Pasquetta a Sirmione terra di Catullo
Viviamo di penombra e di luce, perché non tutto si può scorgere e capire.
di Caranas
Gli spiriti dei cari morti e gli dèi Lari ci vivono in casa, guardandoci ogni mattina dalle nicchie ricavate nei muri che proteggono, tutti avvolti nelle immagini danzanti e in familiari statuette di bronzo.
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Esistono mondi al di sopra e al di sotto di noi, vicini distratti che a volte bussano alla nostra porta, come noi alla loro.
Siamo superstiziosi, eccome. Sappiamo che un lieve malore può portarci per sempre tra gli Dei Mani, che una complicazione nel parto è quasi sempre fatale alla consorte con cui i nostri uomini, a differenza dei Greci, dormono, visitano gli amici e condividono tutto. Tardo e lieve è ogni rimedio al dolore.
Per questo addolciamo la vita con scongiuri e gesti apotropaici, con simboli crociati, fallici, geometrici, che portino indietro il malocchio da dove è venuto.
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Uno sferico amuleto prezioso, allacciato sul collo, accompagna i fanciulli nella dura salita al diciassettesimo anno, ché li protegga e li salvi da ogni pericolo.
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Così una succulenta coscetta di pollo è meglio lasciarla dov’è se cadendo dalla mensa ha toccato la terra dove posano i piedi: ha già bussato alla porta degli inferi e come tale è nefasto riportarla tra noi.
Viviamo tra geometrie in bianco e nero da calpestare sui mosaici all’ingresso e colore ovunque, verde, azzurro, rosso, ocra, sui mosaici stessi e sui muri spessi di stucco e cementum, lisci di cera da blandire, passandovi accanto, con le dita e con gli occhi. Giochi di prospettiva, paesaggi ideali ampliano gli spazi dagli intonaci che ricoprono ogni parete delle nostre case signorili, in cui viviamo di prestiti a usura e di rendite avite. Viviamo di nudità umane e divine, intraviste o sfacciate, come il cinto di Venere o il fallo di Priapo che protegge ogni nostro giardino.
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A Clodia
I soli possono tramontare e risorgere;
noi invece, una volta che si spegne la nostra breve luce,
dobbiamo dormire una notte eterna.
Dammi mille baci, poi cento,
poi ancora altri mille, poi altri cento,
poi dammene altri mille, poi cento.
Infine, quando ne avremo accumulati migliaia,
li scompiglieremo, per non sapere quanti sono,
o perché nessun maligno ostile ci porti male,
a sapere nel mondo quanti baci ci siano.
(n.d.a. Qui mi è sembrato di mirare i colori del mar di Sibari)
Di lì a poco il tramonto avrebbe acceso i lumi del cielo, cui i mortali rispondono con bracieri e lucerne come Eco alle voci tra i monti.
Alla prossima ...
NOTA : tutte le foto senza asterisco sono di proprietà Caranas. In caso di download si prega di citare la fonte.
Pasqua con un tablet
Insomma... per la scrittura serve poco; un casino con l'editor di testi . Aspetterò Windows 8
BUONA PASQUA A TUTTI
E Pasqua sia, nei tuoi occhi
E Pasqua sia, nel tuo cuore,
E Pasqua sia, nelle tue mani
per donare ciò che senti di più prezioso
A sua insaputa
ROMA LADRONA. CHE FIGURA DI MERDA !
Il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha dichiarato di voler denunciare chi ha utilizzato i soldi della Lega per ristrutturargli la casa a sua insaputa.
Il leader afferma di non sapere nulla di tutto questo e che è in cerca del colpevole.
Certo ci vuole una bella faccia tosta a sostenere questa tesi. Ma come ? Ti fanno i lavori in casa e tu non ne sai nulla ? Ma dove cavolo vivi? E va bene, abbiamo capito ! Tutta colpa dei soliti extracomunitari che , vista la crisi , non avendo niente da fare tutto il giorno,ristrutturano le case per ammazzare il tempo.
Scajola, Rutelli e Bossi, ora sono pronti per fonfare un nuovo partito. A loro insaputa !
Laughter with animals
VICINI VICINI... IL GATTO INSEGNA A LEGGERE AL TROT