Vigi siamo davanti che buttiamo via la neve e una guardia che ci accompagnava, ci parlava in italiano; alle undici si è messo con la gavetta e il gas a spirito e si è acceso il gas. Ha messo la gavetta con acqua e si è lessato le patate, arrivato mezzogiorno ha tirato fuori le patate e le ha spellate, si è messo a mangiare patate: aveva l’acqua delle patate e le bucce, non so il perché ho detto a Vigi: “Vigi va a domandarghe l’acqua e le scorze delle patate” e lui: “Varda che el me da”, era vestito da borghese, era un trentino, uno di quelli dell’Alto Adige, parlava sia il tedesco che l’italiano. Allora Vigi ha lasciato la pala ed è andato a domandare l’acqua; ma invece di dargli l’acqua ha preso il moschetto per la cima e gli ha dato due botte. Vigi ha messo la code in mezzo alle gambe, è tornato da me e mi ha solo ringraziato: “Sutu contento adess?”, ha ripreso la pala e abbiamo continuato a buttar via la neve. Invece di mangiare le ha prese. Non mi ha mai rimproverato, mi ha solo detto: “Sutu contento adess?”.
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Io non dimentico
Solo bimbi “speciali” han sul petto una stella, sin da lontano io sono vista per quella. Mi han messo un marchio proprio sul cuore, lo porterò fiera in tutte le ore. La stella, si dice, è un premio, ma strano, un uso che giunge da un tempo lontano. Io so tutto quanto la stella rivela e cercherò che essa diventi una vela. Io sono una stella! Papà mi diceva di scansare i guai, ritorna presto ché non si sa mai. Per me il giallo stella è come oro, non voglio offenderlo e farne il mio alloro. Ora sto qui eretta e orgogliosa, urla, mia voce, ma silenziosa: “Sono ancora persona in realtà, mio è lo spirito, la volontà”. Io sono una stella! (Inge Auerbacher)
BAMBINI NELLE CARCERI DI ISRAELE. Le torture e le pratiche disumanizzanti applicate nei confronti dei carcerati, sino allo scorso mese venivano attuate anche nei confronti dei bambini, anch'essi rinchiusi insieme agli adulti.
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IL GIORNO DELLA MEMORIA. Questa bambina non si chiamava Anna Frank. Non aveva scritto un diario. Anche se l'avesse scritto nessuno l'avrebbe pubblicato. Se qualcuno l'avesse pubblicato nessuno l'avrebbe letto perchè la propaganda non se ne sarebbe occupata. E' morta in silenzio, con i suoi genitori durante l'operazione di sterminio dei palestinesi, chiamata dagli israeliani Piombo Fuso. Nessuno ne parlerà mai, nessuno si preoccuperà mai di sapere il suo nome. (di: BUONE NOTIZIE Ultima Ora)
Io non dimentico
VITTORIO ARRIGONI CON DEI BAMBINI PALESTINESI