GHIRIGORI
Caranas

Ghirigori
Esiliato dal tempo
non posso viverti
e pallidamente aspetto
di qua e di là
come morto
non ancor risorto
senza gloria.
Loschi bagliori.
Eppure questo corpo sguscerà
per vivere la serpe
in questo nulla che ci separa.
Clandestina novità
che si arrampica,
che sale
che scende
e s’aggrappa spingendoti
ora in alto,
ora in basso.
Potremmo alzarci urlando
mano nella mano
schiena contro schiena
investendo i colori
ora il rosso, ora l’azzurro
oltre la spiaggia
sempre più piccola sino al punto.
Non possiamo cadere.
Noi non ci siamo.
E ancora più su
rapiti dal vento
zavorrati solo dai genitali.
Poi, a poco a poco,
riportandoti giù
assaporare ancora
quell’attimo magico
l’uno nell’altra
cullati nell’arco di luce.
E infine silenzio
nella vertigine
leggero come l’aria.
© by Carmelo Anastasio Vimodrone (MI)
Cometa di Hale Bopp e cometa di Halley
di Caranas
foto Caranas 1 aprile 1997 Vimodrone (MI) ore 18.50
Ho letto quasi tutto di Isaac Asimov e molto di Arthur Clarke .La mia passione per la fantascienza non si è mai affievolita. Ricordate 2061 Odissea tre (A.Clarke)? Includeva una missione con
equipaggio sulla cometa di Halley. L’ultimo passaggio è del 1986 , fu fotografata ma con telescopi potenti. Il primo aprile del 1997 fui molto fortunato perché riuscii a fotografare un’altra
bellissima cometa che si vedeva ad occhio nudo, quella di Hale-Bopp. Accontentatevi quindi di questa foto e godetevi la canzone di Irene Grandi . Il
testo, abbastanza interessante è riportato sotto. Penso che la Grandi vincerà il festival di Sanremo o sarà battuta di stretta misura da Povia.
Il testo di "La cometa di Halley" di Irene Grandi:
Tu vuoi vivere così
per inerzia e per comodità
per qualcosa che non riesco più a capire
e poi ami con tranquillità
come un Dio lontano
che non ha né problemi
né miracoli da fare
non capisci che ci ucciderà
questo nostro esistere a metà
che la casa ha i rubinetti da cambiare
eppure un tempo ridevi
e mostrandomi il cielo
mi disegnavi illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley ferì il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
tu vuoi vivere così
coi vantaggi della civiltà
e pontifichi su ciò che ci fa male
non la vedi la stupidità di una relazione
che non ha francamente neanche un asso da giocare
Non ci credi che ci ucciderà
questo nostro vivere a metà
che la stanza ha le pareti da rifare
eppure un tempo ridevi
e mostrandomi il cielo
mi disegnavi illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley ferì il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
lasciami da sola
fallo solo per un po’
lascia stare
non pensarci più
lasciami la radio accesa
lasciami cantare
e qualche cosa da mangiare
servirà
ed una notte piangesti
guardando nel cielo
mi disegnasti illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley ferì il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
eppure un tempo ridevi
e mostrandomi il cielo
mi disegnavi illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley squarciò il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
eppure un tempo ridevi
e mostrandomi il cielo
mi disegnavi illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley squarciò il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
io ti dico addio
tu mi dici ciao
io ti dico addio
tu mi dici ciao
io ti dico addio
tu mi dici ciao.
RANIA DI GIORDANIA una regina stupenda

di Caranas
La Clerici di San Remo è meno simpatica di quella della “Prova del cuoco”. Impacciata nel suo goffo vestito non riesce quasi a camminare sul palco. Anche nella trasmissione del mezzogiorno mostrava difficoltà di deambulazione quando si spostava dalla zona verde a quella rossa. Sarà forse per il peso del balcone. Ma non è dell’Antonella che voglio scrivere bensì della stupenda Rania di Giordania ospite ieri sera del festival . A parte la fresca bellezza , mi ha colpito l’intelligenza e la spontaneità di questa donna capace di rispondere con grande sicurezza alle domande ( a volte molto banali) della Clerici . La regina dagli occhi di cerbiatta , mi ha fatto pensare subito alla Julia Roberts (c'è una certa somiglianza) del film Pretty woman , non per la trama (non confondo i ruoli) ma per il carattere del personaggio interpretato dalla Roberts. Ho pensato anche alla Jacqueline Kennedy e per bellezza e impegno nelle N.U. all’Angelina Jolie.
Direi che le tre super donne sono da 8 marzo , le più belle del mondo!
Brevi note biografiche su Rania di Giordania (trovate in rete):
Rania al Yassin nasce in Kuwait da genitori palestinesi, frequenta la New English School nel suo paese e si laurea all’università americana del Cairo. Decisamente un bel curriculum che la porta ad essere assunta prima in una importante banca e poi presso la sede giordana della Apple. Una carriera di tutto rispetto soprattutto per una donna.
La sua vita cambia quando incontra un principe a una cena e, come in ogni favola che si rispetti, è amore a prima vista. I due annunciano il loro fidanzamento solo un paio di mesi dopo e convolano a nozze in tempi brevissimi. Il principe in questione, Abdullah II Al-Hussein, diventa re di Giordania nel 1999 e decide di proclamare regina la sua consorte (per la cronaca, avrebbe potuto non farlo e lei sarebbe rimasta semplicemente la principessa consorte).
In attesa di canzoni del festival ascoltiamo Zucchero in Donne!
P.S. Sono Donne con la "D" maiuscola non donnette da film tipo : Mary Pompins, Ventimila seghe sotto i mari, I tre giorni del condom....
IL PASSATO RICORDATO
dedicato agli amici di Fuscaldo... credo che gli altri non si annoieranno
di Caranas
In testata ho scritto : «Il passato è bello perché noi lo ricordiamo bello, la bellezza è però solo nel ricordo » e mi viene da aggiungere che non è che i ricordi si dissolvano e scompaiano, se ne stanno lì (come dice l’amico senatore del PD - G.C.) , nascosti sotto la crosta sottile della coscienza. Anche quelli sui giochi da bambino che credevo perduti per sempre. A volte ci restano tutta la vita, lì sotto. Altre volte succede qualcosa che li fa ricomparire. Nel caso specifico è bastato un rocchetto di legno per filo da sarta a evocare un’alluvione di memorie che, come guidate da un preciso disegno, in pochi istanti si sono collocate in una mappa unitaria e coerente in quel lontano passato. Così è successo al senatore amico ed è come se avessi scritto io le stesse cose.
Ora va tutto a posto in sincronia di immagini, suoni e odori. Tutto insieme.
Ed ecco il filo di parole
Il mangiadischi, il moretto, le penne a quattro colori, Il Corsaro nero, Ivanhoe, Spencer Tracy, Virna Lisi, Giuliana Lojodice, Warner Bentivegna, Una tragedia Americana, Rintintin, La freccia nera, La cittadella, Alberto Lupo, Corrado Pani, Il musichiere, Mario Riva, gli Oro saiwa, il caffè d'orzo, i fru fru, i ghiaccioli che lasciavano la lingua colorata, la zuppa inglese con i savoiardi, i momi, le gassose col tappo a pallina, l’odore della farina della putiga i Filippo, la mortadella di Ciccio i Nicolino, le caramelle menta di Donna Esterina, la gatta di Bellina, il palco in piazza, la Polaroid, il cinema di San Giacomo con le sedie impagliate portate in piazza, i caccavi, la corsa con l’uovo sul cucchiaio, la gara dei sacchi, il tiro alla fune, a’ndinna, il club Adamo, le ore estive sui mosaici, i soprannomi , Le mille e una notte, Sigfrido, i fotoromanzi delle sorelle, il libro Cuore, Gulliver, le strorie di Giufà, la cartella di cartone usata per tamburello (u ciambarinu), Lazzarella, Chillallà, Volare, Tex Willer, Killer, Diabolik, Topolino, le noccioline , i pizziddri di S.Lucia, il pappagallo della fortuna, u Capellaro, a Caccavella, Molla molla deci liri, , Linus, la prima Fiat 600 vinta col canone RAI, la prima TV Allocchio Bacchini, i pavesini, l’ovu friscu, il primo canale, il secondo canale e basta, il latte che arrivava alle sette, zu ‘Ndoniu du Pesjcu al lunedì , Nicola del venerdì per la questua, l’ombrellone fatto con lenzuolo e platani, i fazzoletti rovinati dai sassi per rompere il ghiaccio, l’acqua di Calipetru che non dissetava un catz, i suduri da sagliuta, i sorvi , l’uva passa, u stemma du partito liberale ara chiazza, il galletto Guzzi di papà, il biliardino di Za Esterina, i fattareddri, le infinite processioni, la tarantella delle campane di San Giovanni (che artista il suonatore!), Mosè l’ambulante, Donna Scina, Don Battista, Don Antonio, il Prof. Germanà, il Prof. Consolato, il saluto “Bongiorno e cazzi “ ,don Ciccio "dumani è luni", Filippu u pustero e l'attesa della lettera del lunedì nell'ufficio di Fabio, il sindaco Don Geppino, lo straordinario al Comune, Don Rafelu u medicu e i punti ara capu, , il Circolo Unione, le biciclette nuove di Benì e Giacomo, Don Pietro che mi passava le riviste dell'Accademia Cosentina, il presepe al Convento, padre Anacleto, padre Pacifico, le serenate, i mandarini i Romulicchio alla novena dell’Immacolata, l’assenzio con l’anice Bosco, la bottiglia di vermouth delle feste da Giacomino o da Clara, le lampadine rotte per amoreggiare, la luce che andava via durante il film del lunedì, i porci ammazzati all’alba alla befana, il trapano a pedale del dentista, il quadro "Vanità" del suo studio, le cannucce per succhiare il mosto dai varrili, i muluni giganti, i scjusjù supra a zimba, i vitarvi, gli astucci di legno, i patani da Sila, i primi Lego, le cerbottane, la prima cera Pongo, le case del presepio increspate con la caniglia, l’amaro Giuliani, a purga di citratu e crimuni, il rinforzante Proton, i battamuru di natale, i tric-trac, il primo scaldino elettrico della doccia, u mattuni cavudu, la pistola a 12 colpi di Santa Lucia, il gruppetto C.I.S.M. (centro investigazioni scacco matto), le cantate “Anche se la terra …”, u ciucciu ca purtava a scorta di livuni, l’odore della farmacia, i quadri di Rosalbino, Don Lisandro e a scola cantorum di San Giovanni (quando J.Oracoli nun facìa casinu!), il Cral ara cruci, Lascia o raddoppia al bar della Croce ed Assunta con i magnifici Moretti, il fiasco di vino della domenica da Ciccio Chirico, i misteri portati al venerdì santo, le "guerre" Croce-Piazza, gli scout, i chierichetti, la biblioteca di Don Aldo, u predicaturu con la lunga barba, Padre Casimiro uno di noi, i pomeriggi dal maestro cusituru in piazza, u 'mbastaru, Prugghjo, Esterina,Giacumu i Giancristo e le messe cantate, Peppareddru ed il suo tabacco di pizzico, Decu, il mitico barbiere Peppino, i comizi , l'avanti e indietro delle passeggiate in piazza, i manifesti del P.C.I., quelli della DC, u pisciatoriu, i biscotti Lazzaroni, le caramelle Rossana, Orlando e i telegrammi i Nuzzo, don Rafè e ra banca 'ndru purtuni i Montesano, quel bambino come noi che non ebbe il tempo di dimenticarsi tutte queste cose perchè si fece il bagno nella cibbia di sopra ara vasca (ciao Renà), quell'altro ucciso da un fulmine dopo aver trovato lavoro al nord (ciao Giovà), i sussidiari, i pinnini, l’educazione fisica ridotta a : “ Passooò !”, Carosello, a pasta china da duminica , u mattuni cavudu ppa Candilora, le bussole che sbattevano durante le puntate di Maigret… e la canzone "Lontano lontano" di Tenco per sigla, l’odore indimenticabile delle mattonelle scure bagnate della piazza che venivano lavate con una grossa pompa nera prima della festa di San Francesco e infine i passi leggeri di mia madre mentre mi addormentavo. Un bel viaggio!
allora ero così
Il primo televisore di Fuscaldo (foto di Giacomo Cariolo)
la bottiglia col tappo a sfera (foto di Nicola Bonavita)
Chi paga Capezzone ne “Il fatto del giorno” ?
Non sopporto l’incoerenza e mi fanno incazzare i voltafaccia!
di Caranas
Il capezzone è un attrezzo per il lavoro alla corda, tecnica per l’addestramento del cavallo propedeutica e integrativa al lavoro montato. È applicato alla testa del cavallo e ne consente il controllo senza usare una pressione sulla sua bocca .
Leggete un po’ cosa pensava Capezzone di Berlusconi e riflettete come la voglia di protagonismo (o danaro?) e il potere ti cambiano in cinque minuti!
Berlusconi ha pagato magistrati:
“In nessun paese al mondo avremmo un premier così. Per essere chiaro, voglio prescindere dall’esito dei processi di ieri e di oggi, e perfino, se possibile, dalla
rilevanza penale dei fatti che sono emersi. Ma è però incontrovertibile che Silvio Berlusconi, prescrizione o no, abbia pagato o fatto pagare magistrati. Così come da Palermo, quale che sia la
qualificazione giuridica di questi fatti, emergono fatti e comportamenti oscuri di cui qualcuno, Berlusconi in testa, dovrà assumersi la responsabilità politica”. Lo ha dichiarato Daniele
Capezzone a proposito della sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell’Utri.
11 dicembre 2004
Berlusconi più ricco grazie alla
politica.
Cosa è cambiato in 12 anni di Governo Berlusconi? Nel suo intervento alle assise radicali, il segretario Daniele Capezzone risponde a questa domanda così: “Silvio
Berlusconi è entrato in politica con 5mila miliardi di debiti (di lire, o del vecchio conio, come direbbe Bonolis), e con le banche che – indegnamente, lo sottolineo – tentavano di strozzarlo;
oggi (essendosi misurato con…come si chiama? Ah sì, il perfido regime comunista…), vanta 29mila miliardi di
attivo (sempre in lire), ed è entrato nel G7 dei sette uomini, appunto, più ricchi del pianeta. Ecco questa è una cosa che è cambiata in questi 12 anni.Il resto – conclude riferendosi alle
riforme promesse dal premier – un po’ meno”.
29 ottobre 2005
Da Berlusconi solo leggi ad
personam
“Tre anni fa – ha detto Daniele Capezzone, segretario dei Radicali Italiani -i Radicali proposero tre referendum che avrebbero cambiato il sistema giudiziario. Ci
fu chi si oppose legittimamente, ma Berlusconi invitò a non votare perché tanto lui avrebbe fatto le riforme. In questi tre anni non è stato fatto nulla, solo leggi di interesse personale, che
non funzioneranno e che molto
probabilmente verranno dichiarate incostituzionali”.
14 novembre 2003
L’Italia non può avere altri cinque anni di Berlusconi
“L’Italia non può permettersi altri cinque anni di governo di Silvio Berlusconi: non sarebbero
“ecosostenibili” Lo ha detto nella sua relazione introduttiva al Congresso dei Radicali Italiani il segretario Daniele Capezzone “In questa legislatura – ha aggiunto Capezzone – Berlusconi ha
avuto a disposizione una maggioranza parlamentare amplissima (“più 100″ deputati e “più 50″
senatori): eppure, le riforme non si sono viste. Dall’economia alla giustizia, è enorme il divario tra le promesse di cinque anni fa e le cose effettivamente realizzate. Per non parlare di ciò
che è accaduto sul terreno dei diritti civili, con un’autentica aggressione contro le libertà personali: contro il divorzio breve (eppure, anche tanti leader del centrodestra sono tutti
divorziati.), contro l’aborto, contro i pacs, contro La fecondazione assistita e la libertà di ricerca scientifica, fino all’ultimo tentativo di sbattere in carcere i ragazzi per qualche
spinello”.
29 ottobre 2005
Il Premier a Vicenza? Lo ’sciancato di Arcore
‘Dopo la performance di Silvio Berlusconi al convegno di Confindustria il commento più velenoso è quello dell’editorialista di Markette, alias segretario dei
radicali Italiani, Daniele Capezzone: “Dopo la ‘cieca di Sorrento’, la ‘muta di Portici’, e lo “smemorato di Collegno’, arriva lo ’sciancato di Arcore’”.
18 marzo 2006
Berlusconi, altro che don Sturzo. E’ don
Lurio
“Silvio Berlusconi non è l’erede di don Sturzo, ma di don Lurio” Così Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani ha commentato le parole di oggi del
Presidente del Consiglio che in un discorso aveva rivendicato l’eredita del fondatore del Partito Popolare Italiano Don Luigi Sturzo.
12 novembre 2005
Berlusconi al Congresso Usa, come Totò e
Peppino
“Sto ascoltando l’esordio del discorso di Silvio Berlusconi al congresso Usa, pronunciato in lingua inglese, o almeno questa doveva essere l’intenzione… Torna alla
mente, ascoltandolo in questa che appare per lui un’improba fatica, l’immortale scena di Totò e Peppino a Milano col colbacco, che si rivolgono al vigile dicendo: ‘Noio volevàn savuar…’ Così
Daniele Capezzone, segretario dei Radicali Italiani ha commentato il discorso del Presidente del Consiglio italiano al Congresso USA.
1 marzo 2006
Berlusconi è Wanna Marchi e Tremonti il mago do
Nascimento
Sulle tasse
“Berlusconi è come Wanna Marchi e Tremonti è il suo Mago do Nascimento”. Lo afferma Daniele Capezzone, della direzione della Rosa nel Pugno. “Berlusconi aveva
detto: ‘Abolirò l’Irap e ridurrò a due le aliquote’. Non lo ha fatto, e invece – aggiunge Capezzone – ha aumentato tariffe, bolli, tasse sul gasolio. Tutte cose particolarmente odiose, perché
colpiscono anche la parte
più debole del paese”. “Dopo che, in queste ore, sono stati resi noti i dati della trimestrale di cassa, il paragone appare quanto mai calzante. Quello (il mago) dava ‘numeri personalizzati’ alle
sue televittime; Tremonti fa lo stesso con tutti gli italiani. Fuor di scherzo (anche perché c’è poco da scherzare), c’è da segnalare una specie di ‘taroccamento continuativo’ dei dati”.
1 aprile 2006
Berlusconi è Cetto La Qualunque
Berlusconi “mente per la gola”, perché si dovrebbe credere anche stavolta a “promesse tanto mirabolanti e irrealizzabili?” È il commento di Daniele Capezzone, della
segreteria della Rosa nel Pugno, all’impegno del premier sull’Ici. “Cinque anni fa disse che avrebbe ridotto le aliquote a due. Non l’ha fatto. Cinque anni fa disse che avrebbe abolito l’Irap.
Non l’ha fatto. Cinque anni fa disse che avrebbe ridotto la pressione fiscale, che è invece scesa solo dello 0,6. Ma, in compenso, ha tagliato i finanziamenti agli enti locali. E poi, in questo
quinquennio, c’è stato l’aumento di bolli, tariffe e della tassa sul gasolio: cioè tutte cose che incidono anche sugli strati più deboli della popolazione. Perché dovremmo credere anche stavolta
a promesse tanto mirabolanti e irrealizzabili? Ormai il premier – conclude Capezzone – è come Cetto La Qualunque di Antonio Albanese, che promette promette promette…”.
4 aprile 2006
Noi coglioni? È Berlusconi che si è fatto una canna
“Dopo l’ultima sortita di Berlusconi che pensa bene di trattare da ‘coglioni’ la maggioranza degli
italiani, mi sorge il dubbio che si sia fatto una canna”. È quanto afferma in una nota Daniele Capezzone, della segreteria della Rosa nel pugno. “Ma forse una canna normale non avrebbe prodotto
effetti simili: e allora che gli ha dato lo spacciatore per fargli dire una cosa del genere?”.
4 aprile 2006
Berlusconi bollito nella sfida
tv
Commentando la sfida tv appena conclusa tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi, Daniele Capezzone, della segreteria della Rosa nel pugno, ha dichiarato: “Non c’è
dubbio: il risultato della sfida è decisamente sfavorevole a Berlusconi, che ha perso e – calcisticamente parlando – non è stato capace di fare un solo tiro in porta pericoloso (parte la bufala
finale sull’Ici, completamente priva di copertura), ma è stato per due ore lagnoso, lamentoso, vittimista (e a tratti nervosissimo e arrogante), contro un Prodi più tonico e reattivo. Il
“bollito” sembra proprio il Presidente del Consiglio, ormai quasi ex. 7 “Quanto infine alla reiterata gaffe del Premier sulle ‘categorie’ (donne, giovani), sbagliare è umano, perseverare è
berlusconiano…” ha concluso Daniele Capezzone.
3 aprile 2006
Berlusconi ha finito i
tappeti
Meglio Prodi, mentre il “venditore di tappeti” Berlusconi ha dato l’impressione di aver esaurito la mercanzia: Daniele Capezzone, della segreteria della Rosa nel
pugno, ritiene che sia stato il leader dell’Unione a vincere la sfida tv. “A mio avviso, è andato molto meglio Romano Prodi, che quindi, secondo me, ha vinto il confronto. La prima impressione è
che il grande venditore Berlusconi abbia esaurito la scorta dei suoi tappeti. E la piccola valanga di cifre sciorinate è sembrato un modo per non affrontare un tema reale, e cioè la situazione
difficile del Paese che gli italiani hanno sotto gli occhi”.
3 aprile 2006
Berlusconi in bandana, povero
Blair
“Esprimo tutta la mia solidarietà a Tony Blair e a sua moglie”. Lo ha affermato il segretario radicale Daniele Capezzone a proposito della festa organizzata in
Sardegna in onore del premier britannico e di sua moglie dal Presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Berlusconi fa una politica estera da quarta elementare”. Siamo alla trasposizione su scala
internazionale del ‘t’aspetto fuori’, che va bene, forse, per le liti in quarta elementare, ma funziona meno, temo, in contesti un po’ più articolati e complessi”. Lo ha detto oggi a Bruxelles il
segretario dei radicali italiani, Daniele Capezzone, riferendosi esplicitamente alla recente intervista concessa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al NewYork Times. Berlusconi – ha sostenuto il leader radicale – avrebbe parlato di “Comunità delle democrazie” riducendola “al meccanismo per cui se c’è un dittatore, prima lo si
minaccia e poi lo si picchia. Anzi, lo picchia il fratello americano, che è più grosso, mentre noi siamo gracilini”.
7 dicembre 2003
Berlusconi? Lo difenderanno Bondi, Cicchitto e
Cornacchione
“L’odierna performance televisiva del Cavaliere è francamente indifendibile, anche perché denota proprio l’atteggiamento
psicologico di chi non è più abituato a interloquire, a rispondere, a fronteggiare una domanda. Penso che a difenderlo resteranno in tre: Bondi, Cicchitto e Cornacchione…”. Lo afferma l’esponente
della segreteria della Rosa nel Pugno, Daniele Capezzone.
12 marzo 2006
Berlusconi complice di
Putin
“Si è presentato con questo nuovo abito, di avvocato e complice di Putin, Silvio Berlusconi, che giovedì scorso in occasione del vertice euro-russo ha parlato non
solo a proprio nome, ma a nome di tutta l’Europa. L’8 ottobre, un consiglio dei ministri europei aveva commentato le recenti elezioni-truffa in Cecenia (un solo candidato, tutti gli altri
obbligati a ritirarsi). Lo stesso consiglio europeo, presieduto dal governo italiano, aveva espresso viva preoccupazione per le condizioni in cui queste elezioni si sono tenute. Tutto questo
Berlusconi ha finto di ignorarlo, quando ha parlato della guerra cecena come di una “leggenda”
inventata da giornali ostili, quando ha messo sullo stesso piano le critiche che la stampa italiana rivolge a lui stesso e le
critiche che la stampa internazionale rivolge a Putin, quando ha difeso le elezioni in Cecenia o quando ha giudicato del tutto legittimo l’arresto di Chodorkovsky. Proprio lui, che si vanta
d’aver costruito una visione del mondo sulla lotta al comunismo e che sempre ricorda i disastri prodotti dal totalitarismo comunista, abbraccia oggi un regime che di quel disastro è figlio e
continuatore, e sul quale regna sempre più fortemente l’ex Kgb da cui Putin proviene”.
9 settembre 2003
Capezzone: con Putin Berlusconi dimentica il
comunismo
“Berlusconi vede ovunque comunisti, o, se non comunisti già in servizio, quanto meno possibili comunisti. Curiosamente,
però, il Premier dimentica la sua vena anticomunista solo quando incontra qualcuno che è nato e cresciuto all’interno del Kgb, e che questi metodi continua a usare per governare la Russia:
VladimirPutin”. Lo afferma Daniele Capezzone, membro della segreteria della Rosa nel Pugno. “Perciò – prosegue – ho due domande per Berlusconi. Ci dica qualcosa sia sulla tragedia cecena,
dove (purtroppo) al terrorismo indifendibile di tanta parte della resistenza si contrappone un’azione letteralmente nazicomunista delle truppe di Mosca, con veri e propri campi di concentramento,
mutilazioni ed eccidi orribili. E poi – sottolinea ancora – ci dica qualcosa sull’assassinio del giornalista, del radicale Antonio Russo, eliminato a sua volta con metodi da Kgb, mentre svolgeva
i suoi servizi informazione per Radio Radicale” “In qualche villa della Sardegna – conclude Capezzone – o in qualche dacia siberiana, nel corso dei prossimi incontri con l’amico Vladimir, sarebbe
bene che Berlusconi trovasse le convinzioni e il coraggio per porre qualche domanda”.
29 marzo 2006
Sono passati solo 4 anni , come si cambia in fretta cliente. Come le puttane ! Peccato che il canone l'ho già pagato!
FUSCALDO MARE PULITO
Nel video le immagini della manifestazione pacifica "Teniamoci la mano per protesta " svolta sulla spiaggia di Fuscaldo Marina il 9 agosto 2009. L'iniziativa promossa su Face B. ha coinvolto diverse persone sull'intera costa del tirreno cosentino da Amantea a Tortora.
Come sarà il mare la prossima estate ? E la nave dei veleni di Cetraro che fine ha fatto? Nessuno più ne parla!
Meno male però che c'è il procuratore Giordano impegnato in questi giorni a far luce sulle persone scomparse alla Papa Giovanni di Serra D'Aiello !
Ceddruzza e a riturnella
Due versioni entrambe molto belle per il canto più popolare di Fuscaldo.
ALLA SCOPERTA DEL GIOCO CHE FU
« GIRO GIRO TONDO, COM’ERA BELLO IL MONDO »
di Carmelo Anastasio
Per Pinocchio quello dei balocchi era un mondo speciale , per noi lo era quello dei giocattoli fatti in casa e quello dei giochi per la via , anzi per le vineddre.
Se poi arrivava un giocattolo ”industriale” come in occasione della Befana o della festa di Santa Lucia, la felicità arrivava alle stelle.
C’era anche un certo fascino nei modelli di latta e in legno ereditati da qualche bambino dal periodo fascista ( come non pensare alla “presa di
Macallè” di Camilleri!) , la stessa attrazione che si provava nei giocattoli di plastica durante il boom economico. Il cavallino di legno su rotelle, i trenini , le bambole di pezza delle bambine
( qui pigotte), gli aerei fatti strappando le pagine del quaderno con la cover nera e con bordi rossi …
Nostalgia? Era un po’ che volevo scrivere qualcosa sull’argomento ed ora che ho completato alcuni modelli, il lavoro si conclude con la descrizione dei giochi che facevamo da piccoli a Fuscaldo (CS) , giochi poveri ma divertentissimi.
« Il gioco è l’espressione del carattere dell’infanzia, l’atto spontaneo per cui il bambino si rivela. Il bambino fa quello che vede fare e gioisce» (non ricordo dove l’ho
letta).
Alcuni giochi (maschili) fuscaldesi
Monopattino e carro
Il carro povero era costruito con una tavola, due assi e 4 ruote di legno ( i timpagni usati per pressare nei vasetti le alici salate – sopra si metteva una pietra). Il monopattino era più figo e più funzionale perché venivano usati dei cuscinetti come ruote, inoltre
poteva esserci un’ulteriore tavola davanti e verticale con relativo sterzo in sommità. Un pezzo di gomma da spingere sul cuscinetto posteriore faceva da freno.
Fionda
“A ghjiunda” era la mia arma giocattolo preferita. Con essa si andava a caccia di lucertole ( la sensibilità verso questi animali era allora completamente opposta rispetto a quella attuale).
“Strumbulu” (trottola )
La trottola a Fuscaldo l’avevamo quasi tutti. Con essa si facevano veri e propri tornei che terminavano con il rito della “ciurlata” finale (lasciare uno o più segni con la punta metallica sullo strumbulo di chi aveva perso).
A sordi spicci o a buttuni
Venivano usate monete vecchie o bottoni. La moneta veniva sbattuta contro un muro in modo da farla rimbalzare e avvicinare il più possibile a quelle già a terra. La vincita era rappresentata dalla moneta toccata dall’altra lanciata contro il muro.
Ari stacci
Come per il gioco delle bocce. Venivano usate pietre piatte ( chiattonelle ) e lisce. Il boccino era rappresentato da un cutigno ( sasso rotondo ) bianco o nero.
Going
Era un gioco praticato di più dalle bambine ma anche da noi maschietti che mettevamo più forza nel far avanzare l’ovale. Era costituito da due cordicelle con maniglie alle estremità e da un ovale arancione infilato nelle corde. Allargando le maniglie, l’ovale si spostava dalla parte del secondo giocatore. (foto introvabile)
Battamuro
Venivano utilizzate delle figurine. Si tracciava un segno su un muro (a circa un metro dal suolo), si stabiliva il numero delle figurine da far cadere e l’ordine d’intervento dei giocatori. La figurina appoggiata al segno veniva rilasciata e se andava a coprire una figurina (dell’avversario che aveva tirato prima) già a terra, quest’ultima veniva vinta dal tiratore di turno.
Trampoli
Troppo alti, cadevo sempre sul selciato.
Variante : due latte grandi (quelle della conserva) tenute da uno spago che faceva anche da fermo per i piedi.
Telefono
Classico quello fatto con i barattoli del passato di pomodoro ( ce n’erano pochi in giro perché la conserva ognuno la faceva in casa ). Il telefono funzionava solo se il filo era ben teso.
Carrarmatu
Veniva costruito con un rocchetto del filo per cucire. Le basi del rocchetto venivano intagliate a denti di squalo. L’elastico interno , una volta caricato, permetteva il lento movimento.
U fischetteddru
Era costruito con un semplice pezzo di latta (come nel disegno di Cenzino Ciofi) . Allora non avevamo ancora le lattine di aranciata o Coca Cola , c'erano quelle della "conserva " (estratto di pomodoro).
I missili ( pericolosissimo – non provarci)
La capocchia di 3 fiammiferi (meglio cerini) veniva ricoperta con la carta stagnola dei pacchetti di sigarette (allora non esisteva la pellicola d’alluminio ). Un quarto fiammifero veniva usato per l’accensione da sotto. L’esplosione faceva alzare il missile anche fino a 2 metri d’altezza.
A musica a trumba
Si soffiava dentro la parte verde del cipollotto che presentava una zona centrale rigonfia. Il suono provocato era quello della tromba. Usavamo di più lo Zufolo a 3 buchi fatto con canne secche. I “maestri”, quelli più grandi, erano capaci di suonare il doppio zufolo a più fori ( due cannucce affiancate).
lo zufolo usato dai più bravi
Ari frecce ( pericolosissimo – non provare )
L’arco veniva costruito con due ferri di ombrello opportunamente legati con fil di rame (quello dei fili elettrici) alle estremità . Un terzo fil di ferro appuntito costituiva la freccia ( 'u colpu).
A chiancula ( a volte cacata )
Si costruiva per catturare uccelli ( ripeto non c’era un’educazione ambientale – per fortuna non prendevamo mai nulla ). La trappola veniva usata più che altro per far scherzi agli amici più grandi e più capaci nella cattura dei cardellini. Si andava sul posto, si facevano saltare gli stecchini a V che trattenevano la pietra e si defecava dentro ricoprendo poi con la chiattonella di arenaria.
A ra puzza
Come l’attuale “ ce l’hai !”
A scoppula figura
Col palmo della mano si batteva sulla figurina cercando di capovolgerla.
A ra rota
L’anima metallica di un copertone o quella di un vecchio braciere, veniva usata come ruota guidata tramite un bastoncino che serviva a farla accelerare ed a regolarne la direzione. Questo gioco era già usato nell’antica Roma come quello di cavalcare una canna.
A ra vulandina
Dopo merenda ( una fetta di pane di casa con grasso di maiale spalmato a mo di nutella ed una spolverata di zucchero sopra) , spesso si giocava alla "VULANDINA" : un pezzo di spago fissato ad un pezzetto di legno. Si faceva girare velocemente per imitare il suono del vento.
contributo di Cenzino Ciofi
A cucuwa
Le mani venivano unite lasciando una piccola apertura dove si soffiava per imitare il verso dei piccioni. Muovendo leggermente la mano destra , il suono veniva modulato.
A libero
Per fare questo gioco Berlusconi si spostava sino a Fuscaldo (ma perdeva sempre). Era un gioco di gruppo. I ragazzi del primo gruppo dovevano far prigionieri quelli del secondo gruppo individuati a vista nelle viuzze strette dove si nascondevano. Dell’Utri riusciva a nascondersi così bene che non veniva mai preso.
A toccammuccia
Tutti i bambini tranne uno ( Ghedini) che copriva gli occhi tenendo gli avambracci poggiati al muro, dovevano nascondersi per non farsi scoprire. Tempo per nascondersi : il bambino al muro doveva contare sino a 30 ( sta ancora contando!)
Ara ‘ndringhita ( gioco preferito da To.Re. e Si.Be.)
Non era un gioco mafioso, di bello tra noi c’era che non conoscevamo il gioco “a guardie e ladri” . Era un’altalena praticata con un tavolone lungo, quello usato per le impalcature.
A vocula
L’altalena , allora era arrangiata con pezzi di corda e una tavola.
°°°°°°
L'altalena di Tarzan
Ne mancano molti (es. biglie). Chi ne ha voglia potrà incrementare con altri giochi. Non ricordo bene come era quello popolare dei VARRILI. Chi se lo ricorda? (Scrivete!) C’era poi : “ Esce
padre Girolamo” se non ricordo male , poi "A scribbia" a "Toccaferru", "aru ciucciu" ed infine lo schiaffo del soldato e tutti gli altri che si praticavano sulla
spiaggia.
il nostro sciroppo rinforzante !
Incrocio delle mani per la piramide umana al mare
Non
farlo!
Gioco delle biglie sulla sabbia
altri giochi d'epoca
al mare anni '50
I nostri fumetti ( poi c'era Braccio di ferro, Capitan Miky... e più avanti Diabolik , Killer...
copyright by Carmelo Anastasio Vimodrone (MI)
DI PIETRO ZERO ZERO PULITO
di Caranas
vignetta Di Pietro e i Servizi segreti
Questa volta né Libero né il Giornale c’entrano. Ė il Corriere della Sera responsabile del new gossip. E te pareva! Ma come si dice a Roma « se famo du’ spaghi !»
Di Pietro paga il prezzo di fare opposizione da solo al governo Berlusconi e anche a quella pseudo PD-UDC. I politici non sono tutti corrotti come la stampa che conta vuole farci credere ; Di pietro è una delle poche mele non marce dell’Italia politica (spero di non prendere un’altra cantonata come nel caso di Casini – v. “Il governo dell’Italia futura” qui sul blog.
A cena con Contrada in una caserma la sera prima dell’avviso a Craxi : « E che ne sapevo io dell’identità di quelle persone invitate in una caserma dei carabinieri dal comandante del nucleo operativo?» Così si giustifica l’Antonio nazionale aggiungendo poi di non aver mai venduto Mani pulite.
E contrada presente alla cena ? « Stiamo parlando di un questore non di una escort, era un funzionario di Stato e nemmeno lo conoscevo… » … E il KSS americano ? «Guardi che con me è difficile parlare in americano». Lo sappiamo caro Di Pietro, è già difficile l’italiano !
Non me ne vorrà. Un po’ di satira non guasta.
Per me è sufficiente che abbia servito lo Stato come Magistrato dando
eccellente prova di integrità morale. Anche quando rifiutò le succulente offerte di poltrone e ministeri fatte da Silvio Berlusconi.
Candelora
Il 2 febbraio la Chiesa (quella cattolica) celebra la presentazione al Tempio di
Gesù , popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele,
simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.
Le candele usate per la festa sono lunghe e di diametro inferiore a
quelle normali. A Fuscaldo le usavamo spesso ( in mancanza d'altro) quando andava via la luce per il vento forte. C'è anche l'usanza di accendere questa candela benedetta quando in casa sta per
morire qualcuno. La morte arriva allo spegnersi (naturale , visto il vento) della candela.Ma tocchiamo ferro e tuffiamoci invece nel passato per un flash su come eravamo. Il passato, come scritto
in testata , è bello perchè è bello il ricordo.
Ad un particolare 2 febbraio, quello del 1965( se la data dell'anno è riportata giusta nel mio vecchissimo
quaderno di poesia- si vede appena), è legato il ricordo di una nevicata fin sulla spiaggia. Il resto lo si può leggere nel testo che segue e che dedico ai miei compagni di scuola ed in
particolare a N.B. che ci segue sul blog.
Caranas
Candelora
Quel giorno la neve cadde anche sul mare
sciogliendosi al primo contatto.
Il primo che scese dalla barca
sulla spiaggia bianca
imprecò contro il sole scialbo e lontano.
Per freddo , per fame, per poca pesca,
nun sacciu.
Altri con la testa china a guardar giù,
segnavano con passi gravosi
il manto bianco
al confine con le onde
preparandosi a tirar su
le barche da rovesciare.
Più in là, i fimmini nivuri
vattendusi u pettu facevan ressa,
con occhi volti al convento,
lassù sull’eremo di San Francesco,
chiedendo grazia
per quelli ancora in mare
con promesse d’oli da ardere.
Su volti segnati dal tempo
si scioglievano malinconie disperate.
E Fiore, marinaio più giovane,
col suo sorridere così innocente:
jamu, jamu, ca c’havimu fatta!
Come un invito alla presenza,
sul manto bianco della spiaggia
i segni di quel travaglio umano,
ultima fatica prima di tornare a casa.
Il rintocco delle otto
accompagnato dal sibilo della sirena,
riportava all’impegno gli studenti,
curiosi spettatori infreddoliti
ripassavano sotto il ponte ferrato
e si avviavano a scuola
seguiti da lontano
da Pristufora con lingua fumante.
Lo spettacolo era finito.
2 febbraio 1965 Fuscaldo Marina (CS)
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