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Blog  di Caranas

ALLA SCOPERTA DEL GIOCO CHE FU

5 Febbraio 2010 , Scritto da CARANAS Con tag #GIOCHI

 

« GIRO GIRO TONDO, COM’ERA BELLO IL MONDO »

 

                                                                                                  di Carmelo Anastasio

 

 


Per Pinocchio quello dei balocchi era un mondo speciale , per noi lo era quello dei giocattoli fatti in casa e quello dei giochi per la via , anzi per le vineddre. Se poi arrivava un giocattolo ”industriale” come in occasione della Befana o della festa di Santa Lucia, la felicità arrivava alle stelle.


C’era anche un certo fascino nei modelli di latta e in legno  ereditati da qualche bambino dal periodo fascista ( come non pensare alla “presa di Macallè” di Camilleri!) , la stessa attrazione che si provava nei giocattoli di plastica durante il boom economico. Il cavallino di legno su rotelle, i trenini , le bambole di pezza delle bambine ( qui pigotte), gli aerei fatti strappando le pagine del quaderno con la cover nera e  con bordi rossi …

Nostalgia? Era un po’ che volevo scrivere qualcosa sull’argomento ed ora che ho completato alcuni modelli, il lavoro si conclude con la descrizione dei giochi che facevamo da piccoli a Fuscaldo (CS) , giochi poveri ma divertentissimi.


« Il gioco è l’espressione del carattere dell’infanzia, l’atto spontaneo per cui il bambino si rivela. Il bambino fa quello che vede fare e gioisce» (non ricordo dove l’ho letta).

 

                             Alcuni giochi (maschili) fuscaldesi

 

Monopattino e carro


motopattino.jpg

Il carro povero era costruito con una tavola, due assi e 4 ruote di legno ( i timpagni usati per pressare nei vasetti le alici salate – sopra si metteva una pietra). Il monopattino era più figo e più funzionale perché venivano usati dei cuscinetti come ruote, inoltre poteva esserci un’ulteriore tavola davanti e verticale con relativo sterzo in sommità. Un pezzo di gomma da spingere sul cuscinetto posteriore faceva da freno.

 

Fionda

 gjunda.jpg

“A ghjiunda” era la mia arma giocattolo preferita. Con essa si andava a caccia di lucertole ( la sensibilità verso questi animali era allora completamente opposta rispetto a quella attuale).

 

“Strumbulu”  (trottola )

 strumbuli.jpg

La trottola a Fuscaldo l’avevamo quasi tutti. Con essa si facevano veri e propri tornei che terminavano con il rito della “ciurlata” finale (lasciare uno o più segni con la punta metallica sullo strumbulo di chi aveva perso).

 

A sordi spicci o a buttuni

 bottoni.jpg

Venivano usate monete vecchie o bottoni. La moneta veniva sbattuta contro un muro in modo da farla rimbalzare e avvicinare il più possibile a quelle già a terra. La vincita era rappresentata dalla moneta toccata dall’altra lanciata contro il muro.

 

Ari stacci

 Come per il gioco delle bocce. Venivano usate pietre piatte ( chiattonelle ) e lisce. Il boccino era rappresentato da un cutigno  ( sasso rotondo ) bianco o nero.

 

Goinggoing.jpg

Era un gioco praticato di più dalle bambine ma anche da noi maschietti che mettevamo più forza nel far avanzare l’ovale. Era costituito da due cordicelle con maniglie alle estremità e da un ovale arancione infilato nelle corde. Allargando le maniglie, l’ovale si spostava dalla parte del secondo giocatore. (foto introvabile)

 

Battamuro

figurine--50.jpg 

Venivano utilizzate delle figurine. Si tracciava un segno su un muro (a circa un metro dal suolo), si stabiliva il numero delle figurine da far cadere e l’ordine d’intervento dei giocatori. La figurina appoggiata al segno veniva rilasciata e se andava a coprire una figurina (dell’avversario che aveva tirato prima) già a terra, quest’ultima veniva vinta dal tiratore di turno.

 

Trampoli

trampoli.jpg
Troppo alti, cadevo sempre sul selciato.

Variante : due latte grandi (quelle della conserva) tenute da uno spago che faceva anche da fermo per i piedi.

 

Telefono

  TELEFONO.jpg

Classico quello fatto con i barattoli del passato di pomodoro ( ce n’erano pochi in giro perché la conserva ognuno la faceva in casa ). Il telefono funzionava solo se il filo era ben teso.

 

Carrarmatu

 CARROARMATO-copia-1.jpg

Veniva costruito con un rocchetto del filo per cucire. Le basi del rocchetto venivano intagliate a denti di squalo. L’elastico interno , una volta caricato, permetteva il lento movimento.

 

 

U fischetteddru

 

Era costruito con un semplice pezzo di latta (come nel disegno di Cenzino Ciofi) . Allora non avevamo ancora le lattine di aranciata o Coca Cola , c'erano quelle della "conserva " (estratto di pomodoro).

 fischietto

I missili ( pericolosissimo – non provarci)

 missile.jpg

La capocchia di 3 fiammiferi (meglio cerini) veniva ricoperta con la carta stagnola dei pacchetti di sigarette (allora non esisteva la pellicola d’alluminio ). Un quarto fiammifero veniva usato per l’accensione da sotto. L’esplosione faceva alzare il missile anche fino a 2 metri d’altezza.

 

 

A musica a trumba

 cipollotto.jpg

Si soffiava dentro la parte verde del cipollotto che presentava una zona centrale rigonfia. Il suono provocato era quello della tromba. Usavamo di più lo Zufolo a 3 buchi fatto con canne secche. I “maestri”,  quelli più grandi, erano capaci di suonare il doppio zufolo a più fori ( due cannucce affiancate).

 
lo zufolo usato dai più bravi fisc-chettu.jpg



Ari frecce  ( pericolosissimo – non provare )

 arco.jpg

L’arco veniva costruito con due ferri di ombrello opportunamente legati con fil di rame (quello dei fili elettrici) alle estremità . Un terzo fil di ferro appuntito costituiva la freccia ( 'u colpu).

 

A chiancula ( a volte cacata )

  chiancula.jpg

Si costruiva per catturare uccelli ( ripeto non c’era un’educazione ambientale – per fortuna non prendevamo mai nulla ). La trappola veniva usata più che altro per far scherzi agli amici più grandi e più capaci nella cattura dei cardellini. Si andava sul posto, si facevano saltare gli stecchini a V che trattenevano la pietra e si defecava dentro ricoprendo poi con la chiattonella di arenaria.

 

A ra puzza

 

Come l’attuale “ ce l’hai !”

 

A scoppula figura

 

Col palmo della mano si batteva sulla figurina cercando di capovolgerla.

 

A ra rota

L’anima metallica di un copertone o quella di un vecchio braciere, veniva usata come ruota guidata tramite un bastoncino che serviva a farla accelerare ed a regolarne la direzione. Questo gioco era già usato nell’antica Roma come quello di cavalcare una canna.

 

A ra vulandina

 

Dopo merenda ( una fetta di pane di casa con grasso di maiale spalmato a mo di nutella ed una spolverata di zucchero sopra) , spesso si giocava alla "VULANDINA" : un pezzo di spago fissato ad un pezzetto di legno. Si faceva girare velocemente per imitare il suono del vento.

 

vulandina.jpeg

                                                                    contributo  di Cenzino Ciofi

 

 

A cucuwa

 cu-cuwa.jpg

Le mani venivano unite lasciando una piccola apertura dove si soffiava per imitare il verso dei piccioni. Muovendo leggermente la mano destra , il suono veniva modulato.

 

A libero

 

Per fare questo gioco Berlusconi si spostava sino a Fuscaldo (ma perdeva sempre). Era un gioco di gruppo. I ragazzi del primo gruppo dovevano far prigionieri quelli del secondo gruppo individuati a vista nelle viuzze strette dove si nascondevano. Dell’Utri riusciva a nascondersi così bene che non veniva mai preso.

 

A toccammuccia

 

Tutti i bambini tranne uno ( Ghedini)  che copriva gli occhi tenendo gli avambracci poggiati al muro, dovevano nascondersi per non farsi scoprire. Tempo per nascondersi : il bambino al muro doveva contare sino a 30 ( sta ancora contando!)

 

Ara ‘ndringhita ( gioco preferito da To.Re. e Si.Be.)

 ndringhita.jpg

Non era un gioco mafioso, di bello tra noi c’era che non conoscevamo il gioco “a guardie e ladri” . Era un’altalena praticata con un tavolone lungo, quello usato per le impalcature.

 

A vocula

VOCULA.jpg 

L’altalena , allora era arrangiata con pezzi di corda e una tavola.

                                           °°°°°°


L'altalena di Tarzan
Cita.jpg

Ne mancano molti (es. biglie). Chi ne ha voglia potrà incrementare con altri giochi. Non ricordo bene come era quello popolare dei VARRILI. Chi se lo ricorda? (Scrivete!) C’era poi : “ Esce padre Girolamo” se non ricordo male , poi "A scribbia"  a "Toccaferru", "aru ciucciu" ed infine lo schiaffo del soldato e tutti gli altri che si praticavano sulla spiaggia.

 

 il nostro sciroppo rinforzante !                  

 1-copia-1


Incrocio delle mani per la piramide umana al mare

piramide


 Non farlo!                                      Gioco delle biglie sulla sabbia
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     dis1.jpg





















altri giochi d'epoca
BALOCCHI.jpg

al mare anni '50
2.jpg4.jpg3.jpg

I nostri fumetti ( poi c'era Braccio di ferro, Capitan Miky... e più avanti Diabolik , Killer...

Blek-copia-1.jpgTex.jpg





















                                                                                                                copyright by Carmelo Anastasio Vimodrone (MI)

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DI PIETRO ZERO ZERO PULITO

3 Febbraio 2010 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

Di Pietro non sarà un santo, ma è pulito e la foto che lo ritrae con Contrada non dice nulla.

               

                                                                                                      di Caranas

 vignetta Di Pietro e i Servizi segreti


 KSS


Questa volta né Libero né il Giornale c’entrano. Ė il Corriere della Sera responsabile del new gossip. E te pareva! Ma come si dice a Roma « se famo du’ spaghi !»

Di Pietro paga il prezzo di fare opposizione da solo al governo Berlusconi e anche a quella pseudo PD-UDC. I politici non sono tutti corrotti come la stampa che conta vuole farci credere ; Di pietro è una delle poche mele non marce dell’Italia politica (spero di non prendere un’altra cantonata come nel caso di Casini – v. “Il governo dell’Italia futura” qui sul blog.

A cena con Contrada in una caserma la sera prima dell’avviso a Craxi : « E che ne sapevo io dell’identità di quelle persone invitate in una caserma dei carabinieri dal comandante del nucleo operativo?» Così si giustifica l’Antonio nazionale aggiungendo poi di non aver mai venduto Mani pulite.

E contrada presente alla cena ?  « Stiamo parlando di un questore non di una escort, era un funzionario di Stato e nemmeno lo conoscevo… » … E il KSS americano ? «Guardi che con me è difficile parlare in americano». Lo sappiamo caro Di Pietro, è già difficile l’italiano !

Non me ne vorrà. Un po’ di satira non guasta.

Per me è sufficiente che abbia servito lo Stato come Magistrato dando eccellente prova di integrità morale. Anche quando rifiutò le succulente offerte di poltrone e ministeri fatte da Silvio Berlusconi.

dipietro.jpg

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Candelora

1 Febbraio 2010 , Scritto da CARANAS Con tag #POESIA


                                                                                                                    

Il 2 febbraio la Chiesa (quella cattolica) celebra la presentazione al Tempio di Gesù , popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.
Le candele usate per la festa sono lunghe e di diametro inferiore a quelle normali. A Fuscaldo le usavamo spesso ( in mancanza d'altro) quando andava via la luce per il vento forte. C'è anche l'usanza di accendere questa candela benedetta quando in casa sta per morire qualcuno. La morte arriva allo spegnersi (naturale , visto il vento) della candela.Ma tocchiamo ferro e tuffiamoci invece nel passato per un flash su come eravamo. Il passato, come scritto in testata , è bello perchè è bello il ricordo.
Ad un particolare 2 febbraio, quello del 1965( se la data dell'anno è riportata giusta nel mio vecchissimo quaderno di poesia- si vede appena), è legato il ricordo di una nevicata fin sulla spiaggia. Il resto lo si può leggere nel testo che segue e che dedico ai miei compagni di scuola ed in particolare a N.B. che ci segue sul blog.
                                                                                                                      Caranas

neve-spiaggia.jpg

Candelora

 

Quel giorno la neve cadde anche sul mare

sciogliendosi al primo contatto.

Il primo che scese dalla barca

sulla spiaggia bianca

imprecò contro il sole scialbo e lontano.

Per freddo , per fame, per poca pesca,

nun sacciu.

Altri con la testa china a guardar giù,

segnavano con passi gravosi

il manto bianco

al confine con le onde

preparandosi a tirar su

le barche da rovesciare.

 

Più in là, i fimmini nivuri

vattendusi u pettu facevan ressa,

con occhi volti al convento,

lassù sull’eremo di San Francesco,

chiedendo grazia

per quelli ancora in mare

con promesse d’oli da ardere.

  

Su volti segnati dal tempo

si scioglievano malinconie disperate.

E Fiore, marinaio più giovane,

col suo sorridere così innocente:

jamu, jamu, ca c’havimu fatta!

 

Come un invito alla presenza,

sul manto bianco della spiaggia

i segni di quel  travaglio umano,

ultima fatica   prima di tornare a casa.

 

Il rintocco delle otto

accompagnato dal sibilo della sirena,

riportava all’impegno gli studenti,

curiosi spettatori infreddoliti

ripassavano  sotto il ponte ferrato

e si avviavano a scuola

seguiti da lontano

da Pristufora  con lingua fumante.

 

Lo spettacolo era finito.

 

2 febbraio 1965  Fuscaldo Marina (CS)  

 

Tutti i diritti riservati  by Carmelo Anastasio  

 

 

 
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