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Il patto “segreto” tra Renzi e Bersani
Lo racconta Verderami sul Corriere della Sera
Un patto segreto tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani. Che però, a ben guardare, di segreto ha ben poco. Comunque così lo definisce Francesco Verderami sul Corriere della Sera, che racconta cosa si sono detti i due ex sfidanti alle primarie del Partito Democratico durante il pranzo a carico di Renzi ieri. Bersani ha chiesto al sindaco di Firenze di mobilitarsi:
Renzi ha accettato, andrà in tv e nelle piazze, pronto a riproporre alcuni punti del programma con cui lanciò la sfida per palazzo Chigi al segretario: «Anche perché certe cose che Monti ha inserito nel suo documento, le ha riprese dal mio. E non erano di Ichino…». Il passaggio del giuslavorista democratico nelle file del premier uscente è stato al centro di commenti poco lusinghieri durante il pranzo, ed è proprio a Ichino che Renzi avrebbe più tardi indirizzato pubblicamente una frecciata, sostenendo che «c’è troppa gente abituata a scappare con il pallone quando perde. Io no»
E quindi, sempre secondo Verderami:
Certo, se da una parte l’intesa di ieri consente di consolidare quel patrimonio accumulato con le primarie, dall’altra c’è il rischio che i messaggi renziani finiscano per alimentare tensioni con l’ala «sinistra» del Pd. «Ma io non silenzierò nessuno», avvisa Bersani. Che rivolgendosi a Monti, aggiunge: «A un leader non spetta tacitare, tocca svolgere un ruolo di sintesi». C’è dunque un motivo se ieri il leader del Pd era soddisfatto, se l’accordo sui numeri con Renzi è stato raggiunto in poco tempo. Il segretario inserirà una ventina di candidati nel listino, che si aggiungeranno agli altri cinquanta usciti vincenti dalle recenti parlamentarie.
f. Giornalettismo
La campagna elettorale s'infiamma (vignetta)
La battuta è di S.Bandini su twitter
Renzi a pranzo con Bersani
Renzi avrà un ruolo in campagna elettorale
Il segretario Pd: «La nostra forza è essere un grande partito popolare e pluralista, con tanti protagonisti»
«Assolutamente sì». Pier Luigi Bersani risponde ai cronisti che, al termine del pranzo con Matteo Renzi, gli chiedevano se il sindaco di Firenze avrà un ruolo attivo in questa campagna elettorale.
«La nostra forza è essere un grande partito popolare e pluralista, con tanti protagonisti e c’è una sintesi che cerchiamo di portare fuori dal politicismo, sulle cose reali, la moralità pubblica, il lavoro, il welfare», sottolinea il segretario. «Questo è un grande partito popolare, è un collettivo che trova una sintesi, che non è attaccato a una persona sola, ma esprime sintesi politiche dentro la società».
«L’incontro è andato molto bene», gli fa eco lo stesso Renzi al termine del pranzo. «È normale che si possa restare dentro un partito quando finiscono le primarie, anche se si perde», sottolinea il sindaco di Firenze. «Vedo troppa gente abituata a scappare con il pallone, io non sono fatto in questo modo», assicura. Renzi però assicura di non volere poltrone: «Dopo le primarie, ho mantenuto la parola data, in lealtà. Sarà bello il giorno in cui la coerenza di un uomo politico non farà più notizia», aveva scritto in mattinata il sindaco di Firenze su Twitter. «In questi giorni - argomentava Renzi in un post anche su Facebook - ho ricevuto critiche anche da amici per aver mantenuto dopo le primarie il comportamento che avevo annunciato: no correnti, lealtà, rispetto. Sarà un gran giorno quello in cui i commentatori italiani smetteranno di stupirsi se un politico mantiene la parola data in campagna elettorale. La credibilità si costruisce anche così».
f. La Stampa.it
Né di destra, né di sinistra
di Caranas
Dovrebbe rappresentare un soggetto politico nuovo, di segno marcatamente europeista, ma in realtà , anche se dice che non vuole rappresentare un “nuovo centro” non è altro soggetto se non la vecchia Democrazia Cristiana. Con tanto di beneplacito della Chiesa e con tutte le resistenze di quel tipico potere da prima repubblica che possiamo leggere nelle dichiarazioni di Casini quando s’impunta per avere ancora con sé il segretario Cesa già condannato il 21 giugno 2001 a 3 anni e 3 mesi per corruzione aggravata. E qui, come non dare ragione a Grillo ? devono andare tutti a casa . Si credono intoccabili perché garanti di interessi economici delle lobby del cemento, delle cooperative, dei concessionari, della Bce, delle banche internazionali, di Stati esteri. Vivono in un mondo a parte, fatto di studi televisivi, di giornalisti proni, di incontri istituzionali a discettare del nulla al quadrato con la rituale foto di gruppo, circondati da commessi, servi, maggiordomi, amanti. Onorevoli disonorati , facce di bronzo, facce di merda, facce da impuniti, facce da dimenticare se si vuole riacquistare un minimo di serenità.
Intanto dobbiamo tenerci ancora questa nuova Merda d’Italia in cui galleggiano ominidi moderati .
Monti, il freddo cinico gesticolante , infila il naso nel PD e… se lo rompe !
Il Prof ha invitato il Partito democratico a «tagliare gli estremismi» - da Stefano Fassina a Nichi Vendola, a Cgil e Fiom - e Bersani leader del Pd ha risposto chiedendo «rispetto», dando così una lezione di “buone maniere “ al cattedratico premier tecnico.
«Credo che il coraggio che mi si chiede io l'ho già dimostrato, non è quello di chiudere la
bocca alla gente ma di farla partecipare».
E’ molto singolare poi che il Montizemolo trovi difetti nel PD «solo da oggi». Da qui una frecciatina a Monti: «Tutti i difetti del Pd si scoprono oggi mentre per un lungo anno non si sono visti. Io ribadisco il rispetto ma chiedo rispetto per tutto il Pd».
Campa cavallo caro Bersani, la politica era e resta una cosa sporca, non ti aspettare fair play da Monti e dal genero di Caltagirone o da chi compra case a Montecarlo. Loro rappresentano solo se stessi o al massimo le loro lobbies ed i poteri non più tanto occulti.