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Blog  di Caranas

Ecco la valigetta di Borsellino . La conserva il maggiore Canale

29 Settembre 2012 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

Conteneva la famosa agenda rossa del magistrato, ma all'interno non c'è

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La valigetta di Borsellino nella foto Luigi Sarullo

PALERMO - L'agenda rossa dentro non c'è. Ma c'è la borsa del giudice Paolo Borsellino, la borsa di cuoio al centro di una enigmatica spy story perché compare, sparisce e ricompare vuota sul teatro della strage di via D'Amelio. Eccola vent'anni dopo in una teca, custodita dal collaboratore più fidato di Borsellino, l'allora maresciallo Carmelo Canale, oggi maggiore, ufficiale chiave alla Legione dei carabinieri di Palermo, dopo dieci anni di sospetti e processi, pronto a mostrarla sforacchiata com'è dall'effetto bomba.

Ecco la valigetta di Borsellino

                    

Qualcuno sarà incuriosito da questo scoop oggi in edicola con «S» il magazine del gruppo «I love Sicilia» anche perché pochi avrebbero immaginato che a conservare il prezioso cimelio fosse l'ufficiale incriminato dalla Procura di Palermo e poi sempre assolto, nonostante venti pentiti abbiano tentato di trasformare Canale in un'ombra inquietante del giudice ucciso meno di due mesi dopo il massacro di Giovanni Falcone.

 

«Me la diede la signora Agnese Borsellino...», rivela Canale mentre il fotoreporter Luigi Sarullo inquadra il fronte della borsa devastato dall'esplosione, al contrario della parte posteriore e dell'interno, perfettamente intatti. E questo significa che doveva essere integra l'agenda rossa contenuta in uno degli scomparti con gli appunti di Paolo Borsellino.

 

«Dissi subito che nell'agenda c'erano i numeri di telefono delle persone contattate, che le ragioni della strage andavano cercate nel filone mafia appalti, parlai dell'importanza dell'agenda rossa, ma si cominciò a indagare su tutto questo troppo tempo dopo», rivela Canale allo scrittore Aldo Sarullo che ne raccolse il primo disappunto. «Aveva chiesto di essere interrogato su Capaci, sulle notizie che lui aveva in relazione agli appalti, ma i magistrati di Caltanissetta non lo convocarono mai, come si lamentò...».

 

Il j'accuse di Canale è una ragione in più per riaccendere i riflettori su questa introvabile agenda e sui sospetti rovesciati contro il capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli, inquisito e prosciolto dopo che erano state trovate delle foto in cui figurava a due passi dall'auto di Borsellino mentre si allontana dalla scena del delitto con la borsa in mano.

 

Nessuno ha mai spiegato come quella stessa borsa sia ricomparsa vuota, repertata dall'allora capo della Mobile Arnaldo La Barbera, consegnata agli uffici giudiziari e, dopo qualche tempo, restituita alla signora Borsellino e ai suoi figli, compreso Manfredi, oggi funzionario di polizia.

 

Fonte : Felice Cavallaro Corriere.it

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