Fecondazione eterologa, la Chiesa è contro, ma siamo sicuri che Dio non fu il primo a praticarla ?
Un mistero strano
di Caranas
Maria Madre Santissima mi perdoni , non riesco a non scrivere queste riflessioni che mi vengono spontanee quando leggo e rileggo alcuni testi che parlano delle diverse posizioni della Chiesa Cattolica su alcuni temi, nello specifico : la fecondazione. Userò un linguaggio un po’ dissacrante , quasi satirico, soprattutto nel momento in cui il Papa visita i luoghi di Fatima.
Maria se ne stava li da sola in casa sua quando all’improvviso comparve l’Arcangelo Gabriele. Maria si spaventò e Gabriele rassicurandola le fece una proposta /annuncio che non poteva rifiutare, manco se fossimo più a nord in Sicilia. Annunciò l’angelo che per volere di Dio avrebbe messo alla luce il Figlio del Padre di tutti i secoli. Le donne di quell’età se pur adolescenti , si sa, sono molto più sveglie dei maschietti, e Maria rispose che non era ancora sposata, solo fidanzata con Giuseppe che certamente non avrebbe gradito un regalo cosi carino e l’avrebbe presa come una mancanza di rispetto. Gabriele , semplice messaggero annunciò che doveva solo riferire e non le mancava di rispetto. Non c’era possibilità di opporsi, non era previsto alcun rifiuto. Poteva dire no Maria? Un destino "imposto" quindi.Le vie del Signore però sono infinite e chi siamo noi per giudicare?
Maria magari avrebbe preferito aspettare qualche anno e avere con Giuseppe un rapporto di sua scelta. Non lo sappiamo. Lasciamo stare la prevedibile reazione di Giuseppe che dal pasticcio ne è uscì fuori bene, pur confuso nei concetti dei modelli genitoriali e famigliari che gli apparvero molto diversi dai suoi tradizionali. Maria fu d’accordo e obbedì al valore di Dio; quale diritto aveva di contestare ciò che il Padre Celeste aveva deciso? Giuseppe accolse Gesù come suo figlio, in fondo cosa importava, il seme non era suo ma era di Dio e il problema lo rimandò alla Chiesa per la quale il rapporto non deve essere insolito ma tra uomo e donna, e solo in matrimonio. Come fu quella fecondazione? Eterologa?
Antonello capobrigante calabrese
Quell’essere determinato ignorante che fece un po’ di storia di Calabria : "Antonello , capobrigante calabrese".
di Caranas
Era il 1964, la mia televisione si vedeva a strisce o innevata, eppure non persi una puntata di quella trasmissione ( ora fiction Rai ) che tanto mi affascinava. Perché direte voi ? perché avevo 14 anni e una grande voglia di essere libero, di non inchinare la testa davanti a nessuno, neanche davanti ai rappresentanti, pur amici, qualche volta, della Chiesa. Aspettavo una settimana desideroso di vedere l’epilogo formante, il dramma ambientato in cinque atti , mi entusiasmava sempre di più e mi faceva vedere la sfortunata impresa dei Fratelli Bandiera e del giovane Giuseppe contadino che chiedeva di unirsi alla “banda “ , quella stessa “Banda” che con grande immaginazione e presunzione, ho cercato “tra virgolette” ed in senso metaforico, di raggruppare sotto un titolo “ 12 punti… ” e che , forse, per mia ingenuità, non sono riuscito a cavare dai presepi di Fuscaldo e contrade.
Dicevo di Antonello che voleva vendicarsi del possidente filoborbonico Brunetti per vendicarsi della morte della moglie di Giuseppe chiedendo un riscatto avendo così tracciato la sua condanna a morte e quella dei compagni. I problemi sociali della Calabria sono ancora vivi, e questa festa postunitaria ce li fa rivivere più che mai in corsa ad un riscatto che con Berlusconi si allontana ancora di più. Il latifondo, la sorte delle terre demaniali, la corruzione, il pizzo, la non voglia di alcuni dell’impegno necessario, il feudalesimo della ex DC ancora imperante, le illusioni Di Pietriste, nella percezione delle disastrose conseguenze sull’economia di Fuscaldo e calabrese , sono ancora “effetto necessario” delle condizioni naturali, economiche e morali, che investono l’intera Calabria ed il Sud in quanto la prepotenza baronale che vi esiste è ancora viva.
Per il video , dovete accontentarvi, avrei preferito l'altro che segue su link . Purtroppo la Over non permette più youtube diretto.
http://www.youtube.com/watch?v=vRy-qKmhpws
Il Colosseo cade a pezzi e il governo pure. Bondi , presunto innocente, coinvolto nell’indagine grandi eventi a causa del suo parrucchiere (e meno male che è quasi calvo).Che c’entra ?C’entra
Amore, candore, purezza...
di Caranas
(bagno in maglietta)
Nell’inchiesta grandi eventi , Bondi viene accusato di aver affidato a Riccardo Miccichè l’incarico di direttore dei lavori per il restauro degli Uffizi di Firenze. Da sottolineare che il Riccardo è si ingegnere agrigentino ma anche parrucchiere e Fabrizio Miccichè , il fratello , è titolare di una impresa , la Giusylenia “sotto il controllo di esponenti della Cosa Nostra in quel di Agrigento” e già collega di cantiere (alla Maddalena ) del cognato di Bertolaso. E Bondi parla adesso di offesa alla sua onorabilità, di offesa a quei valori di « Amore, candore e purezza» già cari al nostro calabrese Gioacchino da Fiore (giù le mani) che vorrebbe portare nel PdL.
Certo è che allo scivolone di Bertolaso sulla Lewinsky si aggiunge quello del poeta che affida un incarico da 29,5 milioni di euro per un restauro della massima delicatezza ad un "parrucchiere". Ma mi faccia il piacere ! Se ne torni a scrivere rime baciate!
Ti regalerò una rosa
Dedicato ad Alda Merini la piccola ape furibonda cittadina onoraria di Vimodrone
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita sono vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.
Uomini di parola : politici della trasversale transumanza con approdo finale nelle ridotte di Ar-core.
Soffriamo di accecamento ideologico o di puttanesimo radical-politic ?
di Caranas
Per i berluscones , chi si è fermato nella fede dell’ideale comunista è ormai un irrecuperabile “rosso” non attento all’evoluzione dei tempi .Chi invece prostituisce il proprio cervello ( e spesso anche il corpo) svendendo personalità e fede politica, può occupare i più alti scranni del potere sguazzando nel fango del mercimonio come soldatino del Silvio nazionale e ostentando nei programmi televisivi e sulla carta stampata il giuramento al nuovo padrone politico.
Addirittura Bossi ad ogni nuovo adepto della Lega faceva firmare preventivamente una lettera di dimissioni (non si sa mai).
La grande massa operaia e intellettuale di sinistra ha seguito ( a torto o a ragione) l’evoluzione del P.C.I. , diversi militanti più o meno noti, hanno invece cambiato fede passando ad opposti lidi/ideali .
Ecco il quadro (incompleto) :
DANIELE CAPEZZONE - Segretario Partito Radicale – Rosa nel pugno . Forza Italia – PdL
SANDRO BONDI - Sindaco comunista - PdL
BOBO MARONI - Democrazia Proletaria – Lega
FERDINANDO ADORNATO - PCI – Forza Italia – UDC
GAETANO PECORELLA - Potere Operaio– Avvocato di Soccorso Rosso – Forza Italia - PdL
Avvocato di Berlusconi – Candidato a presidente della Corte
Costituzionale ?
MASSIMO CAPRARA - Manifesto – PdL
EUGENIA ROCCELLA - Partito Radicale – PdL Sottosegretario alla Salute
GIULIANO FERRARA - PCI – PSI – Forza Italia (Ministro) – sostenitore PdL
FRANCO FRATTINI - Manifesto – PSI – PdL
ELIO VITO - Partito Radicale – PdL
ALDO BRANDIRALI - Servire il Popolo – PdL
UMBERTO BOSSI - Comunista della sezione del P.C.I. di Verghera – LEGA
GIANFRANCO MICCICHE’ - Lotta Continua – PdL
MARCELLO PERA - Partito Radicale – PSI – PdL
MASSIMO TEODORI - Partito Radicale – PdL
TIZIANA MAIOLO - Rifondazione Comunista – Partito Radicale – PdL
FRANCESCO RUTELLI - P. Radicale – Verdi- Margherita – Ulivo- PD- API
Il PCI era una famiglia , molti hanno perso il senso dell’avventura e forse per questo sono diventati tristi e stanchi ( come nelle vignette di Staino) . Non per questo ci si deve sentire ex o post , anche se siamo convinti che il comunismo reale è finito nel 1989. Ci sono state diverse “rifondazioni” che per l’egoismo di qualcuno , sono tutte fallite, ma il Comunismo italiano della cultura di Berlinguer vive ancora e non tutti hanno perso l’identità nella difesa della libertà! E la nostra non è da considerare un’eredità abusiva da abiurare.
Il Draquila si accomuna a Clinton (avendo una Monica in comune).
Bertolaso si era dimesso ma tra una emergenza e un massaggio è ancora al suo posto .
di Caranas
vignetta Bertolaso Monica
Ma che bella figura! Ma perché non va a difendersi davanti ai magistrati anziché occupare addirittura Palazzo Chigi con uno show del tipo “Me la canto e me la suono “. Dice di non aver preso mai soldi da Anemone, chissà perché sua moglie (architetto) ha ricevuto 99.000 € dallo stesso … “ tu fai un favore a me , io ne faccio uno a te” ! Pare che gli investigatori sospettino una mazzetta di 50.000 € , una “ mazzata “ umiliante secondo il mister emergenza. Ma daiii ....., chi se la beve la seduta dal fisioterapista alle ore 23 da Francesca … e mostra pure un suo sms se pur privo di intimità ; chissà perché dopo la seduta con Monica che lo ha "sconocchiato , gli uomini dello staff del Salaria Sport sono andati in cerca di preservativi !
Da che razza di gente siamo governati ? Un talk –show deserto per una difesa mediatica alla berlusca . E non è un abuso ? Reato no, ma pur sempre un abuso. Ma per molti italiani Bertolaso resta quell’autentico patrimonio di ingegno, passione e pazienza costruito da Berlusconi e pronto per ogni emergenza. Ci vien da chiedere se non porti pure sfiga , visto come sono andate le cose ultimamente !
Moody’s : Italia a rischio. Una volta tanto , Prodi e Berlusconi reagiscono da veri italiani.
di Caranas
Soffrirà di prostata ragazzi, ma questa pisciata di Silvio è quanto meno opportuna!
La reazione di Prodi e Berlusconi
Una volta tanto giudizio concorde tra Prodi e Berlusconi. Il primo ricorda che la Moody’s è la stessa che dava il 10 e lode alla Lehman Brothers la cui fine conosciamo tutti, il secondo esprime un giudizio altrettanto severo allargato a tutte le agenzie internazionali che giudicano la solidità dei sistemi economici degli Stati. E Moody’s ha perso di credibilità da parecchio come diverse altre agenzie. Andate a lavorare (se trovate lavoro !) dovremmo dire noi. L’uscita della Moody’s ha infatti fatto perdere diversi soldi all’Italia dal momento che ha paventato per noi italiani il rischio contagio-Grecia. Meno male che la Banca d’Italia rassicura. Questa volta però Berlusconi ha ragione e ha fatto bene a reagire avendo la Moody’s creato una bufera che ha bruciato diversi soldi e buttato discredito sulla nostra economia che, non sarà eccellente ma non è né quella della Grecia, né quella del Portogallo. Insomma , la nostra salute non è ottimale ma dobbiamo curarci.
Arraffa , arraffa… ti verrà comodo !
dimissioni di Scajola , altro pericolo d'affrontare. E il conflitto d'interessi è sempre più attuale.
di Caranas
Non tutto il male vien per nuocere . Scajola si è dimesso ( altri politici dovrebbero farlo per gli stessi motivi), chi è innocente scagli la prima pietra! Non sto difendendo il ministro, sto solo riflettendo su quanti altri hanno beneficiato di mazzette, che di solito sono legate a mazzate ( chi la fa , se l’aspetti). Berlusconi ha ora in pugno, con la benedizione di Napolitano ( cos’altro poteva fare ?), il Ministero delle Politiche Economiche. Speriamo che la soluzione sia veramente transitoria. La sostituzione di Scajola ( ricordate in una seduta del parlamento : “ lei è un maleducato!” – che arroganza! avrebbe meritato la stessa risposta data da D’Alema a Ballarò martedì scorso : “ma vada a farsi fottere” e sapete bene a chi), provocherà una corsa al ministero ma non certamente una questione squisitamente politica. Povero Cicchitto, ancora una volta resterà con un pugno di mosche in mano. Il posto , come prevedibile, sarà occupato da una donna, Luisa Todini (senza offesa per nessuno).
CapezzONE, CapezzTWO... e Cicch- Citto! Che piacere ascoltarli !
Nel contempo, l'ex ...
In quel tempo , oltre il tempo
da Settimo Cielo
L'Espresso Blog
di Sandro Magister
In visita a Torino, nel pomeriggio di domenica 2 maggio Benedetto XVI si è inginocchiato davanti alla Sindone. E ha poi letto alle monache e ai fedeli presenti nella cattedrale la seguente meditazione:
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Cari amici, questo è per me un momento molto atteso. In un’altra occasione mi sono trovato davanti alla sacra Sindone, ma questa volta vivo questo pellegrinaggio e questa sosta con particolare intensità: forse perché il passare degli anni mi rende ancora più sensibile al messaggio di questa straordinaria icona; forse, e direi soprattutto, perché sono qui come successore di Pietro, e porto nel mio cuore tutta la Chiesa, anzi, tutta l’umanità. Ringrazio Dio per il dono di questo pellegrinaggio, e anche per l’opportunità di condividere con voi una breve meditazione, che mi è stata suggerita dal sottotitolo di questa solenne Ostensione: “Il mistero del Sabato Santo”.
Si può dire che la Sindone sia l’icona di questo mistero, l’icona del Sabato Santo. Infatti essa è un telo sepolcrale, che ha avvolto la salma di un uomo crocifisso in tutto corrispondente a quanto i Vangeli ci dicono di Gesù, il quale, crocifisso verso mezzogiorno, spirò verso le tre del pomeriggio. Venuta la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato solenne di Pasqua, Giuseppe d’Arimatea, un ricco e autorevole membro del sinedrio, chiese coraggiosamente a Ponzio Pilato di poter seppellire Gesù nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia a poca distanza dal Golgota. Ottenuto il permesso, comprò un lenzuolo e, deposto il corpo di Gesù dalla croce, lo avvolse con quel lenzuolo e lo mise in quella tomba (cfr Mc 15,42-46). Così riferisce il Vangelo di Marco, e con lui concordano gli altri evangelisti. Da quel momento, Gesù rimase nel sepolcro fino all’alba del giorno dopo il sabato, e la Sindone di Torino ci offre l’immagine di com’era il suo corpo disteso nella tomba durante quel tempo, che fu breve cronologicamente (circa un giorno e mezzo), ma fu immenso, infinito nel suo valore e nel suo significato.
Il Sabato Santo è il giorno del nascondimento di Dio, come si legge in un’antica omelia: “Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme… Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi” (Omelia sul Sabato Santo, PG 43, 439). Nel Credo, noi professiamo che Gesù Cristo “fu crocifisso sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto, discese agli inferi, e il terzo giorno risuscitò da morte”.
Cari fratelli, nel nostro tempo, specialmente dopo aver attraversato il secolo scorso, l’umanità è diventata particolarmente sensibile al mistero del Sabato Santo. Il nascondimento di Dio fa parte della spiritualità dell’uomo contemporaneo, in maniera esistenziale, quasi inconscia, come un vuoto nel cuore che è andato allargandosi sempre di più. Sul finire dell’Ottocento, Nietzsche scriveva: “Dio è morto! E noi l’abbiamo ucciso!”. Questa celebre espressione, a ben vedere, è presa quasi alla lettera dalla tradizione cristiana, spesso la ripetiamo nella Via Crucis, forse senza renderci pienamente conto di ciò che diciamo. Dopo le due guerre mondiali, i lager e i gulag, Hiroshima e Nagasaki, la nostra epoca è diventata in misura sempre maggiore un Sabato Santo: l’oscurità di questo giorno interpella tutti coloro che si interrogano sulla vita, in modo particolare interpella noi credenti. Anche noi abbiamo a che fare con questa oscurità.
E tuttavia la morte del Figlio di Dio, di Gesù di Nazaret ha un aspetto opposto, totalmente positivo, fonte di consolazione e di speranza. E questo mi fa pensare al fatto che la sacra Sindone si comporta come un documento “fotografico”, dotato di un “positivo” e di un “negativo”. E in effetti è proprio così: il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini. Il Sabato Santo è la “terra di nessuno” tra la morte e la risurrezione, ma in questa “terra di nessuno” è entrato Uno, l’Unico, che l’ha attraversata con i segni della sua passione per l’uomo: “Passio Christi. Passio hominis”. E la Sindone ci parla esattamente di quel momento, sta a testimoniare precisamente quell’intervallo unico e irripetibile nella storia dell’umanità e dell’universo, in cui Dio, in Gesù Cristo, ha condiviso non solo il nostro morire, ma anche il nostro rimanere nella morte. La solidarietà più radicale.
In quel “tempo-oltre-il-tempo” Gesù Cristo è “disceso agli inferi”. Che cosa significa questa espressione? Vuole dire che Dio, fattosi uomo, è arrivato fino al punto di entrare nella solitudine estrema e assoluta dell’uomo, dove non arriva alcun raggio d’amore, dove regna l’abbandono totale senza alcuna parola di conforto: “gli inferi”. Gesù Cristo, rimanendo nella morte, ha oltrepassato la porta di questa solitudine ultima per guidare anche noi ad oltrepassarla con lui. Tutti abbiamo sentito qualche volta una sensazione spaventosa di abbandono, e ciò che della morte ci fa più paura è proprio questo, come da bambini abbiamo paura di stare da soli nel buio e solo la presenza di una persona che ci ama ci può rassicurare. Ecco, proprio questo è accaduto nel Sabato Santo: nel regno della morte è risuonata la voce di Dio. È successo l’impensabile: che cioè l’Amore è penetrato “negli inferi”: anche nel buio estremo della solitudine umana più assoluta noi possiamo ascoltare una voce che ci chiama e trovare una mano che ci prende e ci conduce fuori. L’essere umano vive per il fatto che è amato e può amare; e se anche nello spazio della morte è penetrato l’amore, allora anche là è arrivata la vita. Nell’ora dell’estrema solitudine non saremo mai soli: “Passio Christi. Passio hominis”.
Questo è il mistero del Sabato Santo! Proprio di là, dal buio della morte del Figlio di Dio, è spuntata la luce di una speranza nuova: la luce della risurrezione. Ed ecco, mi sembra che guardando questo sacro telo con gli occhi della fede si percepisca qualcosa di questa luce. In effetti, la Sindone è stata immersa in quel buio profondo, ma è al tempo stesso luminosa; e io penso che se migliaia e migliaia di persone vengono a venerarla – senza contare quanti la contemplano mediante le immagini – è perché in essa non vedono solo il buio, ma anche la luce; non tanto la sconfitta della vita e dell’amore, ma piuttosto la vittoria, la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio; vedono sì la morte di Gesù, ma intravedono la sua risurrezione; in seno alla morte pulsa ora la vita, in quanto vi inabita l’amore.
Questo è il potere della Sindone: dal volto di questo “Uomo dei dolori”, che porta su di sé la passione dell’uomo di ogni tempo e di ogni luogo, anche le nostre passioni, le nostre sofferenze, le nostre difficoltà, i nostri peccati – “Passio Christi. Passio hominis” – promana una solenne maestà, una signoria paradossale. Questo volto, queste mani e questi piedi, questo costato, tutto questo corpo parla, è esso stesso una parola che possiamo ascoltare nel silenzio. Come parla la Sindone? Parla con il sangue, e il sangue è la vita! La Sindone è un’Icona scritta col sangue; sangue di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso e ferito al costato destro. L’immagine impressa sulla Sindone è quella di un morto, ma il sangue parla della sua vita. Ogni traccia di sangue parla di amore e di vita. Specialmente quella macchia abbondante vicina al costato, fatta di sangue ed acqua usciti copiosamente da una grande ferita procurata da un colpo di lancia romana, quel sangue e quell’acqua parlano di vita. È come una sorgente che mormora nel silenzio, e noi possiamo sentirla, possiamo ascoltarla, nel silenzio del Sabato Santo.
Cari amici, lodiamo sempre il Signore per il suo amore fedele e misericordioso. Partendo da questo luogo santo, portiamo negli occhi l’immagine della Sindone, portiamo nel cuore questa parola d’amore, e lodiamo Dio con una vita piena di fede, di speranza e di carità.
Andrea
... a voi una bellissima canzone di Fabrizio De Andrè , trattasi di < Andrea >
Andrea s'è perso s'è perso e non sa tornare
Andrea s'è perso s'è perso e non sà tornare
Andrea aveva un amore Riccioli neri
Andrea aveva un dolore Riccioli neri.
C'era scritto sul foglio ch'era morto sulla bandiera
C'era scritto e la firma era d'oro era firma di re
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Occhi di bosco contadino del regno profilo francese
Occhi di bosco soldato del regno profilo francese
E Andrea l'ha perso ha perso l'amore la perla più rara
E Andrea ha in bocca un dolore la perla più scura.
Andrea raccoglieva violette ai bordi del pozzo
Andrea gettava Riccioli neri nel cerchio del pozzo
Il secchio gli disse - Signore il pozzo è profondo
più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto.
Lui disse - Mi basta mi basta che sia più profondo di me.
Lui disse - Mi basta mi basta che sia più profondo di me.
Bellissima anche Durango (meglio la versione di Fabrizio )