Renzi uno dei tanti
Cosi' Pier Ferdinando Casini, in un colloquio con 'La Repubblica', commenta il confronto tv all'americana tra i candidati alle primarie del Pd.
Il piu' bravo? "Tabacci", risponde il leader Udc: "un uomo di governo. Renzi, invece... Poteva dare il colpo del ko ma non c'è riuscito, così alla fine è sembrato uno dei tanti. Per lui è un vero guaio. Aveva impostato tutta la campagna sul dualismo con Bersani e invece è sembrato solo uno dei quattro sfidanti. D'Alema, ritirandosi, ha fatto un gesto incredibile, gliene va dato atto. E Renzi, puntualmente, s'è sgonfiato". Quanto a Bersani, "è sembrato un leader pacato", conclude Casini.
Renzi chiude a Casini (ammesso che superi la soglia imposta dalla nuova legge elettorale)
Chi crede ai Maya , può credere anche alle profezie di D'Alema
Non emerge un chiaro vincitore dal primo confronto tv fra i candidati del centrosinistra. Renzi sorpassa a sinistra Bersani sull'alleanza con Casini, Vendola piace su lavoro e occupazione, Tabacci e Puppato provano a ritagliarsi uno spazio. Ma il più “presidenziale”, quasi fosse già stato a Palazzo Chigi, pare Bersani.
Il generatore elettrico che va a urina
Il generatore elettrico che va a urina inventato da 4 ragazze africane
Produrre energia dall'urina. Farà forse storcere il naso ai più schizzinosi, ma il generatore presentato da 4 giovanissime adolescenti africane alla quarta Maker Faire Africa, una fiera riservata a piccoli inventori, che si è svolta nella città di Lagos, in Nigeria, ha la grande qualità di usare ciò che viene comunemente scartato come rifiuto, la nostra pipì, in ben 6 ore di alimentazioneelettrica.
Duro-Aina Adebola, Akindele Abiola, Faleke Oluwatoyin e Bello Eniola, che hanno tra i 14 e i 15 anni, hanno creato un generatore checonverte in energia l'idrogeno contenuto nell'urina, facendo passare il fluido in una cella elettrolitica che separa l'elemento chimico, che in seguito viene "raffinato" attraverso un filtro di purificazione contenente borace liquido, con cui si rimuove l'umidità dal gas. Infine, il gas così purificato viene spinto nel generatore.
Questo sistema ecologico, semplice e perfettamente funzionante, sembra essere davvero promettente. Ancora molti, però, gli aspetti da migliorare sotto il profilo della sicurezza. Il prototipo, infatti, come ammettano le stesse inventrici, presenta ancora un significante rischio di esplosione. Da non trascurare nemmeno l'igiene, visto che il generatore potrebbe attualmente diventare una vera arma batteriologica senza un più sofisticato meccanismo in grado di scongiurare questi eventuali pericoli.
Insomma, bisogna migliorarlo. Ma alle ragazze va comunque riconosciuto il merito di aver riutilizzato un'interessante fonte di energia alternativa che solitamente viene sprecata tirando lo sciacquone. Soprattutto se si considera che i quasi 7 miliardi di abitanti della Terra producono ogni giorno 10 miliardi di litri di pipì, una quantità sufficiente a riempire 4000 piscine olimpioniche. Liquido che presto fornirà idrogeno a basso costo e carburante per celle a combustibile. Un valido contributo per i nostri irrisolti problemi energetici.
Roberta Ragni
fonte greenMe
Sfuma ancora una volta la possibilità di far nascere uno stato Palestinese
Ora che è più forte, il presidente Barack Obama riprende il filo per ricostruire la pace tra Israele e Palestinesi con un occhio di sostegno all’opposizione in Siria.
di Caranas
Con una telefonata a Mahmud Abbas, presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Obama ha chiesto di intensificare i negoziati diretti con Israele rinunciando (cosa alquanto difficile da accettare) ad «atti unilaterali all’Onu», a cominciare dall’ipotesi di una risoluzione dell’Assemblea Generale per ottenere lo status di Stato non-membro ( pregiudica la soluzione dello status finale della Palestina; in realtà è un imbonimento della politica israeliana).
In questa fase bisogna scongiurare “il crollo della Giordania a causa della guerra in Siria e l’implosione dell’Anp per l’offensiva di Hamas contro Israele a Gaza” .
Un percorso pieno di ostacoli che richiede una strategia a tappe e che ha già fatto registrare la reazione negativa dell’Anp : «non possiamo rinunciare alla strada dell’Onu - ha detto il portavoce Nabil Abu Rdaineh - fino a quando Israele continuerà la politica degli insediamenti». Che in politichese potrebbe essere tradotta in : < Se Israele bloccasse gli insediamenti , Abbas potrebbe assumere una posizione più morbida> . Ma non succederà nulla . Obama ci ha già provato nel 2009 a bloccare gli insediamenti con il risultato di acuire le tensioni con Israele.
Riscaldamento scuole : ma che bella trovata !
Le Province minacciano di lasciare le scuole senza riscaldamento se il governo portera' avanti la politica dei tagli. "Se il governo non vuole ascoltarci faremo comprendere ai cittadini come i tagli li priveranno dei loro diritti e cominceremo chiudendo le scuole prima del tempo questo inverno perche' non abbiamo i soldi per pagare il riscaldamento delle aule" ha detto Antonio Saitta, nuovo presidente dell'unione province d'Italia: "i tagli ai bilanci sono tagli ai servizi senza risposte chiuderemo le scuole"
Se Renzi è il nuovo, ci dica che progetti ha per guidare il Paese
Una volta la politica cercava di dare direzioni di grande respiro, di seguire idee e progetti importanti. Quella di oggi non sembra fare lo stesso, e nemmeno la nuova politica di Renzi sembra promettere altro che un ricambio generazionale del suo partito. Ha in mente altro il rottamatore di Firenze? Se sì, ce lo dica.
Mi intriga molto il ragionamento che ha fatto Massimiliano Gallo attorno alla possibilità di successo di Matteo Renzi e sulle conseguenze che questa eventuale vittoria comporterebbe. Massimiliano è di testa vivace e di penna elegante e scrive cose che in tanti condividono. Il tema “Renzi” è indubbiamente suggestivo perché investe nodi storici della sinistra sia per quanto riguarda la sua natura sia per quanto riguarda la conformazione dei suoi gruppi dirigenti.
I lettori del Linkiesta sanno che non sono un sostenitore del sindaco di Firenze ma non voglio riproporre, qui e ora, le ragioni del diverso parere rispetto a quello di Massimiliano. In fondo siamo appena agli inizi di una nuova presenza politica e capiremo presto se si tratterà di un fuoco fatuo o di una leadership che si sta facendo avanti prepotentemente.
Mi interessa però ragionare attorno al tema che Gallo propone, e cioè attorno al fatto che solo con Renzi si produrrebbe quel big bang che metterebbe davvero in soffitta le vecchie culture. Avverto, infatti, che nella impostazione di Renzi, così come in quella degli altri competitor delle primarie, per non parlare del centro-destra tutto intero, vi è un deficit di cultura progettuale che non fa ben sperare.
Si tratta di questo. Sia Renzi sia gli altri propongono rimedi alla mala-politica senza prendere di petto i problemi del paese. Là dove ci sono state vere rivoluzioni politiche il tema all’ordine del giorno non è stato solo la riforma della politica ma prima di tutto la riforma della struttura del paese.
De Gaulle, per esempio, cambiò, dopo il trauma dell’Algeria, l’assetto istituzionale ma soprattutto immaginò una nuova Francia post-coloniale come potenza egemone in Europa e addirittura competitiva con gli Usa. Tony Blair non ha cambiato l’assetto istituzionale ma ha dato respiro ad una economia frustata dalle iniezioni di antibiotico della lady di ferro. Angela Merkel oggi si avvantaggia di progetti rivoluzionari che hanno consentito alla Germania di consolidare il suo primato economico. Voglio dire che ci sono passaggi in cui l’economia e la politica devono procedere assieme. Siamo invece sopraffatti dalle regole. Regole per il lavoro, regole per cambiare la rappresentanza e regole per convivere fra cittadini. Nessuno si preoccupa della regola principale: cosa, come e per chi produrre.
L’Italia post-resistenziale si occupò di tante cose anche di assoluto valore civile, con scontri memorabili, ma si occupò soprattutto di che cosa questo paese dovesse rappresentare nella divisione internazionale del lavoro e di quali mercati si dovessero difendere o conquistare. C‘è una rivoluzione culturale da fare oggi per immaginare la nuova Italia produttiva in cui, ad esempio un settore finora considerato di nicchia o marginale come l’industria agro-alimentare, può avere più mercato di altre proposte, in cui i settori tecnologicamente avanzati possono prendere quel primato produttivo che un tempo avevano le auto e i frigoriferi. Voglio dire che i cittadini si aspettano, lo dico con affetto: un po’ meno Ichino e un po’ di più Farinetti.
A Renzi, e mi rivolgo a lui perché lui dice di rappresentare il nuovo e Massimiliano Gallo gli dà credito, spetta dire che cosa l’Italia dei trenta-quarantenni di oggi deve essere nel mondo e solo da queste risposte potremo capire quale struttura politica deve prevalere. Invece si continua a discutere dei mali della politica da curare con medici-stregoni che si propongono al posto di quelli di prima. Noi sapevamo, come italiani, che cosa voleva dire nel dopoguerra De Gasperi o Togliatti, Di Vittorio o Valletta. Cioè sapevamo tutto dell’immaginario che queste presenze evocavano ma soprattutto sapevamo quale Italia avevano in testa. Sono cresciuto con i miei parenti sfortunati che andavano a fare gli operai al Nord e quelli che restavano a lottare per le fabbriche al Sud.
Oggi i giovani sono costretti a scegliere sulla base di una contrarierà verso questo o quel leader ma non sanno qual è l’Italia che potrà dare loro lavoro e dignità di cittadini. È anche colpa di noi giornalisti che non indaghiamo abbastanza nelle teste dei nostri uomini politici. È questo ciò che manca al dibattito pubblico. Vedo invece che il recinto via via si sta rimpicciolendo perché la nostra politica, mentre gli Usa decidono come daranno nei prossimi anni e la nuova leadership cinese lancia la sfida all’Occidente, si perde dietro i temi del proprio auto-referenziale ricambio.
Forse è vero che si potrà rottamare definitivamente sia la cultura della Dc sia quella del Pci ma il tema all’ordine del giorno non è questo da tempo. Il tema è cos’è l’Italia, se è una società che ha rinunciato a produrre e a convivere con un mondo radicalmente cambiato oppure, come accadde negli anni 50-60, sa trovare nuove ragioni per sopravvivere e affermarsi.
F. linkiesta
Iraq, video di omosessuali bruciati vivi da integralisti religiosi !
A vederlo mi vien da vomitare, gli hanno persino impedito di urlare,neppure l'inquisizione giunse a tanto,togliere il dolore imbavagliando le vittime è semplicemente atroce.