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Blog  di Caranas

politica

Grasso e Boldrini, ma quanto mi costate ? non potevate occupare le residenze istituzionali ?

10 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

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di Caranas

Non ci crederete , la rinuncia di Grasso e Boldrini agli appartamenti istituzionali , costerà carissimo ai contribuenti. Eh già , perché la rinuncia spot con gran risalto mediatico, comporterà degli adeguamenti di sicurezza alle abitazioni delle due cariche dello Stato Grasso e Boldrini.

Non credo quindi che il "rigore a tutti i costi" imposto da Pd e Sel alla ricerca del consenso a 5 stelle abbia dato frutti vantaggiosi per la comunità.

Occorrerà infatti procedere alla blindatura delle due residenze (per legge) con modifiche e accorgimenti quali : sorveglianza h24 da parte delle forze dell'ordine con circa 8 unità impegnate per ciascuno dei due , recinzioni, vetri blindati, porte speciali, telecontrollo ecc.

Il costo totale , non ancora ben precisato, sarà a carico dei contribuenti e quindi non vedo il risparmio dato che, sempre per norma o prassi, il personale addetto agli appartamenti "istituzionali" continuerà a svolgere le proprie funzioni anche se in quelle residenze di Stato non c'è nessuno .

Non vedo inoltre come Boldrini e Grasso potrebbero rinunciare a vigilanza e sicurezza nelle loro abitazioni. Tanto valeva allora che occupassero gli appartamenti loro destinati. Ma forse sono un po’ ingenuo : i due sanno bene che la pacchia durerà poco. Le nuove elezioni si avvicinano.

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QUANDO LA LOTTA AI NEOFASCISTI PREOCCUPAVA GLI USA

9 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

Uno stretto controllo degli apparati di sicurezza dello Stato per impedirne la politicizzazione e la penetrazione da parte dei comunisti. È questo che chiedono gli americani negli anni dal 1973 al 1976. A rivelarlo sono i "Kissinger Cables" di WikiLeaks, a cui l'Espresso ha avuto accesso esclusivo per l'Italia in collaborazione con
Repubblica.

we steal secrets wikileaksWE STEAL SECRETS WIKILEAKS

È il 1976 e il ministro degli Interni, Francesco Cossiga, informa l'ambasciatore Usa a Roma di volere trasferire l'Arma dei carabinieri dal ministero della Difesa a quello degli Interni. «Non ha senso non unificare tutte le forze di polizia», ragiona il Picconatore. Ma l'ambasciatore non è d'accordo: «È un'Arma formidabile, non solo la più efficace del Paese, ma anche la più prestigiosa». E da Washington il Dipartimento di Stato concorda: niente spostamento, anche se «ovviamente la decisione ultima spetta all'Italia».

moro,kissingerMORO,KISSINGER

Anche quando i democristiani ipotizzano di spostare le funzioni della sicurezza interna del Paese dal controllo militare dei servizi segreti del Sid a quello civile del ministero degli Interni, gli americani si oppongono fermamente, perché in questo modo «la sicurezza interna del Paese finirebbe sotto una guida più direttamente politica di quanto non accada con il Sid. E, soprattutto, la possibilità di penetrazione dell'apparato interno di sicurezza dello Stato da parte dei comunisti sarebbe significativamente maggiore».

GIANNI AGNELLI E HENRY KISSINGERGIANNI AGNELLI E HENRY KISSINGER

Sono gli anni dei fascisti di Ordine Nuovo, del Golpe Borghese, di Gladio, di Gelli e della "Rosa dei venti". I cablo di WikiLeaks dimostrano l'insofferenza degli americani per la repressione delle trame nere da parte della magistratura italiana. Quando nel gennaio del 1974 viene arrestato Amos Spiazzi per il suo ruolo nell'organizzazione neofascista "Rosa dei Venti", l'ambasciatore Usa a Roma informa subito Washington che questa mossa «alimenterà le campagne della sinistra».

junio valerio borgheseJUNIO VALERIO BORGHESE

Stessa conclusione appena finisce agli arresti Vito Miceli, il potentissimo capo del Sid, al centro delle trame nere, dalla Rosa dei Venti fino al tentativo di golpe del principe Junio Valerio Borghese. La diplomazia di via Veneto fa sapere al Dipartimento di Stato che «l'ambasciata ha l'impressione che questa caccia alle streghe in corso è alimentata e usata per avvantaggiare la sinistra, portata avanti da giovani magistrati, che in alcuni casi hanno fatto filtrare alla stampa informazioni scioccanti. Questa campagna continua appare mirata a demoralizzare e isolare le forze di centrodestra, associandole alla già discreditata destra extraparlamentare e del Movimento Sociale. L'obiettivo complessivo sembra essere quello di far sterzare a sinistra la politica italiana».


Grazie alla visualizzazione grafica offerta dal database di Wiki-Leaks, è infine possibile scoprire un dettaglio curioso e intrigante. I cablo che riguardano il Sid di Miceli, venivano inviati dall'ambasciata di Roma al Dipartimento di Stato a Washington, com'è normale. Ma non si fermavano lì: venivano in alcuni casi inoltrati in Vietnam, a Ho Chi Minh City. Perché? Laggiù, nella profonda Asia sconvolta dalla guerra, chi poteva avere interesse per le trame del Sid?

fonte : Dagospia

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NEL '68 E NEGLI ANNI SETTANTA GIOVANI CON I COGLIONI SCENDEVANO IN PIAZZA. ORA I FIGHETTI DI GRILLO VOGLIONO OKKUPARE IL PARLAMENTO

8 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

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di Caranas

Nel ’68 e negli anni settanta, di manifestazioni ce n’erano quasi una al giorno. Molto diverse da quelle che ora organizzano il PdL , il PD ed i grillini. Molti si barricavano in casa, molti abbassavano le saracinesche degli esercizi, un fiume di militanti con i coglioni occupava le strade con bastoni e bandiere rosse. Ora è tutto diverso. Dalla protesta nelle piazze si passa alla protesta dentro il Parlamento.

Che poi dico : che cazzo protesti a fare tu che sei ricco contro la povertà ? A Bersà, non ne potevi inventartene un’altra ? hai presente gli striscioni di Lotta Comunista e di Lotta continua ? Il Movimento cinque Stelle si starebbe preparando ad una clamorosa forma di mobilitazione. Martedì potrebbe infatti scattare l'occupazione dell'Aula della Camera e «iniziative eclatanti» si preannunciano anche a Palazzo Madama. Ci vuole un bel coraggio caro Grillo. Adesso hai proprio rotto i zebedei ! Ma come ? Blocchi tutta l’attività di governo e ti lamenti che non vengono formate le commissioni ? Ma hai idea di come funziona un parlamento ?

E basta con ‘sti grillini ! Che delusione ! Anche loro , piano piano stanno diventando casta. Alle prossime elezioni, se non si esce da questo stallo, Non vado a votare. Affanculo tutti !

 

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IL DISSIDENTE RIZZETTO M5S: “DOVEVAMO DIRE SI’ A BERSANI”

5 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

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E’ la questione del governo – o del non governo – a tenere banco, mentre un sondaggio Emg/Servizio pubblico mostra che una larga fetta di elettori del Movimento non appoggia la linea del no al dialogo con i “vecchi partiti” propugnata da Grillo.

Il Movimento 5 stelle doveva fare il governo con Bersani, ottenere dei ministeri e cominciare a lavorare, dice per esempio il deputato friulano grillino Walter Rizzetto in una intervista a Il Secolo XIX. Rizzetto spiega che con Bersani avrebbe “cercato una mediazione” per ottenere “dei ministeri”. “Faceva il premier, alle nostre condizioni, e intanto ci sedevamo nel governo e iniziavamo seriamente a lavorare – ha detto il deputato -. Ci potevamo dare una possibilità. E lo dice uno che sulla fiducia a Bersani ha votato no. Però le cose sono cambiate”. Ma “ormai il tempo è scaduto, non si torna indietro. Credo che il destino del M5s sia all’opposizione”. Rizzetto ha difeso il collega Tommaso Currò, che nei giorni scorsi aveva aperto all’ipotesi di un sostegno a Bersani: “Ha fatto bene. Una persona è libera di esprimere il proprio dissenso, di avere le proprie idee diverse dagli altri, e non deve avere paura di dichiararlo”. Per Rizzetto anche il silenzio con i giornalisti è un “atteggiamento che danneggia il movimento… questa paranoia asfissiante sull’informazione, gli sguardi sospetti tra di noi. Ci stiamo facendo del male, e se ora se la prenderanno con Tommaso, lo emargineranno, sarà solo l’ennesimo errore. Aria di caccia alle streghe, non mi piace”.

 

 

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CHI VORRESTI COME PRESIDENTE ?

5 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

 

Per me : NO Prodi, SI Bersani, SI Rodotà. Poi se vogliamo scherzare, aggiungiamo la MINETTI !

E tu ? Commenta cliccando qui sotto

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Lo strappo del deputato Currò “Serve un confronto con il Pd”

5 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

”Non siamo automi, se Beppe vuole parlarci venga qui”
fonte : La Stampa
ANDREA MALAGUTI
ROMA

Poi c’è uno che alza la mano e dice: scusate, così non va. Gli altri lo guardano male. E all’inizio lo ignorano. Solo che lui insiste. E allora finisce per aggregare un gruppo di persone. Che piano si allarga. Fino a diventare un piccolo plotone di trenta parlamentari che la pensano come lui. Così, quell’uno, che si chiama Tommaso Currò ed è un fisico che viene dalla Sicilia, smette di discutere all’interno delle stanze segrete ed esce (coraggiosamente?) allo scoperto. E mentre parla il cuore gli salta nel petto. Non sa se per emozione o per rabbia.  

 

Onorevole Currò, sabato andate in processione da Grillo a Firenze?  

«Io sicuramente no. Mi rifiuto. Non ha senso». 

 

Che fa, si ribella?  

«Non mi ribello. Ragiono. È surreale che centosessantratré persone si muovano per andare incontro a una sola. Venga lui da noi. Qui. In Parlamento. Saremo felici di confrontarci».  

 

Il capo politico del MoVimento però è lui.  

«Ma in Parlamento ci siamo noi. E questo luogo va rispettato».  

 

Il vostro leader non lo rispetta?  

«Non è questo il punto. Noi parlamentari non siamo automi. E nemmeno bambini. Nessuno ci può svuotare della nostra personalità politica. Diversamente diventiamo schiavi di un manovratore». 

 

N on lo siete?  

«No. Ma se andiamo avanti così questo dubbio si cristallizzerà. Con Grillo e soprattutto con Casaleggio. Io non sono uno schiaccia bottoni per conto terzi». 

 

Chi è lei?  

«Un cittadino che vuole dialogare. Se entri nel Palazzo grazie a otto milioni di voti, devi prenderti le tue responsabilità».  

 

Un errore non accordarsi con il Pd?  

«La parola accordo non mi piace. Ma io sono convinto che un confronto fosse - e sia - necessario». 

 

Cito Grillo: chi vuole l’accordo col Pd ha sbagliato a votarci.  

«I giorni passano. E il Paese soffre. Non possiamo permetterci di perdere tempo. Di aspettare tre mesi per poi tornare a votare. Le piccole e medie imprese non ce la fanno più. Non amo i toni drammatici, ma qui è una questione di vita o di morte. Ogni giorno ci sono imprenditori che si tolgono la vita e migliaia di persone perdono il posto. Non si può stare ad aspettare lo sfascio». 

 

Che si deve fare?  

«Discutere. Intervenire. Sarebbe tutto più facile se il Pd avesse la forza di rinunciare a Bersani». 

 

Il modello Sicilia?  

«Il modello Sicilia. Con in più la fiducia. Riflettiamoci». 

 

Niente esecutivo a Cinque Stelle?  

«Non credo che siamo pronti per governare da soli, bisogna avere la forza di riconoscerlo. Ci serve una nave scuola. Il MoVimento ha una forza straordinaria. Una grande energia. E ha spostato l’asse del dibattito politico. Quello che è successo è meraviglioso. Abbiamo un’occasione storica». 

 

Perchè il Pd sì e il Pdl no?  

«Perché col Pd la sensibilità è comune su molti temi. Penso agli immigrati, all’ambiente, ai diritti civili. Purtroppo in questo Paese la destra non ha un respiro europeo. E non dico altro». 

 

Non ha paura che la rete la crocifigga?  

«La rete è una risorsa insostituibile. Con la rete ci si deve confrontare. È sempre stata la nostra forza. Ma non può trasformarsi in un freno. Nel web trovi ogni cosa. Gente straordinaria e banditi. E serve intelligenza per mediare». 

 

Mediare? Grillo inorridirebbe.  

«Ma è per questo che siamo in Parlamento. Per servire i cittadini. Ce lo impone la Costituzione. Noi rappresentiamo il 25% del Paese. C’è un 75% che ha altre posizioni. La diversità è ricchezza». 

 

Sul vostro blog «gli altri» spesso sono descritti come nemici.  

«Questo è un punto chiave. I nostri elettori non sono diversi dai venti milioni di uomini e donne che hanno votato Pd o Pdl. E se non usi il buonsenso poi finisci per non stringere la mano alla Bindi. Una reazione distruttiva. Drammatica». 

 

Onorevole Currò, come prenderà questa sua intervista il gruppo di «comunicatori» che dovrebbero regolare i vostri interventi?  

«Non lo so e non mi interessa. A me può anche stare bene che venga nominato un gruppo che si occupa di comunicazione, purché la comunicazione non si sostituisca alla politica. Anzi, comprimiamo il potere dei comunicatori ed espandiamo quello dei parlamentari. Altrimenti la nostra diventa solo propaganda. E a me la propaganda puzza di fascismo». 

 

 

Il dibattito scatenato dall’articolo di Malaguti sulla pagina Facebook del grillino Currò  

 

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IN PARLAMENTO LA CRISI NON ESISTE. GLI INCREDIBILI PRIVILEGI DEI DIPENDENTI DI CAMERA E SENATO

4 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

                         ...ed io pago !

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Un documento riservato di Palazzo Madama datato fine 2012, riporta gli stipendi lordi dei dipendenti, con gli scatti per ogni anno di servizio e la simulazione della loro curva retributiva. Le scandalose progressioni di stipendio di commessi, uscieri, segretarie e funzionari, grazie ai 13 (!) sindacati interni - 28 richieste di pensionamento anticipato a 52 anni - Malaschini, Segretario generale del Senato, una liquidazione di 1,2 mln € e una pensione da 520mila l’anno; inoltre , grazie a Monti  per i suoi  rapporti col Parlamento, prende dopo la pensione, 1.500 euro al giorno.

I dipendenti sono circa 800 al Senato, 1.540 alla Camera, distinti in commessi, uscieri, stenografi, addetti alle pizzette in buvette, segretarie, assistenti e dirigenti.

Le tabelle ( scovata da Marzia Maglio di Ballarò ) sono il frutto di un tentativo, fatto dagli appositi comitati per il personale di Senato e Camera, di ridurre un po' gli stipendi finali dei dipendenti del Parlamento, portandoli da 27mila a 21mila euro per il livello fine carriera.

Naturalmente nulla da fare dopo il niet dei sindacati compresa la Cgil , la più decisa a difendere i privilegi dei lavoratori da 30mila euro al mese.

Vediamo qualche dettaglio :

commessi e barbieri : stipendio iniziale lordo  2.482 euro al Senato e 2.338 euro alla Camera. Dopo soltanto 12 mesi, per contratto, scattano rispettivamente a 2.659 euro e 3.199.

Con 40 anni di anzianità l'ultimo stipendio dell'usciere è di 10.477 euro lordi mensili (aumentato del 400% rispetto inizio carriera), che moltiplicati per 15 mesi fanno 157.500 euro all'anno, come un dirigente di una grossa azienda.

Assistenti  amministrativi  (le segretarie che fanno le fotocopie e mandano le convocazioni delle commissioni),  partono appena assunti da 3.048 euro al mese e finiscono la carriera con 12.627 euro mensili al Senato e 11.949 alla Camera.

Funzionari,  partono da 3.700 come neoassunti e finiscono a 17mila euro, fino ai dirigenti, che progrediscono da 5.593 a 27.885 euro mensili.

Quando la Corte costituzionale ha bocciato il taglio del 5% sugli stipendi pubblici oltre i 90mila euro, i dipendenti del Senato hanno fatto ricorso. E Palazzo Madama ha dovuto sborsare 2,2 milioni sull'unghia per risarcirli. Mentre le casse pubbliche andavano, e vanno, a picco. Capito cari esodati dove vanno a finire i vostri soldi?

 

 

 

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IL ROTTAMATORE RENZI ROMPE CON IL PD

4 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

 

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Valerio Onida: "Saggi inutili, servono a coprire stallo" Scherzo telefonico alla Zanzara - AUDIO ORIGINALE

4 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA


Valerio Onida, ex presidente della Consulta

Una finta Margherita Hack beffa Valerio Onida, ex presidente della Consulta, uno dei "saggi" nominati da Giorgio Napolitano. Tutto orchestrato da La Zanzara, su Radio 24. Dice Onida alla finta Hack: "I saggi? Inutili, servono a coprire questo periodo di stallo. Andremo a votare presto. Berlusconi vuole solo protezione, è anziano e speriamo decida di godersi la vecchiaia lasciando in pace gli italiani". Poi, per il Quirinale: "Fosse per me metterei Giuliano Amato". "Questa cosa dei saggi, a me sembra sinceramente una cosa inutile", esordisce l'imitatore dell'astrofisica toscana. "Ma guardi, sì, è probabilmente inutile...Serve a coprire questo periodo di stallo, dovuto al fatto che dal Parlamento non è venuta fuori una soluzione mentre l'elezione del nuovo Presidente è tra quindici giorni...allora il nuovo presidente potrà fare nuovi tentativi o al limite sciogliere le Camere, cosa che Napolitano non può fare." e conclude sono d'accordo che non servirà nella sostanza...".

"C'è possibilità di cambiare legge elettorale?" chiede poi sempre la finta Hack. La risposta "...Cercheremo di fare una proposta, quello sarebbe un bel risultato. Penso che andremo a votare ancora, presto o prestissimo. E' un parlamento bloccato, Grillo non ne vuol sapere, il Pdl vuole solo garantirsi di essere in campo, Berlusconi naturalmente spera sempre di avere qualche vantaggio o protezine, il Pd ha fatto questo tentativo di buttarsi con Grillo e non ce l'ha fatta. E c'è il blocco". E per il Quirinale che succede? "Si fanno tanti nomi, ma non c'è accordo - risponde il costituzionalista - personalmente dico che Amato sarebbe un ottimo presidente della Repubblica, fosse per me lo farei subito...". Quindi ancora una critica a Berlusconi: "E' anziano, speriamo si decida a godersi la sua vecchiaia, è un mio coetaneo. Potrebbe andare a godersi la sua vecchiaia e lasciare in pace gli italiani".

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M5S: Grillo 'sfiducia' Crimi, bufera sul capogruppo al Senato

3 Aprile 2013 , Scritto da CARANAS Con tag #POLITICA

  23:33 02 APR 2013

 

(AGI) - Roma, 2 apr. - Dopo il caso Lombardi, il caso Crimi.

  Non c'e' pace nel Movimento 5 stelle dove stavolta, secondo quanto si apprende, la grana riguarda il capogruppo grillino al Senato, Vito Crimi. Che ieri sera su Facebook, alle undici di sera, ha messo nero su bianco parole inequivocabili che hanno creato un putiferio. Con tanto di smentita oggi di Beppe Grillo sul suo blog. Le parole incriminate scritte da Crimi erano quasi un via libera a Bersani, seppur sfiduciato.

Grillini si dividono sul nome del premier

"Forse poteva essere intrapresa una strada mai percorsa prima - scrive Crimi - e cioe' di affidare il governo a Bersani che con i suoi ministri poteva presentarsi al Parlamento e qualora non avesse ricevuto la fiducia poteva continuare, alla stregua dell'attuale governo Monti, senza la fiducia ma solo per gli affari ordinari. Almeno sarebbe stato rappresentativo di una maggioranza relativa e non di una strettissima minoranza come il governo Monti in regime di prorogatio". In pratica, ha sostenuto, sarebbe stato meglio un governo Bersani piuttosto che l'attuale governo Monti. Grillo ha postato sul suo blog un chiarimento della linea di M5S ribadendo il no a una fiducia a qualunque governo, politico o pseudo-tecnico. E ha sostenuto: "Bersani non e' meglio di Monti, e' semplicemente uguale a Monti, di cui ha sostenuto la politica da motofalciatrice dell'economia". Punto e basta. Il leader 5 Stelle ha 'sfiduciato' in questo caso il suo capogruppo al Senato. Ma secondo quanto viene riferito in ambienti grillini, non e' solo Grillo ad essersi irritato ma anche molti dei suoi. Il problema, spiegano, e' che bisogna "tarare" la comunicazione a 5 stelle. "Stavolta Crimi dovrebbe smentire se stesso" racconta un esponente grillino, dal momento che e' stato lui a scrivere di suo pugno queste parole e non puo' prendersela con la stampa, come e' gia' accaduto in passato. Alcuni pero' credono nella sua buonafede: "In realta' si e' solo incartato con le parole" sostengono. Fatto sta che il messaggio e' stato lanciato e anche stavolta non e' servito a compattare bensi' a dividere. Intanto i grillini si sono riuniti di nuovo in assemblea a Montecitorio, riunione che alcuni prospettano molto lunga. Perche', spiegano alcuni deputati 5 stelle, sul tavolo ci sono molte questioni politiche in ballo. La prima, che comprende tutte le altre, e' quella relativa alla linea pilitica da avere con i cosiddetti 10 saggi individuati da Giorgio Napolitano su riforme istituzionali ed economiche.

 

Secondo quanto si apprende, il dibattito nel Movimento e' aperto. Bisogna avere o no un dialogo con questi 10 saggi? Anche in vista del prossimo nuovo governo? Le posizioni sono molto diverse. Un deputato, secondo quanto viene riferito, ha messo in guardia i colleghi 'cittadini': "Loro vogliono giocare con noi - ha sostenuto - hanno fatto due 'commissioni' di saggi inutili e che non hanno attinenza con la Costituzione. Loro non vogliono avere a che fare con noi". E sul Pd, un altro deputato ha ammonito senza mezzi termini: "Della gente del Pd non mi fido in maniera assoluta". Un'altra parlamentare ha invitato pero' a coinvolgere maggiormente la base, "a me lo chiedono tutti" ha spiegato. Insomma, il dibattito e' acceso e cresce quella parte del Movimento che si e' stancata di dire 'no' a tutto e che, pur con prudenza, vuole ridiscutere la linea politica, copyright Grillo-Casaleggio, per potere finalmente - e' l'aspirazione di tanti - entrare nel vivo delle questioni di merito. Per questo infatti la battaglia sull'avvio delle commissioni permanenti e' iniziata. Gia' oggi, alla prima prova dei fatti, in aula alla Camera M5S ha appoggiato la risoluzione del governo sullo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, pur presentando una risoluzione di minoranza. Mentre al Senato ha addirittura ritirato la propria risoluzione di minoranza. Nella riunione lungo dibattito inoltre sull'ipotesi di fare o non fare un nome, ancora adesso, su un candidato premier grillino: alla fine a "stragrande maggioranza" - confida un deputato - e' stato deciso che e' meglio di no, non serve fare un nome. Anche perche', c'e' chi osserva sarcastico, "nessuno ce l'ha chiesto". Prossimo scoglio sara' quello relativo all'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Tra i grillini si discute anche di questo: perche' se e' vero che l'individuazione del nome avverra' con una consultazione sul web, tra i 300mila iscritti al Movimento, questa volta non vogliono farsi cogliere impreparati qualora vi fosse (quando il quorum sara' piu' basso) da scegliere tra due personalita' come ad esempio Zagrebelsky o Gianni Letta. In questo caso, spiegano, non si potra' correre il rischio di ripetere il caos che vi fu sul voto a Pietro Grasso e i grillini "non saranno cocciuti" assicura un deputato. A patto che il nome sia "specchiato" e non ci siano ombre, come sosteneva qualcuno a proposito di Grasso. Tutto sara' discusso in assemblea e il voto, anche dando di nuovo la parola agli iscritti, dovra' essere rispettato. Perche' in questo caso, l'espulsione sarebbe assicurata. E a proposito di espulsioni, scampato pericolo invece per il senatore M5S, Marino Mastrangeli, 'colpevole' di aver partecipato a una trasmissione di Barbara D'Urso.

  Nonostante gli 'insulti' e gli inviti a dimettersi arrivati dalla Rete, secondo quanto si apprende il senatore non sara' pero' espulso. Perche' - viene riferito - il programma della D'Urso non e' un talk show vero e proprio. Si e' trattato di un'intervista e quindi anche stavolta, cosi' dicono da M5S, il senatore e' 'salvo'. (AGI) .

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